Guida alla manutenzione, lavaggio e pulizia delle vele

La pulizia della barca è uno dei compiti obbligatori di ogni armatore, un appuntamento fisso che fa parte della vita nautica di tutti quanti gli appassionati. Si tratta di un dovere, è certo, ma anche di un piacere. Pulire la barca e occuparsi della sua manutenzione vuol infatti dire stare all’aria aperta, aumentare la durata e il valore della nostra barca e scoprirne ogni più piccolo dettaglio. Per questo motivo gli armatori che si dedicano alla pulizia del teak, dello scafo e dei piccoli interventi di manutenzione lo fanno generalmente con il sorriso sulle labbra. C’è un’attività relativa alla manutenzione della barca, però, che viene puntualmente rimandata nel tempo. I motivi di questa continua posticipazione, del resto, non sono noti: non si tratta di un’operazione impegnativa, né costosa, né difficile da portare a termine. E no, non è nemmeno un intervento di poco conto, che si può rimandare a cuore leggero, nella convinzione che ‘non cambi nulla’. Parliamo ovviamente della pulizia delle vele, un’attività di manutenzione che ogni velista dovrebbe fare periodicamente. In linea di massima, la pulizia delle vele andrebbe effettuata dopo ogni periodo di utilizzo particolarmente intenso della barca a vela, nonchè alla fine della stagione, in occasione del rimessaggio invernale: l’armatore che decide di non effettuare questa operazione fa un grosso errore. La vela, infatti, è a tutti gli effetti il motore della barca a vela, il vero propulsore: non prendersene cura con una buona pulizia e una buona manutenzione sarebbe un po’ come pretendere che un’automobile funzionasse per per vent’anni senza fare mai un singolo tagliando. Pura fantasia! Ecco perché, dunque, devi imparare a prenderti cura della tua vela e degli accessori vela con le azioni e con i prodotti giusti.

Prevenire è meglio che curare

Lo sanno tutti i lupi di mare: anche quando si parla di barche, e non solo quando si parla della nostra salute, prevenire è meglio che curare. La parte fondamentale e primaria della prevenzione, però, è quella del controllo. Questo per dire che, per una corretta manutenzione delle vele della nostra barca, dobbiamo per prima cosa alzare lo sguardo e controllarle, per individuare tutte le eventuali aree di intervento. Questa attività, del resto, dovrebbe essere fatta con tutti gli accessori e gli impianti della barca: dallo scafo al teak, dai parabordi all’albero, per arrivare fino alle vele, tutto parte dunque da una buona osservazione delle loro condizioni. Armati di un fido blocco note, dunque, si dovrebbero programmare delle uscite leggere, senza grossi obiettivi, se non quelli di divertirsi e di controllare la barca e, in questo caso, le sue vele, mediante una ispezione ben strutturata, concentrando di volta in volta lo sguardo su un elemento diverso. Si partirà dunque issando la randa e dedicando a essa tutta la nostra attenzione, alla ricerca di macchie particolarmente visibili, di segni di usura, di cuciture messe male e via dicendo. Si passerà poi al controllo del genoa, per poi dedicare lo sguardo alle altre vele di prua: molto probabilmente, una volta terminata questa indagine, avremo una piccola lista di interventi da effettuare. A questo proposito, meglio non essere vaghi, appuntando con precisione tutti i problemi e la loro esatta collocazione, per non ritrovarsi poi a tralasciare degli interventi importanti.

Una volta individuati, tutti questi interventi devono essere portati a termine in breve tempo. Prevenire, come anticipato, è meglio che curare: macchie e cuciture saltate, infatti, non possono che peggiorare nel tempo. Meglio sistemarle subito, per non rischiare di compromettere del tutto la salute della vela!

pulizia vele

Il materiale delle vele

Prima di passare alla pulizia delle vele è bene ricordare che le vele delle nostre barche sono il frutto di una grandissima evoluzione, di uno sviluppo continuo che ha interessato anche la ricerca del materiale migliore. Un tempo le vele delle nostre barche erano in cotone, e sono tante ancora oggi le persone che, guardando le barche da lontano e non avendo mai toccato una vela, sono convinte che quello sia tutt’oggi il loro materiale. In realtà fin dagli anni Cinquanta abbiamo abbandonato il cotone, così come ci siamo lasciati alle spalle la costosissima seta usata per gli spinnaker. Dal cotone alla seta si è passati al nylon, quindi a tessuti che resistono a lungo alla deformazione, a partire dal dacron, tessuto che è stato messo a punto per l’appunto negli anni Cinquanta. E se ancora oggi il dacron è il tessuto più diffuso per le nostre vele, il kevlar guadagna sempre più apprezzamenti, con una scalata iniziata già negli anni Settanta, mentre è ormai la normalità avere delle vele miste di dacron o mylar (una lamina di poliestere) o di dacron e kevlar, o di kevlar, dacron e mylar insieme. Si tratta di vele spesso costose, e che per questo devono essere rispettate, pulite, controllate e sì, coccolate. Dall’altra parte, come è noto, ci sono invece le vele in membrana, scelta ormai standard per le performance cruiser.

La pulizia delle vele

Quando si pensa alla pulizia della barca ci si immagina sempre l’armatore o chi per lui che, armato di straccio, pulisce il ponte da cima a fondo. Anche le vele, però, devono essere pulite con una solerzia simile, se non perfino maggiore. Ma quali sono i nemici delle vele? Ebbene, il primo elemento che dobbiamo eliminare quando ci proponiamo di pulire le vele è sicuramente il salino. Questa è ovviamente una sostanza onnipresente in mare, che tutti gli elementi nautici devono per forza di cose sopportare. Ciononostante il sale, a lungo andare, finisce per compromettere la salute delle nostre vele: unita a quella dei raggi solari, l’azione del sale finisce infatti per rendere rigida la trama delle vele, rendendone il tessuto via via più fragile. Per evitare che il salino corroda le vele, dunque, bisogna lavarle regolarmente, ma non certo con dell’acqua altrettanto salata! No, quello che serve alle nostre vele è decisamente un bagno in acqua dolce. Ecco dunque che a questo proposito ci vengono in soccorso le nostre vasche da bagno domestiche, oppure, ancora meglio, le tipiche piscine gonfiabili da bambini, così da poter lasciare in ammollo le nostre vele a lungo senza grossi problemi. Sì, perché la pulizia delle vele non è subito fatta: queste hanno infatti bisogno di un periodo di riposo piuttosto lungo nell’acqua dolce – e per questo le piscine gonfiabili da giardino sono certamente più pratiche delle vasche da bagno a questo scopo. L’ideale è mantenere in ammollo le vele per un’intera giornata, avendo cura di cambiare completamente l’acqua almeno tre volte, così da risciacquare gran parte del salino. La prima volta si utilizzerà solo e unicamente dell’acqua dolce, così come la seconda volta. In occasione dell’ultimo ricambio d’acqua, a questa si aggiungerà invece un po’ di detergente per vele, pensato per sgrassare in profondità senza corrodere il tessuto.

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Una volta estratta dall’acqua, la vela va risciacquata con cura, così da eliminare sia i residui di sale che quelli di sgrassatore: è importante, a questo scopo, avere a disposizione un’ampia area pulita sulla quale poter distendere la lavata, nonché un getto d’acqua dolce per effettuare questa operazione in modo veloce ed efficace.
In linea di massima, delle vele recenti e trattate bene sono già a questo punto perfettamente pulite e splendenti. Ma si sa, nel mondo della manutenzione della barca si sono sempre tanti ‘se’. E se le vele presentano delle macchie di ruggine? E se le vele sono sotto attacco della muffa?

manutenzione vele

Pulire le vele macchiate dalla ruggine, dalla muffa o dalla sabbia

Di solito, quando si scrivono guide su come pulire dei tessuti da delle macchie eccezionalmente ostinate, ci si riferisce a delle macchie di pomodoro, di caffè o vino su pantaloni, vestiti e tovaglie. Qui, invece, stiamo parlando di vele, e non ci si deve dunque stupire se le macchie di cui parleremo saranno di tipi assolutamente diverso.

Sì, talvolta, dopo aver lasciato a mollo e lavato con acqua dolce le nostre vele, troviamo delle macchie persistenti. Abbiamo tipicamente a che fare con delle macchie di muffa, con degli aloni giallastri causati dalla sabbia o, talvolta, con delle macchie di ruggine, le quali non dipendono tanto dall’uso delle vele, quanto invece dal loro mancato utilizzo. Proprio così: la ruggine va a colpire infatti soprattutto la tormentina o il fiocco 2, le quali spesso se ne restano ripiegate e rinchiuse in un gavone per lunghi periodi. Anche dall’interno del loro sacco, queste vele possono infatti essere aggredite dalla ruggine, che costituisce allo stesso tempo una brutta sorpresa e una bella gatta da pelare: le macchie di ruggine, infatti, non sono per nulla semplici da eliminare, e difficilmente – nel caso di macchie più datate e quindi profonde – è possibile far tornare le vele al loro antico candore. Ma come si affrontano queste macchie? Per prima cosa, è necessario armarsi di pazienza, e poi dei giusti accessori per la pulizia della barca: in questo caso ci serviranno una spugna, una spazzola morbida che non rovini il tessuto della vela e il detergente per vele che abbiamo già visto in precedenza. Si sarebbe tentati di provare subito un approccio aggressivo, usando tanto detersivo e tanta energia nel strofinare la parte macchiata, ma si sbaglierebbe: molto meglio procedere per gradi, poco alla volta, tornado a più riprese sulla macchia ma senza premere troppo.

Diverso il caso delle vele macchiate dalla muffa. Qui la questione è più semplice: utilizzando dei prodotti antimuffa o della semplice candeggina è possibile eliminare i classici e fastidiosi puntini neri, stando però ben attenti a non effettuare questo lavoro al sole. La candeggina, così come gran parte dei detergenti antimuffa, tende a scurire i tessuti se esposti al sole durante la detersione.

come pulire vela

La riparazione delle vele

Pulizia in barca significa anche manutenzione: dopo averlo pulite e smacchiate, le vele dovrebbero essere sottoposte a tutti gli interventi pianificati in precedenza durante la fase di controllo. Nella maggior parte dei casi avrai molto probabilmente a che fare con degli interventi piccoli, abbastanza veloci e piuttosto facili, che potrai portare a compimento tu stesso. Altre volte, invece, dovrai per forza di cose rivolgerti all’aiuto di un professionista: pensiamo, per esempio, alla necessità di cambiare interi ferzi. Non devi però disperare: molto spesso si tende a sovrastimare il costo di questi interventi.
Restiamo, però, sugli interventi più tipici della manutenzione della barca quando si tratta di vele, i quali possono essere eseguiti in autonomia senza grossi problemi. Ecco dunque che ti ritroverai a voler sistemare i tipici fili scuciti, porta d’ingresso per guai ben maggiori. Sul tuo blocco note dovresti già aver segnato i punti critici – evidenziati magari anche durante la pulizia. Non devi dunque fare altro che armarti di filo, di ago e di guardapalmo, e iniziare questo lavoro sartoriale. L’importante, ovviamente, è sfruttare i vecchi fori, senza dunque andare a effettuarne di nuovi.
Ago e filo possono essere utilizzati solamente sulle classiche vele in Dacron, laddove invece le vele in nylon non possono essere aggiustate con attività sartoriali. Per spinnaker, jennaker e via dicendo servono invece gli appositi nastri adesivi.

Bene, ora le tue vele sono pulite, smacchiate e anche riparate. Sono dunque pronte per essere issate nuovamente o, in caso di rimessaggio invernale, per essere conservate al meglio fino alla nuova stagione. Ma la manutenzione della vela è un processo che inizia e conclude con questi interventi speciali? Non è forse qualcosa al quale il velista deve pensare sempre, giorno dopo giorno?

La manutenzione delle vele e degli accessori vela

Le vele vanno trattate con una certa cura e con le tecniche corrette: in questa parte finale della guida dedicata alla loro pulizia e manutenzione abbiamo dunque pensato di elencare i principali accorgimenti per farle durare a lungo.

– Per prima cosa, è necessario usare le vele nel range di vento consigliato per l’uso;
– Evitare sterzate troppo lunghe, le quali possono finire per compromettere rapidamente le prestazioni della barca;
– Evitare tutti i contatti non strettamente necessari tra gli armamenti verticali e le vele;
– Abbandonando la barca, ricordarsi sempre di allentare la drizza di randa, l’alafuori e la drizza del fiocco, così da diminuire in modo importante il tensionamento, riducendo così lo stress e le deformazioni;
– I raggi ultravioletti, seppur lentamente, danneggiano le vele: per questo è necessario evitare l’esposizione al sole per periodi prolungati, avendo cura di scegliere avvolgifiocco con apposite protezioni UV;
– Quando messa riposo, una vela non andrebbe mai piegata nello stesso modo, così da evitare la formazione di pieghe permanenti, che possono danneggiare il tessuto;
– Se scheggiate, sostituire le stecche, o eventualmente – in attesa di sostituirle – avvolgerle con del nastro adesivo, così da proteggere il tessuto;
– Le vele a riposo devono essere riposte in un posto assolutamente asciutto, per evitare la formazione di muffa; se possibile – ma molto spesso non lo è – è meglio stivarle fuori dal sacco, così da farle respirare. In ogni caso, se non utilizzate per lungo tempo, le vele dovrebbero essere sbarcate;

Bene, ora puoi certamente affermare di riporre le tue vele in mani esperte: le tue! Per qualsiasi esigenza relativa alla pulizia delle vele e alla loro manutenzione, noi di HiNelson restiamo al tuo servizio: visita il nostro negozio di nautica online per trovare detergenti, avvolgitori, carrucole, bozzelli e tutti gli accessori di cui puoi avere bisogno per la tua barca a vela!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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