SIMA chiede incentivi per barche elettriche

SIMA, ovvero la Società Italiana di Medicina Ambientale, si è fatta sotto per chiedere al governo l’introduzione di incentivi per barche elettriche. Non che questa sia la prima volta che una cosa del genere viene domandata, ovviamente no: sono tantissimi i diportisti che hanno formulato lo stesso pensiero, così come hanno fatto associazioni, aziende, produttori e via dicendo. Perché una cosa è certa: la pur lenta crescita nelle vendite di automobili elettriche in Italia è stata spinta in larga misura proprio dalla presenza dei generosi bonus. Se una buona e crescente fetta delle nuove immatricolazioni di quattroruote nel nostro paese è costituita da auto elettriche, quindi, gran parte dei meriti va a quell’ecobonus che permette di risparmiare fino alla bellezza di 5.000 euro (in caso di rottamazione). Partendo dal presupposto che i motori endotermici delle barche inquinano quanto quelli delle auto, la richiesta di incentivi per barche elettriche non sembra per nulla campata per aria. Ma vediamo più da vicino il discorso presentato da SIMA.

I benefici dei motori elettrici per barche

A richiedere dei bonus per l’acquisto di barche con motore elettrico è stata come anticipato la Società Italiana di Medicina Ambientale, impegnata nella ricerca scientifica sulla qualità dell’aria, dell’acqua e vai dicendo. La richiesta è stata avanzata in occasione del convegno dal titolo “Obiettivo impatto zero”, che si è tenuto durante la Fiera Internazionale del settore all’Idroscalo di Milano.
Come ha spiegato il presidente di SIMA Alessandro Miani, l’elettrificazione delle barche comporta una lunga lista di benefici. «Parallelamente alla riduzione dei costi operativi e all’innalzamento dei livelli di sicurezza, il passaggio ai motori elettrici comporta un balzo sensibile nell’efficienza energetica, portandola da un 8% medio di un mezzo spinto con motore endotermico al 50% di un mezzo elettrico» ha evidenziando Miani, aggiungendo che «i benefici ambientali sono evidenti: all’ormai dimostrato impatto ridotto dell’intero ciclo vita dei mezzi elettrici rispetto a quelli a combustione interna, si aggiunge la netta riduzione delle emissioni di CO2. La riconversione delle oltre 570.000 imbarcazioni da diporto (di cui il 50% è sotto i 10 metri) oggi presenti in Italia contribuirebbe al raggiungimento del 40% degli obiettivi Net Zero al 2030, come previsto dall’Unione Europea».
Si parla quindi di azzerare le emissioni di sostanze nocive provenienti dal mondo del diporto: via il particolato, via gli idrocarburi, via le polveri fini e ultrafini, via gli oli minerali, via gli ossidi di azoto e di zolfo. Il tutto per l’appunto grazie all’uso di motori fuoribordo ed entrobordo elettrici.

La richiesta di incentivi per barche elettriche di SIMA

Dopo avere elencato tutti i benefici dell’elettrificazione del mondo del diporto, il presidente SIMA – in nome di tutta la società – ha avanzato la richiesta ufficiale al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia di inserire nel Piano nazionale turismo degli incentivi per la filiera della nautica elettrica. Questi, unitamente alla mobilità elettrica e alle infrastrutture per lo slow turism, potrebbero essere fondamentali per aumentare il livello di attrattività del settore del turismo in Italia. Misure di questo tipo potrebbero per esempio essere fondamentali per attirare l’interesse dei Paesi del Nord Europa, lì dove l’interesse per la sostenibilità ambientale è già oggi a livelli molto alti, in particolar modo dal punto di vista delle settore turistico e ricettivo.
Di certo l’introduzione massiccia di motori elettrici in luogo dei classici motori endotermici è il passo più importante da fare per ridurre in modo netto l’impatto ambientale del diporto. Ma ci sarebbero anche altre step, come la scelta di vernici antivegetative sostenibili, come la costruzione di imbarcazioni più leggere con materiali eco-compositi innovativi e riciclabili e via dicendo.

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Incentivi per motori nautici elettrici, fino a oggi

Per ora, in ogni caso, non sembra che in Italia l’introduzione di incentivi per barche elettriche sia prossima. Va peraltro detto che all’estero in certi casi si adotta tutto un altro metodo: anziché incentivare l’acquisto di motori fuoribordo elettrici, per fare un esempio, si va spesso a disincentivare l’uso di quello endotermici. É quello che succede nei laghi tedeschi e austriaci, dove le nuove licenze vengono rilasciate solo alle barche con motore elettrico. Ancora più a Nord, in Norvegia, la navigazione all’interno dei fiordi a partire dal 2026 sarà concessa solamente alle barche con motore elettrico.
Di certo però l’introduzione di bonus elettrici potrebbe accelerare la transizione ecologica, soprattutto lì dove la barca è un oggetto di utilizzo regolare. Si pensi per esempio a Venezia, che nel 2020 si è vista proporre dal governo un bonus da 500 euro per l’acquisto di un motore elettrico. Un bonus che, va detto, è stato accolto dai più come una cifra troppo bassa, al limite dell’irrisorio.

Aggiornamento: a dicembre 2023 finalmente è stato votato un emendamento per introdurre degli incentivi per il motore elettrico barca 2024!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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