Pescare in acqua dolce: una guida ai pesci più ricercati

Pescare in acqua dolce è un’attività estremamente rilassante che centinaia di migliaia di appassionati in Italia e nel mondo praticano con piacere e dedizione. Che si tratti di pesca all’interno di fiumi, laghi o torrenti, esistono diverse tecniche che è possibile utilizzare, e soprattutto esistono svariate specie di prede che si possono insidiare.

In questo approfondimento, daremo un’occhiata a quali sono alcuni dei principali tipi di pesci più comuni da pescare in acqua dolce, a quali sono le loro caratteristiche, ai loro ambienti prediletti e a qualche consiglio utile in tema di esche naturali e artificiali per catturarli. Iniziamo!

Tecniche di pesca per il pesce di acqua dolce

In linea di massima, diverse tecniche utilizzate per pescare i pesci d’acqua dolce sono analoghe a quelle utilizzate per gli altri pesci di mare, anche se ne esistono alcune specifiche per diverse sottospecie di prede. Dal punto di vista ittico, comunque, la classificazione dei pesci (predatori o meno) rimane la stessa indipendentemente dall’ambiente in cui vivono, rendendo di fatto piuttosto trasversali le basi degli insiemi di accorgimenti e mosse necessari per catturarli. 

A ogni modo, la pesca sportiva in laghi e fiumi delle varie specie ittiche che vi abitano può essere portata a termine utilizzando le seguenti tecniche: 

Ciascuna specie è più facilmente catturabile utilizzando una o più tecniche tra quelle appena menzionate, ma ci arriveremo tra un attimo vedendo l’approfondimento relativo ai vari tipi di pesci. In ogni caso, la pesca alla bolognese con canna telescopica rappresenta una sorta di sempreverde per la pesca in acqua dolce.

Pescare la carpa

La regina dei ciprinidi e probabilmente uno dei più comuni tra tutti i pesci d’acqua dolce in laghi e stagni, la si trova anche nei tratti di fiume in cui le acque sono quasi ferme. Ama nuotare presso i fondali, soprattutto se fangosi, dove si ciba di vegetazione, piccoli insetti e vermi fino a raggiungere una stazza spesso considerevole (si parla anche di esemplari di 30 kg). Eccetto che d’inverno, la carpa è facilmente pescabile tutto l’anno, con picchi soprattutto durante la stagione calda. 

Le tecniche migliori per pescarla sono la bolognese e, manco a dirlo, carp fishing e pesca a fondo. Predilige esche come mais, bigattino e boilies, ma è attirata anche dal sapore della frutta e dall’aroma alla vaniglia.

Pescare la trota

Un’altra presenza fissa nelle acque dolci dello Stivale, ne esistono tantissime sottospecie, le più comuni delle quali sono la trota iridea, la trota fario (piuttosto simili tra loro) e la trota salmonata (caratterizzata dalla celebre striscia arancione lungo il corpo). Considerando la predilezione di questo pesce per le acque limpide e fredde, lo si troverà soprattutto in laghi di montagna, fiumi e torrenti. Il periodo meno pescoso per le trote è rappresentato dall’estate, mentre l’inverno si presta molto di più. Le tecniche più comuni per insidiare questo predatore sono senza dubbio lo spinning, la bolognese e la pesca al tocco. Risulta superfluo dire quanto questo pesce sia ricercato dai pescatori per la gustosità delle sue carni; la domanda tanto alta lo ha portato a essere una delle presenze principali degli allevamenti ittici di tutta Italia come pesce di lago.

Le esche per la pesca alla trota sono varie, e impiegandole bisogna sempre tenere presente che questo pesce è un predatore: preferisce un’esca in movimento a un boccone statico. 

Pescare il luccio

Lo squalo d’acqua dolce, tanto vorace da essere soprannominato “pesce lupo” in diverse zone d’Italia, si tratta di un predatore specializzato nella tecnica dell’agguatto che vive soprattutto nei pressi dei canneti delle grandi macchie di vegetazione subacquea. Il luccio si pesca più facilmente in autunno e primavera, ma indipendentemente dal periodo scelto è più facile insidiarlo pescando a spinning e a fondo. In merito all’attrezzatura per la pesca al luccio, è consigliabile utilizzare il cavetto d’acciaio per evitare che i denti affilati del pesce trancino il sottile nylon. Si tratta comunque di un pesce che può raggiungere dimensioni superiori a un metro e peso che supera i 20 kg!

In merito alle esche, abbiamo già scritto un articolo dettagliato su quali siano le migliori esche naturali e artificiali per la pesca del luccio. Dacci un’occhiata!

Pescare la tinca

Un pesce meno conosciuto per i neofiti, somiglia alla carpa per forma e abitudini: vive infatti soprattutto presso i fondali fangosi di fiumi, laghi e cave nei pressi di grosse concentrazioni di vegetazione, dove raggiunge solitamente circa tre kg di peso e 60-70 cm di lunghezza. 

Da non perdere:   Quali esche per pesca usare

L’estate è il momento migliore per pescarla, con primavera e autunno che forniscono ancora discreti risultati e l’inverno come periodo di maggior scarsità. Pesca bolognese e pesca a fondo sono le tecniche più indicate per ricavare i migliori risultati dalle battute di pesca alla tinca. La predilezione di questo pesce in termini di esche va  verso il mais e il bigattino, ma attenzione: si tratta di una preda molto furba, capace di comprendere agevolmente il pericolo derivato da un’esca presentata male.

Pescare il lucioperca

Un altro predatore d’acqua dolce, è caratterizzato da una vistosa cresta e da una preferenza per acque ben ossigenate e ferme con molta vegetazione che spunta dalla superficie. Di giorno lo si trova più vicino alla superficie, mentre la sua natura di cacciatore lo porta a muoversi più in profondità durante la notte per cibarsi di piccoli pesci come salmerino e lavarello. Primavera e autunno sono i momenti migliori dell’anno per insidiarlo tramite pesca a spinning e sul fondo, soprattutto utilizzando esche artificiali e cucchiaini medio grandi. L’esca viva come un verme di terra o un bigattino funziona meglio soprattutto se si decide di pescarlo a fondo, con un’azione di recupero lenta e incostante.

Pescare il pesce gatto

Il principe dei fondali fangosi, è tanto robusto e abituato alla scarsità di ossigeno da poter sopravvivere molti minuti fuori dall’acqua senza quasi nessuna conseguenza. I suoi caratteristici baffi si abbinano anche a un dorso punteggiato da pinne dotate di aculei, con cui il pesce è solito difendersi: l’attenzione da tenere in fase di recupero è massima. Lo si trova soprattutto in estate e primavera in fiumi e laghi,  presso le sponde e nei tratti dove la corrente è minore. Non si tratta assolutamente di un pesce schizzinoso: mangia praticamente di tutto, quindi il tipo di esca utilizzata con la pesca alla bolognese, a spinning e a fondo è piuttosto indifferente. Bigattino e verme di terra, comunque, restano le migliori scelte.

L’unico consiglio per dare la caccia a questo pesce è di portarsi un’attrezzatura molto robusta: si tratta di un brutto cliente quando si parla di forza e resistenza, capace di far sudare anche i più esperti. 

Pescare il cavedano 

Appartenendo alla famiglia dei ciprinidi, si tratta di un pesce parente della carpa che, come la sua controparte, è molto diffuso nei fiumi e nei laghi italiani. Predilige le zone dal fondale ghiaioso con una corrente non molto forte, dove lo si può trovare in branco (se giovane) o isolato (se più adulto). A parte d’inverno, è piuttosto facile pescarlo alla bolognese in qualunque momento dell’anno utilizzando bigattini e perfino semplicissime molliche di pane!

Pescare il barbo

Un pesce che prende chiaramente il nome dai quattro barbigli che ne circondano la bocca, abita nei fiumi e nei laghi di tutta Italia, in cui raggiunge un peso che mediamente si aggira sui due kg per mezzo metro. A patto che le acque siano ben ossigenate, lo si trova presso fondali sia ghiaiosi che torbidi. Vista la sua grande forza e combattività, molti pescatori lo apprezzano per il divertimento che porta durante la cattura. Le tecniche migliori per insidiarlo, con la primavera e l’estate come periodi di punta, sono sicuramente la bolognese e la passata. Oltre ai bigattini e ai lombrichi, è utile ricordare che questo pesce è molto ghiotto di formaggio.

Pescare il carassio

Un altro pesce della famiglia dei ciprinidi, lo si trova nelle acque torbide con poca corrente di fiumi e laghi, dove vive in branchi che rimangono quasi totalmente immobili durante il giorno. Difficilmente supera i 30-40 cm e circa un kg e mezzo di peso, con i periodi di maggior pescosità rappresentati soprattutto dalla tarda primavera e dall’estate. Si tratta di un pesce poco smaliziato che tende ad abboccare praticamente a tutto, causando anche una sorta di azione di disturbo nel momento in cui si puntano le carpe o le tinche. 

In ogni caso, le tecniche migliori per pescare questo pesce sono la pesca bolognese e la pesca a fondo, con bigattini e lombrichi come esche preferite.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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