Andature di una barca a vela: quali sono e come riconoscerle? 

Traverso, bolina, poppa, lasco e gran lasco: tutti termini che a chiunque abbia anche solo sentito parlare di nautica è capitato di sentire. Ma cosa significano nello specifico? 

In questo approfondimento, daremo un’occhiata alle varie andature che vengono utilizzate per navigare con la propria imbarcazione a vela a seconda della direzione del vento e ad alcune delle principali manovre che occorre eseguire per passare da una all’altra.

Le principali andature in barca a vela

Come anticipato, parliamo di diverse andature di una barca a vela in base al modo di avanzare di quest’ultima rispetto alla direzione del vento. La principale distinzione in questo senso vede tre gruppi, che consistono in andature controvento, andatura al traverso e andature portanti. Qualunque sia la direzione della barca rispetto al vento, comunque, bisogna sempre tener conto del cosiddetto angolo morto, e mettere la prua al vento nella direzione da cui arriva l’aria la fa incappare nel suo esatto centro. Infatti, visto che nessuna barca può navigare “dritto per dritto” controvento, questa condizione farà in modo che le vele si riducano a “fileggiare”, ovvero a sbattere senza produrre alcuna forza propulsiva.

Posto comunque che tutte le andature sono speculari, e che quindi si può navigare con la stessa andatura da una parte e dell’altra rispetto al vento senza differenze di alcun tipo, diamo un’occhiata a ciascuna di loro più da vicino. 

Andature controvento

Si parla della celeberrima bolina, a cui abbiamo già dedicato un approfondimento in un articolo specifico. Si tratta dell’andatura utilizzata per risalire il vento e che si divide, in maniera piuttosto intuitiva, in bolina stretta e bolina larga a seconda dell’ampiezza dell’angolo tra la prua e la direzione del vento. 

Andatura al traverso

Come facilmente intuibile dal nome, si tratta del tipo di movimento che l’ imbarcazione copie quando il vento soffia contro la sua fiancata, che si troverà quindi a 90° rispetto alla direzione da cui l’aria proviene. Il suo “ruolo prevalente” è quello di andatura di passaggio tra la bolina e le andature di poppa o portanti. 

Andature portanti

Quando l’espressione “vento alle vele” viene applicata letteralmente, parliamo delle andature portanti. Il vento a questo punto si troverà a poppa rispetto allo scafo e gonfierà randa e fioco per la massima velocità. Anche in questo caso, abbiamo nomi diversi a seconda dell’ampiezza dell’angolo. Parliamo infatti di lasco e gran lasco quando la barca procede  nell’intervallo tra i 90° e i 180 ° rispetto al vento. Al limite massimo di questa forbice, si parla di navigazione di poppa o a fil di ruota. Questa, sebbene rappresenti la più eccitante delle andature per via della velocità, costituisce anche la più rischiosa: un’alterazione minima del timone e della rotta può infatti portare ad una strambata involontaria e far scattare il boma da una parte all’altra, con tutti i conseguenti rischi per l’equipaggio.

Da non perdere:   Radar per barca: le novità Garmin e Raymarine

Manovre e regolazione delle vele per le varie andature

Le manovre e la regolazione delle vele per ciascuna andatura sono tra gli elementi fondamentali che vengono insegnati a ogni diportista in qualsiasi corso di vela per conseguire la patente nautica

Quando si vuole cambiare andatura, occorre suddividere la manovra in due componenti: una agirà sul timone (barra o ruota), l’altra agirà sulle vele. Definiremo a questo punto come “orzare” il cambio di direzione che avvicinerà la prua verso l’origine del vento, mentre parleremo di “poggiare” quando faremo il contrario e gireremo quindi a favor di vento. Nel primo caso, cazzeremo le vele, mentre nel secondo caso le lascheremo. 

Qualunque sia la nostra andatura in base alla direzione di provenienza del vento, bisogna comunque sempre assicurarsi che la messa a segno delle proprie vele sia ottimale per quel determinato contesto. Agendo sulle scotte, occorrerà tirare o lascare le superfici affinché le vele non finiscano per sbatacchiare come bandiere e permettano alla barca di muoversi. 

Mura a dritta e mura a sinistra

Nella nautica, parliamo di “mura” per indicare il lato della barca a vela che riceve il vento in un dato momento. Il lato colpito per primo dall’aria verrà classificato come la parte “sopravento” dello scafo, a differenza della sua controparte che prenderà il nome di “sottovento“. Per chiarire il concetto, navigando con il vento che arriva da dritta (mura a dritta), questa sarà la parte sopravento e prevedrà che le vele si gonfino a sinistra.

Ebbene, compiendo una manovra per il cambio di andatura si finisce per intervenire sull’assetto delle mura. Quando questo cambiamento implica solamente una modifica della fiancata colpita dal vento e il mantenimento della bolina, parleremo di “virata“. Quando invece il cambio di mura avviene durante il lasco o il gran lasco, parleremo di “abbattuta“.

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Scritto da
Luigi Oriani
Luigi Oriani
Nato a Milano nel 1992, la pianura che circonda la sua città non gli impedisce di sviluppare una grande passione per il mare. Chiedetegli di descrivere il suo momento ideale e vi parlerà di un tramonto in barca, sorseggiando un bicchiere di bianco nella baia di Corfù mentre il pesce sfrigola sulla griglia.

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