Vernici per barca: una guida

Abbiamo parlato di come scegliere la migliore antivegetativa per la tua barca, di come verniciare il motore fuoribordo, di come verniciare la tua barca in legno, di come di come trattare il gelcoat. Insomma, abbiamo spiegato dai diversi punti di vista e per differenti esigenze quali sono le tecniche giuste e i prodotti migliori per verniciare la barca e per proteggere il suo scafo, e non solo. Ci siamo però resi conto che, per una persona che non ha nessuna esperienza in fatto di vernici e ancora di meno in fatto di manutenzione della barca, in queste guide abbiamo trascurato un passaggio fondamentale: la spiegazione dei motivi d’essere di ogni singolo prodotto.

Sì, perché quando si parla di vernice per barche, in realtà, si finisce per indicare una vasta molto, molto ampia di prodotti differenti. Per farsi un’idea, è sufficiente guardare quanti prodotti sono presenti nella categoria “Verniciatura” del nostro e-commerce dedicato agli accessori nautica: ebbene, in questa categoria si contano ben 118 articoli differenti, i quali, va detto, variano spesso ulteriormente quanto a colori e a formati di vendita. Da qui, dunque, la volontà di costruire una guida all’acquisto per le vernici per la barca, in cui ti spiegheremo cos’è l’antivegetativa, cos’è il gelcoat, cos’è l’imprenante per il legno, cos’è un primer e così via. Prima, però, cerchiamo di capire come siamo arrivati a un tale dispiego di prodotti per verniciare le barche.

Breve storia delle vernici per barche

L’esigenza di proteggere le barche dall’acqua marina, dagli organismi che la abitano e dagli agenti atmosferici non è certo una cosa nuova. È un problema che affligge noi diportisti moderni, ma è un problema che affliggeva anche i marinai del Medioevo e, ancora prima, i navigatori dell’antichità. I Fenici mettevano al sicuro – per così dire – gli scafi delle loro barche in legno cospargendoli con la pece. I Greci e i Persiani, imitati anche dai Romani, fecero delle ‘armature’ metalliche intorno ai loro scafi, rivestendolo con fogli di rame, di bronzo e persino di piombo. I Romani, più avanti, sperimentarono anche qualcosa di diverso, quelle che, se vogliamo, possiamo individuare come le prime vernici per barche della storia. I loro scafi iniziarono infatti a essere protetti con una mix di pece e di cera, al quale venivano aggiunte anche delle polveri colorate, in modo da giocare con i cromatismi degli scafi. Questa sostanza così ottenuta veniva dunque applicata a caldo – ovviamente con un pennello – sullo scafo, proteggendolo e adornandolo.

Fu lì, quando si lasciarono alle spalle i rivestimenti metallici, che ci si avviò verso la moderna manutenzione e protezione degli scafi delle barche. Già lì, di fatto, stabilirono quelli che poi, nei secoli successivi, continuarono a essere i due elementi chiave delle vernici, per le barche ma non solo. Da una parte il legante, che aveva il compito di dare corpo alla vernice e di farla aderire sul suo supporto (questo compito, in quelle antiche vernici per barche, era affidato alla pece); dall’altra i pigmenti, che coprono e colorano. Tra i primi leganti, come detto, ci fu la pece. Ma non ci si fermò certo lì. Nel campo della pittura artistica sono stati usati – insieme ai pigmenti più fantasiosi – i leganti più differenti, e nemmeno in campo nautico la sperimentazione è stata di breve respiro. Oltre alla pece si usarono bitume, resine e oli. Negli scritti dei secoli andati si trovano indizi di leganti come l’indiana Dammar, come il Mastice di Chio, l’ambra, la pece grega, la Ellemi messicana e via dicendo.

Più avanti nei secoli a questi due elementi fondamentali iniziò a esserne sommato un terzo, ovvero il solvente, con il compito precipuo di diluire il legante, in modo da rendere la vernice più efficace. Tra i solventi più famosi c’è la Trementina, utilizzata ancora oggi in diverse applicazioni, nonché l’etere, il benzolo e l’alcool. La vera svolta arriva però nel Novecento, nel momento in cui si vanno a modificare le proprietà meccaniche e fisiche delle vernici per barche per rendere più compatte, più impermeabili, più facilmente stendibili nonché, all’occorrenza carteggiabili. Si sommano dunque nuovi additivi e nuove resine, con le famose epossidiche che fanno il loro ingresso nel mondo delle vernici del 1946. Oggi, in grandissima parte, tutte le vernici per barche sono sintetiche.

vernici per barca

Prodotti per la verniciatura per la barca: un po’ di spiegazioni

Fondi, antivegetative, antiosmosi, impregnanti: confondersi, quando si parla di prodotti per la verniciatura per la barca, non è affatto complicato. Ecco, quindi, una sorta di glossario, da consultare all’occorrenza.

Gelcoat

Chi entra nella categoria del nostro e-commerce dedicata i prodotti per la verniciatura delle barche si imbatte nel gelcoat. Intorno a questo prodotto, però, circolano tante idee balzane. Aprendo un barattolo di gelcoat ci si trova di fronte a una sostanza molto densa, come potrebbe essere una vernice da diluire. In realtà il gelcoat non è una ‘semplice’ vernice: si tratta di un prodotto formato da quattro ingredienti differenti, ovvero da resina, pigmenti, carichi e un quarto elemento ‘speciale’, ovvero un un agente che permette di donare al gelcoat un altro grado di tissotropia. Ma perché le barche hanno bisogno di questo prodotto tanto particolare? Di fatto, le barche che necessitano di gelcoat sono quelle in vetroresina, che abbisognano dunque di una barriera speciale per proteggere gli strati interni dall’acqua e dai raggi ultravioletti. In principio, il gelcoat non viene applicato a pennello o a spruzzo: si tratta in realtà di uno strato ‘costitutivo’ della carena, che si trova dunque giù a livello di stampo. Il gelcoat in barattoli – o in bombolette spray – è dunque pensato soprattutto per riparazioni o interventi di manutenzione, per ripristinare dei punti in cui il gelcoat sottostante risulta ammaccato o scheggiato.

Stucchi

Lo stucco per barca è tendenzialmente uno stucco a basso peso specifico, da impiegare per riparare piccole imperfezioni superficiali o quasi del tutto superficiali, le quali possono essere così stuccate, rasate e carteggiate. Esistono stucchi pronti all’uso e stucchi bicomponenti, da usare generalmente per i danni più seri, e quindi per finiture al di sopra del millimetro. Gli stucchi sono ovviamente pensati per essere verniciati.

Additivi

All’interno del nostro e-commerce di accessori nautici, nella categoria dedicata alla vernici, si trova anche una discreta gamma di additivi. Si tratta nella maggior parte dei casi di additivi da aggiungere a resine o a stucchi per avere composti con caratteristiche diverse, per ottenere stucchi più leggeri, più carteggiabili, oppure per avere delle vernici antisducciolo.

Vernici Antiosmosi

Ecco un altro prodotto che si può trovare nel settore dedicato alla verniciatura della barca che, però, si allontana dal concetto classico di vernice. Anche in questo caso parliamo di un prodotto pensato appositamente per la manutenzione delle barche in vetroresina, e quindi per quelle barche che, per loro stessa natura, corrono il rischio di andare incontro al fenomeno dell’osmosi. Per prevenire e per contenere questo problema tutt’altro che raro localizzato allo scafo è possibile per l’appunto utilizzare dei protettivi antiosmosi, tra i quali spicca, per esempio, il protettivo impermeabilizzante Veneziani Acquastop.

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Antivegetativa

Come suggerisce il loro stesso nome, le vernici antivegetative sono dei particolari rivestimenti che hanno lo scopo di proteggere l’opera viva della barca dalla minaccia della vegetazione marina, nonché da altre forme di vita che potrebbero altrimenti pensare di ‘attaccarsi’ alla carena, con tutte le conseguenze negative che questo può avere per le prestazioni della barca, per i consumi e per lo scafo stesso. Ecco quindi che le barche che restano a mollo vanno protette con dell’antivegetativa: in commercio esistono antivegetative a matrice dura, pensate anche per le barche più veloci, che per essere rimosse abbisognano di pazienza; e le antivegetative autoleviganti, pensate per le barche fino a 30 nodi, le quali possono essere tolte semplicemente con un getto d’acqua a pressione.

Primer

Anche qui il nome ci aiuta a capire di che tipo di pittura si tratta. Il primer è il primo dei trattamenti da fare allo scafo della barca, e va dunque steso direttamente sul materiale di costruzione. In base al materiale di riferimento, esistono diversi primer, i quali vengono realizzati in modo diverso. Tutti i primer, però, sono caratterizzati da un ridotto contenuto di resina e di un alto contenuto di solventi, di additivi e di pigmenti. Le funzioni del primer sono diverse: livella e omogenizza la base, in tutti i casi, e per i metalli protegge dalla ruggine e dalla corrosione. Non è un caso se, molto spesso, i primer per gli scafi in metallo funzionano in tutto e per tutto come una enorme protezione sacrificale, seguendo il metodo della protezione catodica. Altre volte, invece, i primer per i metalli hanno lo scopo di creare uno strato alcalino, in modo da ritardare nel tempo la corrosione. É diverso, ovviamente, il concetto di primer per gli scafi in legno: qui l’obiettivo è quello di rendere questo materiale impermeabile e resistente, andando a chiudere i suoi pori. Infine, c’è il primer per gli scafi in vetroresina, che di fatto di limita a essere un aggrappante per la vernice successiva.

Fondo

è facile confondere le vernici per il fondo con i primer. Non si tratta, però, dello stesso prodotto, anzi. Il Il fondo va steso dopo l’applicazione del primer, e prima delle vernici finali. Composto da poca resina e da poco pigmento, il fondo è caratterizzato da un’alta presenza di cariche. Per le barche in legno, va detto, non è affatto raro utilizzare come fondo della resina epossidica multifunzionale come l’arcinota 10 10 CFS di Cecchi, che può essere usata sia su legno verniciato che non verniciato; e ancora, Cecchi propone il 10 10 CFS anche come fondo antiosmosi per le barche in vetroresina, oltre che per incollare legno, vetroresina e altri materiali, nonché per stuccare. La resina epossidica multifunzionale, per la sua concezione, tende a trascendere le categorie dei prodotti per la manutenzione dello scafo.

Smalti

Il passaggio finale del ciclo di pitturazione di una barca è la finitura dell’opera morta con lo smalto. Si tratta dunque di una pittura che deve vantare un alto valore estetico, per dare il meglio di sé su murate e coperte: è necessario un prodotto resistente all’abrasione e agli agenti atmosferici, brillante e facilmente pennellabile. I migliori smalti, di norma, sono composti per un terzo da pigmento, e non contengono cariche. Si distinguono solitamente tre tipologie diverse di smalto. Lo smalto monocomponente si usa solitamente soprattutto per gli scafi in legno, è facile da usare, ma non dura tanto quanto lo smalto bicomponente, il quale assicura un ottimo risultato estetico e una grande resistenza. Il difetto dello smalto bicomponente è quello di richiedere una certa dose di impegno durante la sua applicazione. Per completezza, va poi aggiunto il fatto che esistono anche gli smalti antiscivolo, i quali sono pensati per essere usati sul ponte, e per offrire quindi un buon grip.

Impregnanti e vernici per il legno

Qui, in realtà, non servono tante spiegazioni. Si tratta, infatti, delle pitture da applicare su una barca in legno. In questo caso il ciclo di verniciatura prevede l’uso di un primer impregnante, da dare in due mani con carteggiatura intermedia, e di una vernice per legno, da dare in due o tre mani, anche qui con carteggiature intermedie. E di vernice nautica per legno, si sa, ne esistono di parecchi tipi diversi. Lo stesso Cecchi, con la sua linea Spinnaker, propone vernici satinate ricche di filtri protettivi, vernici in grado di esaltare le venature, vernici opache, vernici dure resistenti alle abrasioni, vernici che possono essere date a temperature basse e vernici semilucide. Il legno, si sa, è il materiale più bello per le barche, e richiede però una cura particolare: vale la pena, quindi, cercare con attenzione la vernice marina per legno più esatta.

Diluenti

Determinate vernici e vernici antivegetative richiedono in alcuni casi l’uso di diluenti mirati. Nel nostro e-commerce è possibile trovare il diluente per vernici mirato per tutti i prodotti che necessitano questo supporto.

Bene, ora anche chi non ha mai avuto alcuna esperienza nella manutenzione di una barca e del suo scafo può acquistare la vernice giusta, in base alle sue esigenze. In linea generale, acquistando prodotti di qualità, come le vernici Veneziani, Cecchi ed Hempel, non si hanno problemi di sorta, soprattutto se si seguono le indicazioni del produttore. Va però sottolineato che, se lo scafo di una barca richiede diverse mani di prodotti differenti, non tutte le pitture sono perfettamente compatibili con le altre. Esistono infatti delle pitture che essiccano grazie all’attività ossidante dell’aria (pitture A), delle pitture che essiccano per l’evaporazione del solvente (pitture B) e delle pitture che essiccano per la reazione di un loro componente (pitture C). Le pitture C, bicomponenti, non vanno d’accordo con le pitture B, ovvero con le pitture viniliche, siliconiche, catramose, acriliche, al clorocaucciù, al teflon o epossidiche monocomponenti. Le pitture A, ovvero quelle alchidiche, poliuretaniche e a olio, possono essere usate con tutte le altre vernici, anche se per applicare una bicomponente (pitture C) su queste vernici è necessario aspettare che queste siano perfettamente asciutte.

Nell’acquistare la vernice che preferisci, non dimenticarti di comprare anche gli strumenti necessari per la sua applicazione: pennelli, rulli, film protettici, spazole, mascherine, tute: abbiamo tutto il necessario per verniciare in modo comodo ed efficace e per manutenzione scafo!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. Salve una domanda io sto portando la mia barca alla resina, grattando via tutto il gelcoat, vorrei sapere se do un 10 10 cfs (Cecchi) sopra occorre dare di nuovo il gelcoat? Grazie

  2. Devo dare la vernice di finitura alla barca di vetroresina, in verità gli sto dando una rinfrescata alla pareti esterne che avevano qualche graffio. É un open di 5,30 con le pareti alte , mi dite che prodotto utilizzare e la quantità,. Il lavoro verrà effettuato da un professionista. Pensavo ad un bicomponente. Grazie

  3. Ciao a tutti.
    Qualcuno conosce che tipo di verniciatura veniva applicata agli scafi di legno prima che inventassero le vernici sintetiche?
    L’olio di lino cotto aveva una qualche funzione?
    Grazie

    • Buongiorno Livio, grazie per averci scritto. Le imbarcazioni in legno, prima della produzione di vernici sintetiche, venivano semplicemente trattate con olio impregnante, come per esempio con dell’olio di lino. Le parti colorate si ottenevano con l’aggiunta di pigmenti colorati: di fatto, con un procedimento molto simile a quello della creazione dei colori a olio.

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