Scegliere il filo da pesca in base al tipo di preda: consigli e suggerimenti 

Ogni pescatore con più o meno esperienza sa benissimo quanto le scelte per una battuta di pesca siano fondamentali. Oltre alla scelta della canna, del mulinello, dell’eventuale pastura e dell’esca, è fondamentale che la lenza venga selezionata con cognizione di causa.

La scelta del filo da pesca, dal tipo di filo (nylon vs fluorocarbon vs trecciato) fino al diametro e alla capacità di carico, rappresenta un passaggio fondamentale, che spesso fa la differenza tra il successo e…un banale buco nell’acqua!

Battute a parte, dopo aver già visto una guida all’acquisto per il filo da pesca, oggi cerchiamo di fare un passo in più e di approfondire come si può selezionare una lenza in base al tipo di predatore sulle cui tracce siamo in procinto di metterci. 

Considerando quanto utile sia questa informazione, non perdiamo tempo in chiacchiere e buttiamoci a capofitto nell’approfondimento!

Filo da pesca: un utile pro memoria

Prima di gettarci nel cuore di questo approfondimento, rinfreschiamoci la memoria in merito ai tipi di filo da pesca e alle loro caratteristiche. Qualsiasi sia la tecnica che scegliamo di utilizzare o l’equipaggiamento con cui la pratichiamo, i tipi principali di filo da pesca sono tre, ovvero: 

  • Trecciato: il più resistente dei tre tipi di fili da pesca, che presenta però pochissima elasticità. Questo fattore è una manna dal cielo per il pescatore, che è in grado di percepire praticamente ogni movimento della lenza e dell’esca, reagendo quasi in tempo reale. La sua struttura lo rende ideale per lo spinning e i suoi lanci lunghi.
  • Fluorocarbon: la scelta migliore per la discrezione si potrebbe dire. La lenza in fluorocarbon infatti, indipendentemente dal diametro del filo, è praticamente invisibile in acqua. La componente di carbonio da a questa lenza anche una ottima resistenza all’abrasione.
  • Nylon: conosciuto anche dai non appassionati di pesca sportiva, il filo in nylon è molto elastico ed è l’ideale per smorzare i movimenti che la canna da pesca solitamente impone all’artificiale. Questo lo rende ideale per molti tipi di tecnica, come per esempio il light drifting. 

L’importante, qualunque siano le intenzioni o le preferenze del pescatore, è sempre procurarsi del filo da pesca di qualità: sarebbe un gran peccato scoprire tra le onde o sulla riva che la nostra bobina è solo poco più di un gomitolo di filo inservibile.

Le caratteristiche del filo da pesca in relazione al tipo di preda insidiata

Diamo ora un’occhiata a quelle che sono le principali caratteristiche comuni a tutti i fili da pesca, soffermandoci su delle considerazioni relative a ciascuna di queste in base alla tipologia di pesce che puntiamo a catturare.

Colore

Un filo da pesca colorato o fluorescente aiuta a vedere la distanza che c’è tra l’ esca e a seguirne in maniera migliore l’animazione durante la battuta di pesca. In virtù di questo, potrebbe risultare anche più facile notare abboccate altrimenti più difficili da vedere. 

Da non perdere:   Come scegliere la muta da sub?

Possiamo dire in linea di massima che un filo colorato importerà di meno quando si andrà a insidiare una preda come il pesce serra, sempre molto aggressivo e in un certo senso incurante di dettagli come la sfumatura della lenza. 

Per prede come sospettose come le trote o comunque guardinghe come i lucci, invece, il filo fluorocarbon e la sua quasi totale invisibilità in acqua se preso trasparente, grigio o marrone a seconda del teatro di pesca, sarà una scelta maggiormente indicata.

Diametro 

Non è certo un segreto che a un diametro inferiore corrisponde una possibilità concreta di eseguire lanci più lunghi. A dispetto della distanza di lancio, comunque, resta pur sempre vero che un filo più spesso presenta maggiore resistenza e carico di rottura rispetto a una controparte fine.

In buona sostanza, che la nostra scelta ricada sul nylon o su altri fili di diverso materiale, utilizziamo una metafora per spiegare al meglio il concetto: non si può utilizzare una piuma per ferire un leone!

Sicché, un diametro di 0.20 o affini andrà bene pe catturare predatori piccoli come pesci persici et similia, mentre una dimensione intorno a 0.30 o 0.35 si potrà scegliere per pesci come lucci e leccia amia. Anche i diametri più piccoli come 0.16 e 0.18 non sono comunque da scartare a prescindere: vanno benissimo per portarsi a casa anche orate di ottima taglia. 

Va da sé che per la pesca di altura è importante equipaggiarsi con un filo molto resistente: tonni, pesci spada e simili sono capacissimi di spezzare lenze troppo fragili rispetto alla loro taglia. Arrivare fino anche a 2 millimetri, quindi, non rappresenta assolutamente una bestemmia.

Elasticità e/o sensibilità 

Ci sono momenti in cui rendersi conto della mangiata dell’esca è fondamentale. Se da un lato abbiamo predatori grossolani come il già citato pesce serra, che tendono ad attaccare senza remore qualsiasi esca artificiale appropriatamente presentata, dall’altro abbiamo invece dei bersagli più diffidenti come le trote e le seppie, molto più discreti e guardinghi nelle loro interazioni con l’esca. 

Nel caso in cui dunque ci si trovi alle prese con un obiettivo tendente a non andare per il sottile e dotato di una forza considerevole, anche una scelta meno sensibile ed elastica come un filo trecciato andrà più che bene. 

Nel momento in cui si avesse a che fare con prede o tecniche di pesca più improntate all’attenzione verso il minimo movimento del terminale, invece, un filo da pesca in nylon potrebbe essere la scelta migliore grazie alla sua grande elasticità e alla conseguente sensibilità che consente al pescatore. 

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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