Pesca sostenibile e responsabile: tecniche e attrezzature 

La pesca rappresenta una passione per centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, ma pur essendo un’attività ricreativa, deve sempre e comunque essere svolta con coscienza e responsabilità. 

Negli ultimi tempi, questo concetto si traduce per lo più in una rinnovata attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale, che nel caso dell’ attività di pesca può essere mitigato e tenuto sotto controllo tramite l’applicazione di determinate tecniche e con l’utilizzo di specifiche attrezzature. 

In questo approfondimento, daremo un’occhiata più da vicino a come specifici accorgimenti nel campo della tecnica di pesca e degli strumenti possono aiutare gli appassionati di tutto il mondo a ridurre il loro impatto sull’ambiente senza rinunciare alla loro passione.

Tre, due , uno: iniziamo!

Pesca sostenibile: la premessa 

La prima domanda che potremmo porci approcciandoci al tema potrebbe benissimo essere: che cosa si intende per pesca sostenibile? 

Ebbene, per dare una risposta breve che permetta di riassumere per lo meno a grandi linee il tema, possiamo riassumere il tutto dicendo che definiamo “sostenibile” l’attività di pesca che nel suo svolgimento rispetta i cicli biologici del suo ecosistema di riferimento.

Questo significa che il prelievo della popolazione ittica dall’ambiente acquatico non deve essere troppo massiccio o intenso, pena l’alterazione di tutto l’ecosistema e i possibili squilibri nella catena alimentare che possono portare al suo collasso anche in poco tempo.

Sebbene in prima battuta possa sembrare che i provvedimenti di limitazione della pesca in una determinata area siano dannosi per il settore dal punto di vista economico e limitanti per gli appassionati, nella maggioranza dei casi si tratta in realtà di decisioni prese coscientemente dalle attività competenti. 

L’impoverimento eccessivo dell’ecosistema può infatti danneggiare in maniera irreversibile il regolare ricambio fisiologico degli esemplari, impoverendo una zona ittica e rendendola totalmente sterile, di fatto precludendola sia agli appassionati che ai professionisti.

Chiarito questo punto un po’ più generico, vediamo nel concreto quali possono essere degli accorgimenti che anche il pescatore amatoriale può mettere in pratica per risultare più sostenibile per l’ambiente.

Pescare in modo sostenibile: misure concrete per riuscirci

Andiamo ora a vedere una serie di consigli e azioni che possono essere intraprese da qualsiasi appassionato di pesca che voglia ridurre il proprio impatto sulla sua caletta, sul suo lago o sul suo fiume preferito. Si va da misure di puro e semplice buon senso davvero semplici da mettere in atto fino a tecniche di pesca particolarmente impegnative, ma molto soddisfacenti nella loro applicazione.

Lasciare pulito l’ambiente

Può sembrare quasi superfluo ricordarlo, ma spesso purtroppo non è così guardandosi intorno. Prima, dopo e durante qualsiasi battuta di pesca alla ricerca di qualsiasi preda, è essenziale non lasciare in giro alcun rifiuto o immondizia, sia per una questione di buona educazione, sia per una questione di salute dell’ecosistema.

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E’ bene dunque che a un buon approvvigionamento di viveri corrisponda anche un opportuna fornitura di contenitori e recipienti adeguati per riporre i rifiuti, sia che ci troviamo in mare sia che ci troviamo lungo la sponda di un fiume o di un lago.

Lasciamo pulito e tutti, dai pesci fino ai pescatori che verranno dopo di noi, ne beneficeranno.

Utilizzare metodi di pesca a basso impatto ambientale

Per evitare di depauperare un ambiente ittico, occorre sempre non essere troppo “ingordi” quando si tratta del volume di prede catturate. Se questo, per il settore della pesca industriale, significa utilizzare metodi differenti dalla pesca a strascico (dannosa per tutto l’ecosistema), per gli appassionati può semplicemente tradursi nell’utilizzo di un metodo più selettivo per la cattura di specie ittiche bersaglio di ciascuna battuta di pesca. 

Nello specifico, tecniche considerate capaci di guadagnarsi il titolo di “sostenibile” e di mettere a rischio in forma minima l’ecosistema se praticate con coscienza e responsabilità sono: 

Rispettare i momenti di pausa

Può sembrare a volte che i fermo pesca o le limitazioni nella cattura di questa o di quell’altra specie ittica siano messi solamente per dare fastidio ad appassionati e professionisti, ma la realtà dice che non è così. Attenti studi sui cicli riproduttivi della fauna lacustre/marina sono di solito gli elementi principali che portano le autorità a prendere questo tipo di decisioni, che mirano di solito alla salvaguardia di tutto l’ecosistema per la fruizione di tutti come abbiamo già detto. 

In sostanza, se c’è un divieto di pesca in un determinato periodo o se occorre liberare subito dopo la cattura una determinata specie, è bene ubbidire alla regola, perché è certamente stata studiata e imposta per un motivo.

Non bisogna mai stancarsi di ripeterlo: se un habitat viene completamente depredato di uno dei suoi componenti fondamentali dal punto di vista biologico, ecco che collasserà su sé stesso portando a conseguenze negative sia per il singolo che per la collettività.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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