Quale tender acquistare? Una guida

Al di sopra di una certa dimensione, un’imbarcazione deve essere senz’altro dotata di un battello di servizio, grazie al quale spostarsi in modo rapido e veloce dalla barca stessa alla riva. Trovare un posteggio non è un problema, così come diventa facile muoversi in modo agile, anche nei porti più affollati. Quello di fare da collegamento tra la barca e la terraferma è l’uso principale di questo piccolo natante a servizio della barca principale, ma va detto che è possibile usarlo anche per brevi escursioni lungo la costa mentre si è all’ormeggio, per facilitare l’ormeggio stesso in condizioni difficili, e via dicendo. Ma quale tender acquistare? Di fattori da considerare ce ne sono parecchi: pensiamo alla tipologia di battello di servizio, al peso, all’ingombro, al numero di passeggeri, al tipo di motore fuoribordo da installare, e via dicendo. Ecco quindi una guida alla scelta del tender!

Il mondo dei tender: peso e ingombro

Quando si parla di battelli di servizio la mente va subito inesorabilmente al tender. Il quale senza dubbio è la soluzione ideale per le barche che hanno spazio disponibile a bordo per il suo stivaggio, ma non è detto che in tutti i casi sia possibile effettivamente caricare a bordo un tender vero e proprio. Non si deve però per forza cancellare l’idea di avere un battello di servizio a disposizione: è possibile infatti utilizzare a mo’ di battello di servizio anche un kayak gonfiabile o un SUP gonfiabile, sapendo che una volta asciugati, sgonfiati e riposti nelle loro sacche troveranno benissimo posto in un piccolo gavone. Ma questo riguarda soltanto le più piccole barche: per tutte le altre imbarcazioni da crociera, trovare un posto per il tender non è certo impossibile. Quindi, prima di procedere con la guida per l’acquisto del tender, vale la pena indicare i vari luoghi a bordo in cui posizionare il tender.

Dove mettere il tender a bordo?

Come vedremo tra poco, ci sono dei tender che, quando non utilizzati, possono essere avvolti su sé stessi, così da ridurre in modo davvero considerevole il loro ingombro. E se non si volesse sgonfiare i tubolari tra un utilizzo e l’altro? E se il tender desiderato fosse fisso, e quindi non avvolgibile? Ebbene, le barche di una certa stazza possono caricare a bordo senza grossi problemi un tender gonfio e sempre pronto per salpare. Le unità più spaziose possono contare su degli speciali gavoni con apertura sullo specchio di poppa, lì dove il tender può essere parcheggiato comodamente: si tratta dei cosiddetti “tender garage”; altre imbarcazioni, come per esempio i catamarani, possono semplicemente alloggiare il tender sulla piattaforma di poppa. E ancora, non è affatto raro vedere dei tender issati sulle gruette e lì assicurati. Delle soluzioni più momentanee, per degli spostamenti brevi, prevedono infine di trainare il tender a bassa velocità, oppure di posizionarlo – se leggero – sul ponte di prua, tendenzialmente capovolto.

Vediamo ora quale tender acquistare!

Quale tender acquistare? Le tipologie avvolgibili

Non tutti hanno una barca sufficientemente spaziosa per poter trasportare comodamente un tender nella sua interezza: per questo motivo ci sono diverse tipologie di tender che permettono lo sgonfiamento e lo stivaggio in spazi limitati, come per esempio in un apposito gavone. Esistono 3 tipologie di tender avvolgibile e sgonfiabile, ovvero quello con il pagliolato gonfiabile, quello con il pagliolato a listelli e quello con il pagliolato in listelli di alluminio. Vediamo le caratteristiche di ognuno.

Tender con pagliolato gonfiabile, o pneumatico

La forma più classica di gommone di servizio, ovvero un gommoncino così come erano i gommoni un tempo: gonfiabili, in ogni loro parte. Ecco che allora abbiamo i tubolari pneumatici nonché il pagliolato, ovvero “il fondo” del tender, a sua volta gonfiabile. Qui, dunque, non abbiamo uno scafo rigido, quanto invece un pagliolato pieno d’aria. Certo, verrebbe subito da pensare a un pagliolato talmente soffice e instabile da non consentire di stare eretti senza “sprofondare”. Ma non è così: il pagliolato di questi tender è infatti gonfiato ad alta pressione, così da avere una buona stabilità. Abbiamo quindi un gommoncino decisamente leggero, poco ingombrante una volta sgonfio, tanto da entrare in un normale gavone come anche, in caso di necessità, nel bagagliaio di un’auto.

Tender con pagliolato a listelli, o a steccato

Qual è lo svantaggio del tender con pagliolato gonfiabile? Semplice: che quest’ultimo va gonfiato e quindi sgonfiato. Il tender con pagliolato a listelli rimuove questa incombenza, presentando un fondo a steccato, che può quindi essere “aperto” e predisposto molto in fretta. Un gommone di questo tipo può quindi essere arrotolato e srotolato molto velocemente: i punti forti di questo modello sono dunque la velocità di utilizzo nonché il costo tendenzialmente contenuto di acquisto. Ma occhio: non parliamo di un gommoncino con una ciglia, né di un tender planante. Di fatto, il tender gonfiabile di cui sopra tende a raggiungere delle velocità migliori.

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Tender con pagliolato a listelli

Questo è il modello di tender avvolgibile che si avvicina di più ai modelli fissi che vedremo tra poco. Da non confondere con il modello a listelli “semplice”, qui abbiamo un pagliolato in alluminio, più rigido, più robusto. I migliori modelli di questo tipo danno peraltro l’opportunità di installare anche una ciglia gonfiabile, così da staccarsi in modo più deciso dal tender con pagliolato a steccato, per avere delle performance di alto livello in acqua. Si potrà così avere in un solo battello il plus dell’avvolgibilità, unito a velocità, stabilità e ottime prestazioni. Il problema qui è piuttosto quello del peso, nonché dell’ingombro, entrambi superiori alle tipologie precedenti.

Quale tender acquistare? Il modello rigido

Chi non ha l’esigenza di smontare e avvolgere il tender tra un utilizzo e l’altro – e quindi chi può inserirlo per esempio in un garage/gavone oppure sulla piattaforma di poppa – può puntare verso un modello rigido. Qui abbiamo un battello di servizio che di fatto presenta una struttura semirigida che ben poco ha da invidiare a un piccolo gommone “indipendente”: non sorprende quindi che chi ha spazio a disposizione punti direttamente verso questi modelli, per i quali però la presenza di gruette a bordo è praticamente un must. Al di là delle questioni di ingombro, qui le performance del tender raggiungono tutto un altro livello: nel momento in cui trasportabilità e stoccaggio non sono più un problema, infatti, è possibile concentrarsi sulla qualità della carena del tender, che nella maggior parte dei casi viene realizzata in alluminio oppure, nei modelli più economici, in poliestere.

I materiali utilizzati

Abbiamo già accennato qualcosa a proposito dei materiali dei battelli di servizio con chiglia rigida. Per capire quale tender acquistare vale la pena guardare anche agli altri materiali utilizzati tipicamente. Si parla pur sempre di gommoncini: non stupisce quindi di trovare tra i materiali più diffusi il PVC e il neoprene per realizzare i tubolari, sapendo che il primo spicca per il prezzo particolarmente conveniente, con il neoprene che assicura invece una maggiore resistenza rispetto ai raggi del sole e agli “sfregamenti” (anche se va detto che IL PVC negli ultimi anni è migliorato parecchio).

La scelta tra l’uno e l’altro materiale, a prescindere dal modello di tender, andrebbe fatta considerando budget, frequenza di utilizzo e contesto: chi utilizza molto spesso il tender – come per esempio a livello commerciale o professionale – e chi naviga in acque calde e ha un buon budget a disposizione dovrebbe guardare sicuramente verso il neoprene, mentre chi fa un uso sporadico del tender in climi non particolarmente caldi può certamente preferire il più economico – ma comunque affidabile – PVC.

quale tender acquistare come battello di servizio

Quale tender acquistare? Le dimensioni del battello di servizio

Per capire quale tender acquistare è infine bene pensare alle dimensioni del battello di servizio. In linea di massima le misure di questi gommoncini variano tra gli 1,5 metri e i 3 metri: la scelta va fatta in base alle persone che dovranno essere trasportate dal gommoncino. Certo, chi vuole utilizzare il battello di servizio solo per dei brevissimi collegamenti tra la barca in rada e la terraferma può optare per i modelli più piccoli, sapendo che sarà possibile per esempio fare “due giri” per portare passeggeri e spesa; chi sa che userà il tender anche per fare delle brevi escursioni, che sa di avere bisogno di spazio per fare la spesa durante una crociera, e via dicendo, dovrebbe puntare su dei modelli leggermente più spaziosi.

Il peso del tender aumenta insieme alle sue dimensioni e, ovviamente, alla struttura: per fare un esempio, un Tender Zodiac 270 in alluminio da 2,70 metri pesa appena 37 chilogrammi, laddove un Tender Zodiac 270 con pagliolato a stecche della stessa misura ne pesa 29.

Il motore fuoribordo per i tender

Non basta decidere quale tender acquistare: è bene sapere anche quale motore fuoribordo accoppiare al battello di servizio. Questo sapendo che, ovviamente, il produttore stesso di solito dà delle indicazioni, a partire dalla potenza massima indicativa del propulsore da utilizzare: nel caso degli Zodiac da 2,70 metri citati qui sopra, per esempio, la soglia massima consentita è di 10 HP per il modello rigido, e di 4 HP per quello con pagliolato a stecche. Oltre a tenere in considerazione i “paletti” del produttore, nella scelta del fuoribordo per il tender si dovranno considerare altri fattori, quali: l’uso effettivo che si farà del battello di servizio, se puramente per fare spoletta barca-terraferma o anche per brevi escursioni; il peso del motore, sapendo che ha poco senso investire in un tender leggerissimo per poi appesantirlo con un propulsore eccessivo; e infine, ovviamente, la tipologia di motore. Nel caso del tender può infatti essere particolarmente interessante l’opzione del motore fuoribordo elettrico, sapendo che questi motori spiccano per leggerezza.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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