Codice della nautica: le regole meno rispettate

In barca, come in auto, ci sono regole più rispettate e altre regole che, invece, vengono spesso trascurate. Sono pochissimi, per fortuna, gli automobilisti che al giorno d’oggi guidano senza cintura, ma sono ancora tanti quelli che di tanto in tanto usano il cellulare alla guida, e non si contano gli eccessi di velocità. Qualcosa di molto simile succede anche sulle barche: anche qui, infatti, ci sono un sacco di regole del Codice della nautica da diporto che vengono bellamente snobbate molto frequentemente.

Certo, ci sono delle regole del Codice della nautica che in pochissimi, fortunatamente, scelgono di infrangere. Pensiamo per esempio ai giubbotti di salvataggio, alle zattere di salvataggio, alla radio VHF: queste dotazioni di sicurezza obbligatorie sono presenti pressoché in tutte le imbarcazioni per cui sono previste, per paura delle multe salate e per buonsenso. E ancora, è decisamente raro incontrare dei diportisti senza patente nautica al comando di barche per le quali, invece, la patente nautica sarebbe necessaria.

Ci sono però altre regole del Codice della nautica che in tanti, in tantissimi continuano più o meno consapevolmente a ignorare o ad aggirare a piacimento. Di quali norme del Codice della nautica da diporto stiamo parlando?

Le regole meno rispettate del Codice della nautica da diporto

Distanza minima dalla costa

Sulla distanza minima dalla costa da mantenere durante la navigazione, certo, ci potrebbero essere dei dubbi circa la variabilità di questo dato. La distanza minima varia infatti in base al tipo di costa che ci si trova ad affrontare, da un limite piuttosto contenuto nel caso di scogliere (150 metri) a delle distanze decisamente maggiori nel caso di spiagge e stabilimenti balneari (500 metri). Sulla necessità di imporre delle regole di navigazioni di questo tipo, non ci piove. Eppure sono davvero tanti i diportisti che si avvicinano molto di più alla costa, con tutti i rischi che questa trasgressione del Codice della nautica può portare: i tanti tragici incidenti con i bagnanti lungo le nostre coste ne sono la triste conferma.

Le bandiere

Ecco una regola la cui trasgressione è decisamente meno rischiosa. Ed è proprio per questo, probabilmente, che molto spesso viene del tutto trascurata. Eppure il Codice della nautica parla chiaro: la bandiera nazionale deve essere esposta obbligatoriamente da tutte le barche al di sopra dei 10 metri, e deve essere posizionata a poppa. Fin qui niente di difficile, non fosse che la bandiera dovrebbe essere esposta tutte le mattine alle 8, per rimanere all’aria fino al tramonto, senza essere oscurata da nessun’altra bandiera: quella nazionale, infatti, deve essere la bandiera più grande di tutta la barca. Per quanto riguarda l’esposizione della bandiera di cortesia, e quindi della bandiera del Paese ospitante, si può tirare un sospiro di sollievo: a prescriverla non è il Codice della nautica, quanto invece l’etichetta. Insomma, nessuna multa in vista per i trasgressori, tutt’al più un po’ di biasimo.

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La velocità in porto

Forse questa è tra le regole meno rispettate del Codice della nautica da diporto, e non serve certo essere particolarmente pignoli per accorgersene. In porto i pericoli sono tantissimi, con tutte le barche ormeggiate e con soprattutto con tutte le barche intente in operazioni di manovra. Per questo motivo i porti sono costellati da cartelli e segnali che indicano la velocità massima che, in ogni caso, non dovrebbe mai superare i 3 nodi. E no, non serve certo essere dotati di autovelox per capire che in molti navigano a velocità decisamente superiori!

La velocità in prossimità delle coste

I limiti di velocità non vengono superati solamente all’interno dei porti. Anzi, anche in navigazione molto spesso si raggiungono molti più nodi rispetto a quanto stabilito dal Codice della nautica. La regola infatti è chiara: chi si muove a meno di 500 metri dagli scogli – o a meno di 1.000 metri dalle spiagge balneari – non può superare i 10 nodi. Questo significa, per forza di cose, che questa sarebbe la velocità da tenere appena levata l’ancora. Quante volte invece si vedono barche che danno manetta fin da subito?

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La precedenza in mare

Quando si parla di precedenze in mare, la trasgressione è sempre dietro l’angolo. In effetti, quando si è tra le onde, vige fin troppo spesso la legge del più forte, anzi, del più grande. Ma non dovrebbe essere così, in quanto il Codice della nautica detta delle regole piuttosto precise, che non lasciano spazio a dubbi. Nel caso di incrocio senza rischio di collisione, il comportamento da seguire è semplice: è necessario procedere a velocità moderata e mantenere la dritta rispetto alla barca in avvicinamento. Facile, no? Le cose sono più complicate nel caso di incrocio con rischio di collisione. Qui il compito grava sulla barca con maggiore capacità di manovra: in un incrocio tra barca a vela e barca a motore, quindi, dovrebbe essere compito della seconda dare la precedenza; in un incrocio tra una normale imbarcazione da diporto e una grossa nave, o magari un peschereccio al lavoro, l’onere della precedenza dovrebbe spettare alla prima.

Distanza dalla boa dei sub

Chiudiamo con un’altra regola di navigazione spesso trascurata, con tutti i rischi che questo può comportare. La normativa è chiara: il sub non può uscire da un raggio di 50 metri dalla propria boa di segnalazione, mentre le barche non possono avvicinarsi a meno di 100 metri di distanza dalla boa. Il rischio come si può immaginare, è enorme: non a caso chi infrange questa regola risulta penalmente perseguibile.

Le multe per le unità da diporto

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Vite quelle che sono le norme meno rispettate del Codice della Nautica, vale la pena guardare anche quelle che sono in genere le sanzioni conseguenti. Molte volte la trasgressione resta impunita, non essendoci nelle vicinanze esponenti delle forze dell’ordine. Altre volte è invece possibile incorrere in multe che possono essere anche salate, e che diventano molto pesanti in caso di trasgressioni gravi, che mettono effettivamente a rischio la sicurezza altrui. I natanti da diporto che non rispettano il limite di navigazione dalla costa vanno per esempio incontro a una multa compresa tra i 103 e i 516 euro, in base alla gravità effettiva della trasgressione (ci sono fattori quali la distanza di sforamento, la presenza di persone in acqua e via dicendo).  Chi porta una barca da diporto che richiede il possesso di patente senza aver superato l’esame va incontro a sanzioni tra i 2.066 e gli 8.623 euro, laddove la multa per chi guida con patente scaduta è compresa tra i 207 e i 1.033 euro, cifre che vengono adottate anche per l’assenza delle dotazioni minime di sicurezza. Chi viene colto a navigare sotto l’effetto di alcol o di stupefacenti viene punito con una multa tra  i 2.066 e gli 8.623 euro, alla quale si somma la sospensione della patente nautica.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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