Migliore antivegetativa: come sceglierla

Crostacei, molluschi e ovviamente alghe. Sono queste le minacce marine al tuo scafo dalle quali ti difende la vernice per barche antivegetativa. Ma perché l’antifouling è così importante per un’imbarcazione, tanto da essere un trattamento assolutamente obbligatorio? Ebbene, non è una questione di estetica. Si potrebbe infatti pensare che l’esigenza di fare in modo che la vita marina non si faccia posto sull’opera viva della nostra barca sia un fatto estetico, per non trovarsi a che fare con uno scafo ‘verde e folto’ nel momento in cui si ala la barca per il rimessaggio invernale. Ma non è così, ci sono ragioni ben più concrete per applicare la vernice la barche antivegetativa. Prima di tutto, c’è una questione legata a prestazioni e a consumi. Pensaci un po’: le nostre barche sono costruite con degli scafi lisci, senza particolari sporgenze o rientranze, pensando ai principi dell’idrodinamica (non molto dissimile, per intenderci, dall’aerodinamica). Lasciare che l’opera viva si riempia di alghe, di crostacei e di altre sporgenze non può che aumentare la resistenza idrodinamica, in modo da rallentare la barca e da limitarne le prestazioni. Sì, perché tutta quella vegetazione frena la barca, crea attrito, appesantisce lo scafo. Quindi si farà più fatica a guadagnare velocità e, nel caso delle barche a motore, si consumerà maggiore carburante.

Ma non è tutto qui. Oltre a rallentare la barca, la vegetazione che si forma sulla sua opera viva ne minaccia lo scafo. La tua imbarcazione, infatti, non è fatta di impenetrabile acciaio. No, molto probabilmente la tua è una barca in vetroresina, ovvero costituita da una lana di vetro mista a resina ricoperta da gelcoat. E tutto quello che si ‘attacca’ alla tua barca lo fa a scapito di questo rivestimento, che alla lunga non riesca più proteggere il suo interno, e lascia dunque penetrare l’acqua. E si hanno dunque crepe, infiltrazioni, bolle.

Ecco perché l’antivegetativa è assolutamente indispensabile, senza ma e senza se, per tutte le barche (eccezion fatta per le barchette che vengono varate la mattina e alate il pomeriggio). Se quindi sulla necessità di dare l’antivegetativa non ci sono grandi dubbi, questi subentrano nel momento in cui si deve scegliere la vernice antivegetativa. E qui le discussioni tra diportisti si sprecano, girando sempre attorno a tre fattori chiave: l’efficacia, il costo e la durata della vernice.

Oggi vogliamo dunque facilitarti la vita: se vuoi acquistare l’antivegetativa ma non sai quale scegliere, sei nel posto giusto. Qui troverai infatti una guida all’acquisto completa, che partirà dalla spiegazione del funzionamento dell’antivegetativa, dalla illustrazione delle varie tipologie di vernice antifouling, per passare poi, infine, a una descrizione delle migliori marche. Buona lettura!

Come funziona la vernice antivegetativa?

Lo scopo della vernice antivegetativa è chiaro: il suo compito è quello di tenere lontani dallo scafo della barca alghe e molluschi. Per fare questo le vernici antifouling vengono realizzate con dei materiali tossici per questi organismi, e dunque con dei biocidi. Fino al 1995, il biocida più utilizzato era lo stagno. Si trattava di un biocida estremamente efficace, anzi, lo era fin troppo, e proprio per questo motivo è stato messo fuori legge dalla direttiva europea 76/769, per via del suo alto impatto ambientale. I produttori, con l’arrivo di questa norma – tutt’altro che improvviso, va detto – hanno sostituito lo stagno con altri biocidi. Nella maggior parte dei casi si è optato per l’ossido di rame, efficace quasi quanto lo stagno ma decisamente meno pericoloso per l’ambiente. L’ossido di rame, di per sé, non basta però per assicurare un’opera viva totalmente sgombra da formazioni nocive per lo scafo e per le sue performance: da qui le aggiunte di sostanze mirate come alghicidi, funghicidi e via dicendo, sostanze che cambiano di produttore in produttore.

Stiamo del resto pur sempre parlando di una vernice. Oltre alle sostanze biocide, dunque, l’antivegetativa è costituita da un legante, da i pigmenti colorati e dai solventi, che ne permettono un’essiccazione veloce. I diversi produttori, va detto, introducono di tanto in tanto soluzioni innovative, così da ridurre l’impatto ambientale, migliorare le performance e aumentare la durata della vernice. Negli ultimi anni, per fare un esempio, alcuni marchi hanno iniziato a utilizzare le micro particelle di carbonio, per ridurre al minimo l’attrito – aspetto prezioso in particolar modo per per le barche da regata.

Due tipologie di vernice antivegetativa: autolevigante e a matrice dura

Abbiamo visto come funzionano le vernici antivegetative. Va però detto che non tutte queste vernici antifouling sono uguali. A essere più precisi, questi prodotti si suddividono in due grandi tipologie: da una parte ci sono le antivegetative autoleviganti, e dall’altra ci sono le antivegetative a matrice dura. Partiamo da queste ultime, le quali di fatto funzionano solo ed esclusivamente come descritto sopra, e dunque prevengono la formazione di alghe unicamente grazie a una potente azione chimica. Si tratta di vernici, come suggerisce il nome, particolarmente dure e quindi resistenti all’usura e all’abrasione, realizzate come una normale vernice e partire da un legante polimerico, e quindi di natura per esempio acrilica. Quando è meglio preferire l’antivegetativa a matrice dura? Ebbene, si tratta di un’opzione che viene vivamente consigliata per le barche veloci che puntano alla migliore delle performance, oppure – grazie alla grande resistenza all’abrasione – alle barche che vengono alate e/o messe su carrello con una certe frequenza. Altro caso in cui si dovrebbe preferire questo tipo di antifouling è quello delle navigazione molto lunghe, percorrendo ambienti marini molto diversi: le antivegetativa a matrice dure, infatti, risentono in modo ridotto dei cambiamenti relativi a temperatura e a salinità. Essendo particolarmente ‘dure’, va sottolineato, queste antivegetativa non spiccano per comodità nel momento in cui va tolto lo strato vecchio prima di applicare quello nuovo.

Ci sono poi le antivegetative autoleviganti, le quali, come suggerisce il nome, sono pensate per ‘sfogliarsi’ autonomamente durante la navigazione. All’azione chimica tipica dell’antifouling classico, insomma, viene sommata un’azione meccanica: con una superficie sempre nuova, le alghe non riescono ad attaccarsi all’opera viva. Non bisogna temere che, a causa di questa ‘esfoliazione’, la vernice antivegetativa autolevigante finisca per esaurirsi precocemente, lasciando la barca scoperta e quindi non più protetta: si parla infatti di una levigazione a livello di micron. Su quali barche sono consigliate queste vernici ablative? Ebbene, vista l’azione meccanica che si attiva durante la navigazione, queste vernici sono generalmente poco indicate per le barche più veloci; le normali barche da crociera, invece, possono godere della protezione aumentata di questa vernice che, proteggendo lo scafo su due fronti, risulta più efficace (e leggermente più costosa). Altro vantaggio della vernice antivegetativa autolevigante risiede nella facilità di rimozione: basterà infatti una passata con acqua a pressione per togliere il vecchio strato di antifouling e per fare posto alla nuova vernice.

La vernice antivegetativa e i metalli

Le normali antivegetative sono pensate per essere applicate sugli scafi delle barche, e non su parti metalliche. Stiamo infatti parlando di vernici ‘vive’, arricchite come abbiamo visto con dei biocidi, totalmente inadatte a venire a contatto con acciaio e ferro. Potenzialmente, infatti, questi prodotti potrebbero dare il via a dei processi potenziati di corrosione. Ma come fare, dunque, a proteggere dalle alghe tutte le parti metalliche che stanno bene al di sotto della superficie del mare, come l’elica di manovra, i piedi poppieri, i flap e i trasduttori (per non parlare di eventuali scafi in metallo)? Ebbene, in questi casi è necessario utilizzare delle particolari antivegetative, studiate e realizzate appositamente per essere applicate sui metalli.

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Scegliere la vernice antivegetativa per la barca

Ecco, quindi, una breve descrizione delle principali marche di vernici antivegetative, per aiutarti a capire su quale marchio orientarti per il tuo acquisto.

Veneziani

Il marchio di antivegetativa Veneziani è sul mercato delle vernici fin dal 1853, e quindi fin dalla messa in commercio della Vernice Moravia, pensata proprio per evitare la proliferazione di alghe sugli scafi marini. In tutto l’azienda produce circa 27 milioni di chilogrammi di prodotto all’anno, tra vernici antivegetative, primer, stucchi, smalti, vernici trasparenti, resine, diluenti e via dicendo.

Sul nostro e-commerce dedicato alla vendita online di accessori nautica è possibile acquistare,

  • l’Antivegetativa Veneziani Eurosprint Pro a matrice dura, utilizzabile su barche a motore e a vela, anche oltre i 35 nodi di velocità, su scafi in legno, vetroresina e ferro (anche se va specificato che solo il colore bianco può essere utilizzato su scafi in lega leggera).
  • l’Antivegetativa idrofila autolevigante Raffaello Next,
    Adatta a chi preferisce le vernici autoleviganti e cerca un prodotto di qualità superiore. E’ una vernice per scafo arricchita dall’aggiunta di particelle di carbonio puro, per una maggiore scorrevolezza, ed è pensata per un utilizzo in mari caldi, in mari temperati e in acque miste.
  • Antifouling Veneziani Speedy Carbonium
    Veneziani produce inoltre delle vernici autoleviganti pensate appositamente per le barche da regata, come l’Antifouling Veneziani Speedy Carbonium, a matrice dura, a base di carbonio, da utilizzare su barche a vela in vetroresina, in legno, in acciaio e in alluminio.

Antivegetative e Vernici Hempel

Hempel è un’azienda internazionale che conta 50.000 dipendenti distribuiti in 45 Paesi diversi, specializzata nella fornitura di vernici in tutto il mondo, con un comparto specializzato anche nella produzione di pitture per imbarcazioni da diporto, sia a vela e che a motore. Sul nostro e-commere, oltre ai primer firmati Hempel, sono presenti diverse tipologie di vernice antivegetativa.

  • Antivegetativa a matrice dura Hempel Hard Racing, a base acrilica, pensata per imbarcazioni in vetroresina e legno non adatta per scafi in leghe leggere e alluminio, da utilizzare in tutti i tipi di acque, da quelle fredde a quelle calde.
  • Antivegetativa autolevigante Mille
    Si tratta di una vernice autolevigante, fornendo la vernice , basata su una particolare tecnologia brevettata da Hempel che migliora il controllo del fouling: può essere usata su scafi in vetroresina, legno, compensato marino, alluminio e acciaio.
  • Silic One di Hempel
    Hempel è inoltre uno dei primi marchi a presentare anche un rivestimento fouling – e quindi non una classica antivegetativa – che, totalmente esente da biocidi, protegge lo scafo attraverso la costruzione di una superficie liscia e repellente a base di silicone.

Jotun

Jotun è un colosso norvegese che produce primer, smalti, antivegetative, vernici per legno, prodotti antiosmosi, stucchi e via dicendo. Presente in circa 100 Paesi in tutto il mondo, conta sedi produttive in 31 Paesi diversi. Le autoleviganti di questo marchio, come per gli altri produttori, si dividono in matrice dura – con la linea Racing – e in autoleviganti – con la linea NonStop.

Vernici antivegetative speciali

Al di là dei vari marchi, è importante sottolineare il fatto che esistono, come anticipato, degli antifouling speciali per parti specifiche della barca. Veneziani Propeller, per esempio, è l’antivegetativa a matrice dura del marchio italiano proposta per proteggere piedi poppieri, eliche, flaps e in generale le parti metalliche al di sotto della linea di galleggiamento. Tk, per assolvere allo stesso compito, presenta invece la vernice antivegetativa spray Marine Antifouling, che anziché contenere rame si basa sulla presenza di veleni organici, e quindi non inquinanti. Appositamente pensate per proteggere i trasduttori degli ecoscandagli è invece la vernice Eco di Marlin, pensata per non interferire in alcun modo con i segnali dei trasduttori.

Quanta antivegetativa acquistare?

Ecco l’altro grande dubbio che assale i diportisti al momento della rimessa in mare della barca: dopo aver scelto il tipo e il marchio di antivegetativa, è necessario capire quanta vernice antivegetativa sarà necessaria. 2 litri? 5 litri? 15 litri?

Per avere una stima il più possibile precisa si dovrebbe calcolare esattamente la superficie della propria opera viva. Per farlo si dovrebbe eseguire questo calcolo:

coefficiente di curvatura * [ lunghezza dello scafo alla linea di galleggiamento * (larghezza massima dello scafo + 2 * altezza pescaggio)] = superficie da verniciare

Tutte le misure di cui sopra sono facilmente individuabili, fuorché il coefficiente di curvatura. In generale, però, questo valore corrisponde a 0,4 per le barche a vela e a 0,7 per le barche a motore. Una volta ricavata la superficie totale, non si dovrà fare altro che fare riferimento al rendimento della vernice antivegetativa, la quale, in linea generale, si aggira su una decina di metri quadrati ogni litro di prodotto. Il tutto va raddoppiato per due, poiché solitamente si procede con la stesura di due mani di antivegetativa.

Riassumendo, per avere una scala a cui fare riferimento, una barca a vela di 8 metri abbisognerà, per le due mani, di circa 4 litri di prodotto, laddove invece una barca a motore della stessa lunghezza avrà bisogno di almeno 1 litro in più. E ancora: una barca a vela di 12 metri necessiterà di 7 litri di antifouling, mentre una barca a motore di 12 metri avrà una superficie maggiore, necessitando dunque di circa 11 litri di prodotto.

Un’opzione originale: l’antivegetativa elettronica

Chiudiamo questo articolo dedicato alla scelta delle migliori vernici antivegatative con un prodotto che è antivegetativo, ma che non è una vernice. Parliamo del sistema antivegetativo elettronico a ultrasuoni,  e quindi di un dispositivo che, mediante l’utilizzo di un microprocessore come unità di controllo, permette di mantenere lontana la vegetazione dalla carena della barca attraverso degli ultrasuoni. Si tratta di una soluzione innovativa ancora poco utilizzata, ma che desta parecchio interesse nel mondo del diportismo. Un sistema antivegetativo elettrico di questo tipo funziona attraverso l’installazione di trasduttori fissati all’interno dello scafo (senza intervenire pesantemente sullo scafo, non trattandosi di trasduttori passanti). Ogni trasduttore riesce a coprire circa 6 metri di diametro di superficie, e quindi il numero di trasduttori necessari muta fortemente al mutare delle dimensioni delle barca. I vantaggi di una soluzione di questo tipo, una volta accettato il prezzo iniziale, sono diversi: si risparmia sul lungo termine, non avendo a che fare con la sostituzione regolare della vernice antivegetativa; si risparmia tempo sui cicli di manutenzione dell’imbarcazione; infine, non si rilasciano delle sostanze potenzialmente nocive nell’ambiente marino.

Sarà questo il futuro delle antivegetative per barche?

Scopri tutto sull’antivegetativa sul nostro video dedicato: un guida completa su come scegliere e come dare l’Antivegetativa alla barca.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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