Pescare il calamaro dalla barca: guida completa per realizzare la montatura e la lenza vincente

Non è un segreto che sempre più diportisti si stiano appassionando alla pesca al calamaro. Insidiare questo cefalopode dalla barca, infatti, rappresenta per il pescatore una sfida che richiede perizia, furbizia e la solita dose di pazienza, oltre che a dell’equipaggiamento specifico la cui conoscenza è sempre meglio approfondire. 

Se vuoi cimentarti nella cattura di questi cefalopodi, sia che tu sia un esperto sia che tu sia un neofita, prenditi qualche minuto per leggere questa utile guida e rinfrescarti la memoria!

Pesca del calamaro: cosa c’è da sapere? 

La prima cosa da tenere in mente è che la pesca al calamaro avviene quando questo cefalopode, un po’ come la seppia, si trova più vicino al fondale, cioè nelle ore più buie del giorno. Posto che i momenti migliori, quindi, siano l’alba e il tramonto, bisogna trattare la differenza principale: la pesca da terra del calamaro è conosciuta come eging, tecnica di cui abbiamo già parlato diffusamente in passato, mentre la pesca dalla barca di questi organismi è conosciuta come “traina“. 

In entrambe i casi, a ogni modo, si parla di un tipo di pesca che esprime il massimo dei suoi risultati se praticata durante l’inverno, nei pressi di fondali con una profondità di circa 25 metri piuttosto sabbiosi, idealmente con macchie di posidonia.

E’ piuttosto facile capire quando il calamaro abbocca con questa tecnica di pesca: lo strattone sull’ esca è piuttosto violento, ma è sempre e comunque bene dotarsi di una canna da pesca con terminazione piuttosto sensibile anche a dispetto di questo fattore. 

Che tipo di attrezzatura usare per la pesca ai calamari dalla barca? 

Oltre a una barca capace di navigare a una velocità “da traina” (ovvero tra il nodo e mezzo e i due nodi e mezzo), occorreranno alcune attrezzature di base comuni per ogni battuta di pesca: 

  • Canna da pesca: sempre meglio averne due a bordo, meglio se tra le 4 e le 6 libbre in termini di potenza e almeno due metri di lunghezza. Canne da spinning o telescopiche possono comunque essere usate, ma è meglio che siano i pescatori più esperti ad avventurarsi su questo sentiero. 
  • Mulinello: a dispetto del fatto che la pesca dei calamari avvenga dalla barca in questo caso, i mulinelli da eging si rivelano comunque la scelta migliore per questo tipo di prede. Un paio dei migliori per rapporto tra qualità e prezzo, a parer nostro, sono senza dubbio il Revo ALX 2000SH di Abu Garcia e il suo omologo MX7 LITE 4000HS di Mitchell
  • Esche: la migliore idea è affidarsi a degli specifici artificiali adeguati al compito, detti “totanare”. La loro efficacia varia solitamente in base a diversi fattori, ma è fondamentale selezionare accuratamente il colore. Per maggiori informazioni, abbiamo realizzato in passato un approfondimento su come selezionare le migliori totanare per i calamari.

Un consiglio sulla montatura per pescare i calamari

In termini di montatura, esistono alcuni accorgimenti per realizzare la lenza al meglio che è bene tenere in mente. Dal nostro punto di vista, possiamo consigliare una specifica con la quale i nostri esperti pescatori si trovano benissimo. Per prima cosa, capiamo cosa usare:  Fluorocarbon Momoi Soflex dello 0.405 e stesso prodotto dello 0.23, rispettivamente per la lenza madre e per i braccioli, sono tutto ciò di cui avremo bisogno. Il procedimento è molto semplice. 

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Per prima cosa, occorre congiungere a una delle girelle il filo 0.40. Misurando circa 40 cm, si va a creare la prima piccola asola, che verrà chiusa con due giri e poi stretta per creare un cappio in miniatura. Lo stesso procedimento va ripetuto per altre tre volte, realizzando così 4 piccole asole equidistanti tra loro, pronte per connettere braccioli e totanare. 

Misurando poco più di 40 cm dall’ultima asola, si va a congiungere un’altra girella, procedendo poi a tagliare l’eccedenza. Ora entra in gioco il fluorocarbon da 0.23. 

Questo serve infatti per fissare l’esca artificiale alla lenza: basta un semplice nodo, che verrà poi seguito da 5 giri di filo e da un passaggio dello stesso nell’occhiello della totanara. 

Per via della sua struttura, questa montatura è piuttosto semplice da realizzare, e offre un ottimo piano B in caso di incaglio sul fondo: risulta infatti molto semplice da liberare anche nella p

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.
    • Buongiorno Francesco e grazie per il suggerimento, prendiamo nota per la prossima “puntata” sulle montature e vedremo di agire anche in maniera retroattiva quando sarà! 😉

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