Catena ancora: come sceglierla

Quando si tratta di sostituire un elemento del sistema di ancoraggio, i dubbi si sommano. Per questo, qui, sulle pagine del nostro blog, abbiamo parlato dei fattori da tenere in considerazione per scegliere l’ancora per la propria barca (anzi, le ancore), nonché delle cose da considerare prima di acquistare un salpa ancora. Ma si sa, il sistema di ancoraggio di un’imbarcazione non si risolve solamente in questi due elementi: a mantenere la connessione tra barca e ancora e a perfezionare l’ancoraggio, infatti, c’è anche la catena dell’ancora. Per completare le nostre guide dedicate a questo topic, quindi, oggi ci dedicheremo ai fattori da prendere in considerazione per acquistare la catena dell’ancora.

A cosa devi pensare per scegliere la catena dell’ancora giusta per la tua barca? Ebbene, gli aspetti da tenere in considerazione sono davvero parecchi. Tra una catena e l’altra possono infatti cambiare il materiale, il diametro, il passo, la lunghezza, la tipologia e il peso, e ognuno di questi fattori può fare il bello e il cattivo tempo al momento dell’utilizzo. Il problema, piuttosto, è che molto spesso i diportisti non dedicano la dovuta attenzione all’acquisto della catena dell’ancora: sembra infatti che tutto l’impegno venga assorbito durante l’acquisto dell’ancora stessa e del salpa ancora, per poi finire per selezionare la prima catena marina che capita sotto l’occhio del diportista.

Non serve certo sottolineare, però, che questo approccio è profondamente sbagliato. Per capirlo dobbiamo pensare ai compiti ai quali la catena dell’ancora assolve. Va infatti sottolineato che il suo ruolo non è solamente quello di mantenere attaccata l’ancora alla barca: fosse per questo, si potrebbe usare solo e unicamente una cima, più leggera e più economica (come del resto fanno alcuni natanti di dimensioni minime con delle ancore altrettanto ridotte). Ma la catena dell’ancora serve anche ad ammortizzare i movimenti e gli strappi provenienti dall’ancora quando il mare è mosso, a beneficio di chi magari prova a dormire in coperta e, soprattutto, della barca stessa, che non è sottoposta a tironi e a scossoni. Inoltre la catena ha il compito di essere ‘accolta’ nel barbotin del salpa ancora: come si può immaginare, il barbotin, infatti, non può lavorare con qualsiasi catena.

Guardando ai ‘perché’ della catena dell’ancora, quindi, si capisce perché al momento dell’acquisto della linea di ancoraggio bisogna mantenere l’attenzione alta, in ogni momento e senza eccezioni.

Il materiale della catena dell’ancora

Come abbiamo già visto qualche giorno fa nel post dedicato alla pulizia della catena, i materiali possibili per questo articolo nautico sono fondamentalmente due. Se hai accarezzato l’idea di entrare in una qualunque ferramenta e comprare la catena più economica, fermati subito, e fai penitenza: l’unica catena che può essere usata come linea di ancoraggio, come è ovvio che sia, è quella marina. Nessuna catena metallica ‘normale’, infatti, è stata pensata per andare a lavorare sotto il mare, resistendo alla tensione, ma soprattutto alla corrosione e alla salinità dell’acqua.

Come si diceva, quindi, i materiali tra i quali ci si può muovere sono essenzialmente due: da una parte c’è l’acciaio inossidabile, e dall’altra c’è l’acciaio zincato a caldo. Prima di proseguire guardando nel dettaglio le caratteristiche, i punti di forza e i difetti di questi due materiali, va sottolineato che, al di là di tutto, a farla da padrona è la qualità di costruzione della catena. Sarebbe infatti abbastanza inutile avere la catena fatta con il materiale più costoso se però le sue maglie risultano di bassa qualità, arrivando magari a cedere sotto carico. Il punto in cui una maglia è più debole è sempre quello della saldatura: se questa non è stata fatta a regola d’arte, non importa il materiale, si avrà corrosione, e quindi debolezza. E si sa: la resistenza di una catena, per quanto lunga e bella, è sempre pari a quella del suo anello più debole.

Bene, concentriamoci sul più amato – ma sul meno diffuso – dei materiali per le catene per le ancore, ovvero l’acciaio inossidabile. Si tratta più nel dettaglio dell’acciaio AISI 316, il quale, a differenza dell’acciaio inox ISP 304 (più comune) si difende bene contro il salino e contro gli agenti atmosferici. Il primo punto da sottolineare, come ben sanno i diportisti più esperti, è che le catene d’acciaio costano molto, molto di più rispetto alle catene da barca in acciaio zincato a caldo. A fronte di questo costo molte volte maggiore, queste catene sono molto belle, e presentano una resistenza maggiore al fenomeno della corrosione. Va però aggiunto, per chiarezza, che per quanto riguarda la resistenza meccanica le catene per ancora in acciaio inossidabile vantano, su per giù, gli stessi valori delle più comuni colleghe zincate.

E veniamo a loro, e quindi alle catene più diffuse tra i diportisti – per ovvi motivi legati al prezzo. Le catene in acciaio zincato a caldo vengono realizzate immergendo l’acciaio in zinco fuso (per l’appunto, a caldo) così da rivestire il metallo con un materiale sacrificale. Sopra abbiamo parlato di standard; qui, per individuare con certezza il materiale, si dovrà eventualmente cercare la sigla HDG, acronimo per Hot Dip Galvanized. Si tratta di catene per ancora più economiche rispetto alle precedenti, meno belle da vedere (ma una pulizia regolare di certo aiuta) e leggermente meno resistenti alla corrosione. A contrastare questo fenomeno c’è per l’appunto la zincatura, la quale si sacrifica un poco alla volta per proteggere l’acciaio.

Tipologie di catena per ancora

passo catena per salpa ancoraViste dalla banchina, in modo distratto, le catene per l’ancoraggio sembrano tutte uguali. In realtà, però, non è così. Girando per i porti, infatti, si potrebbero scorgere diverse tipologie di maglie, e quindi di catene. Hai mai notato, su una nave, che le maglie della sua catena sono attraversate da una linea intermedia, che sembra non avere alcuno scopo? Ebbene, quelle sono catene a traversino, e sì, in realtà quell’elemento centrale ha un suo perché. Quel particolare legame mediano, infatti, serve a rendere più forti e resistenti gli anelli, nonché a impedire che le maglie, una volta ammassate a casaccio nel pozzo, finiscano per agganciarsi, mettendo a rischio non solo le manovre, ma anche la catena stessa.

Raramente, però, le catene con traversino vengono usate sulle barche da diporto. Anche in questo caso, il motivo è legato al costo maggiorato di questa tipologia di catena. E se dunque le catene con traversino sono roba da navi, le catene senza traversino sono quelle usate dai diportisti. Nello specifico, incontriamo due sotto-tipologie di catene senza traversino. Abbiamo infatti le catene genovesi e quelle calibrate. Le prime sono delle catene classiche nel mondo della nautica, messe a punto dai naviganti liguri per offrire una buona resistenza di contro a un’apprezzata leggerezza. Si tratta di catene con anelli piuttosto lunghi, le quali oggi giorno vengono utilizzate soprattutto come catene d’ormeggio, per legare boe e via dicendo.

Da quando hanno fatto il loro ingresso i verricelli per l’ancora, infatti, a farla da padrone è, per ovvi motivi, la catena calibrata per l’ancora. Qui il fattore determinante è la precisione assoluta degli anelli, i quali presentano passo e diametro perfettamente uguali maglia dopo maglia, così da permettere al barbotin di poter fare egregiamente il suo lavoro senza scossoni o senza intoppi.

Il carico di lavoro e il carico di rottura

Viste le questioni relative al materiale della catene e alla sua fattura, è possibile passare a quelli che sono i fattori più importanti quando si tratta di comprare una catena per l’ancoraggio, ovvero il diametro e la lunghezza. Prima, però, bisogna specificare ancora una cosa molto importante relativa proprio al diametro. Perché si deve optare per una catena più o meno grossa? Semplice: all’aumentare dello ‘spessore’ della linea di ancoraggio aumenta anche il suo carico di lavoro. Il carico della catena esprime infatti il livello di resistenza alla tensione meccanica; il carico di lavoro, quindi, ci dice qual è il peso massimo con cui la catena può lavorare a lungo termine senza nessun rischio di danneggiamento o di deformazione degli anelli. Il carico di rottura, il quale è di molto maggiore (fino a 5 volte maggiore rispetto al carico di lavoro) ci dice invece qual è il peso al quale quella precisa catena può rompersi. Non serve ovviamente sottolineare che il carico di rottura è un valore limite: per il benessere di una catena, per la sicurezza della barca e della nostra, non ci si dovrebbe mai avvicinare nemmeno al carico di lavoro massimo.

Da non perdere:   La gassa d'amante doppia: come realizzare questo utilissimo nodo con qualsiasi cima

Il diametro della catena: una questione di peso

Precisiamo cosa si intende quando si parla di diametro della catena dell’ancora: ci si riferisce non alla misura esterna degli anelli che la compongono, quanto invece al diametro del piccolo tubolare in acciaio che, piegato su se stesso e chiuso, forma l’anello (in alcuni casi si preferisce parlare di calibro). I diametri più comuni per le catene dell’ancora da diporto sono quelli che vanno da 6 millimetri a 14 millimetri.

Ma in base a quale parametro si sceglie il diametro della catena dell’ancora? Molto spesso, un po’ alla leggera, si tende a decidere il calibro in base alla lunghezza della barca. Non sempre, però, questa associazione è corretta: una barca da 12 metri può infatti richiedere una catena con un calibro da 8 millimetri, mentre un’altra barca con la stessa lunghezza può richiedere una catena da 10 millimetri. A contare, infatti, non è tanto la lunghezza della barca, quanto invece il suo peso, perché sarà quest’ultimo a determinare il carico di lavoro e il carico di rottura necessari.

Va però detto che una catena con un diametro maggiore pesa di più, e una catena eccessivamente pesante, vista la sua posizione a prua, non potrà che aumentare il beccheggio durante la navigazione. È dunque bene controllare le tabelle relative al carico di rottura di ogni singola catena e procedere di conseguenza. Una catena calibrata da 8 millimetri con un peso di circa 1,5 chilogrammi al metro, presenta per esempio un carico di rottura di 4.000 chilogrammi. Bastano però 2 millimetri di diametro in meno – e quindi una catena da 6 millimetri per un peso di 800 grammi al metro – per avere un carico di rottura inferiore ai 2.000 chilogrammi.

Si deve però sottolineare che il carico di rottura di una linea di ancoraggio, in presenza di giunzioni, non può che risultare potenzialmente ridimensionata verso il basso. Per questo motivo, sarebbe sempre meglio non collegare diversi spezzoni di catena. Laddove necessario, è dunque obbligatorio usare delle faglie maglie di alta qualità, che garantiscano in ogni caso un carico di rottura uguale o superiore a quello delle catene collegate.

Il passo della catena

Visto il diametro della catena, dedichiamoci al passo. Quando si parla di passo ci si riferisce alla lunghezza interna di ogni singolo anello di una catena calibrata: come si può immaginare, questo è un dettaglio fondamentale quando entra in gioco il barbotin del verricello dell’ancora. Diventa quindi fondamentale scegliere la catena con il passo giusto in base al barbotin del proprio salpa ancora. In nostro soccorso arrivano gli standard internazionali secondo i quali vengono costruite le catene, che sono solamente due, ovvero l’ISO 4565 e il DIN 766. Una catena da 6 millimetri ISO 4565 presenta un passo da 18,5, mentre una catena da 8 millimetri ISO 4565 presenta un passo da 24. Di fatto, i due standard si equivalgono per tutti i diametri, eccezion fatta per le catene da 10 millimetri. In questo caso, il passo ISO 4565 è di 30 millimetri, mentre quello DIN 766 è di 28 millimetri.

Lunghezza delle catena

Arriviamo, finalmente, alla scelta della lunghezza della catena. Ebbene, come si può immaginare, qui tutto dipende non tanto dalle dimensioni o dal peso della barca, quanto invece dai fondali che si intendono affrontare, e nei quali si vuole gettare l’ancora. Da una parte, una linea di ancoraggio troppo lunga – leggi: una catena per l’ancora troppo lunga – può risultare eccessivamente pesante, con tutti i problemi di beccheggio connessi durante la navigazione. Una catena troppo corta, invece, può portare a degli ancoraggi poco efficaci, e quindi con troppa poca catena sul fondale.
In caso di calumo, si suggerisce sempre di avere almeno 10 metri di catena per le barche tra i 6 e i 10 metri. A comandare, però, è sempre e solo il fondale: la linea di ancoraggio, infatti, dovrebbe sempre essere lunga almeno 3 volte il fondale in cui si vuole gettare l’ancora, anche se c’è chi parla di almeno 5 volte la profondità del fondale.

come scegliere catena per ancora

(Aggiornamento) Il grado della catena

Torniamo su questo articolo del nostro magazine per portare un’informazione in più, o e meglio, per integrare questo pezzo con un’informazione mancante. Nel pezzo originale, infatti, non avevamo citato il grado della catena, un aspetto che per alcune persone alla ricerca di una nuova catena per la propria barca può essere molto importante. Di cosa si parla quando si cita il grado di una catena? Si parla del suo “grado di forza“. Ogni catena ha il proprio grado, ovvero un valore che ne certifica la resistenza meccanica complessiva. Più nello specifico, sul mercato non troveremo catene per linee d’ancoraggio con una resistenza meccanica, e quindi con un grado, inferiore al valore di 30. Le normali catene per ancora zincate sono tendenzialmente di grado 30 o di grado 40, mentre alcune catene d’ancoraggio in acciaio zincato arrivano al grado 60 o perfino 65.  Le catene in acciaio inox, invece, partono in ogni caso dal grado 50.

Tutto questo per dire che, quando ci si mette alla ricerca di una nuova ancora per la propria barca, c’è un ulteriore aspetto da tenere in considerazione!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.
  1. Buon pomeriggio volevo chiederle siccome sono costretto ad attaccare un 25 m ad una catena che ho già in barca.
    Quale secondo lei è il modo migliore per mettere in sicurezza una falsa maglia? Grazie mille

    • Buongiorno Ezio,
      prima di tutto scelga una falsa maglia di prima qualità, poi le operazioni di fissaggio consigliamo di farle sul cemento o in banchina, mai in coperta.
      Dopo aver martellato la falsa maglia, consigliamo di fare prima un controllo visivo, poi metterla in tensione appena si ha la possibilità.
      Speriamo di essere stati di aiuto Team HiNelson

  2. Ho un problema. Quando calo l ancora col verricello la catena prende giri su se stessa fino a avvitarsi così tanto da diventare un problema. Dipende dal barbotin? È un problema eliminabile in qualche modo?

    • Ciao Giovanna si! E’ il rapporto potenza del verricello/peso dell’ancora.
      Puoi regolare i giri del barbotin tramite alcuni giri brugola e verificare di nuovo.
      Speriamo di essere stati d’aiuto Team HiNelson

    • Buongiorno Davide.
      Dipende da che tipo di ancora ha installata a bordo.comunque per imbarcazioni di quel peso è consigliata una catena da 12 mm
      Può consultare varie tabelle online.
      Speriamo di essere stati d’aiuto, Team HiNelson

  3. Buon pomeriggio sono nella baia di petriti che ha sperimentato una sorta di tsunami von onde altissime e forte vento che ha spinto molte barche cpreso il mio Jaguar 27 verso i bassifondi. nel mio caso si è anche rotta la catena. Ho recuperato l’ancora attaccata a 10 mt di catena. La catena è sicuramente da cambiare e lo farò fine mese quando sarò in cantiere a Corfù dove resterà l’inverno. Non mi fido molto della falsa maglia anche perché non l:o mai usata. Dovrei avere ancora poco più di 30 mt nel suo alloggiamento a prua. Meglio attaccare l’ancora alla catena restante? Almeno fino a fine mese quando on cantiere potrò sostituirla completamente. Quanti mettimi consigliate? Hrazie

    • Ciao Paolo, si anche noi ti consigliamo di rientrare il prima possibile per sistemare il tutto con tecnici specializzati.
      Se non ti fosse possibile farlo ora, puoi usare si la falsa maglia, ma questa deve essere qualitativamente ineccepibile.
      Se non fossi sicuro, attacca tranquillamente l’ancora ai 30metri restanti.
      Speriamo di esserti stati d’aiuto, Team HiNelson

  4. Buongiorno, grazie per l‘ottimo articolo, ho appena comprato una HR 40 del peso di ca 9 tonnellate, il precedenza avevo una Najad 38 del peso non molto inferiore, la HR ha una catena da 10 mm zincata, la Najad una inox di 8 mm che mi è rimasta di proprietà; ha senso mettere la inox sulla HR o 8 mm sono troppo pochi? Grazie per un parere

    Roberto

    • Buongiorno Roberto, ti ringraziamo per il tuo commento. In effetti 8 millimetri per una barca di circa 9 tonnellate potrebbero rischiare di essere pochi.

  5. Salve vorrei capire su una barca di 5,60 m quanti metri di catena devo mettere all’ancora prima di attaccarci la fune? E che spessore? Grazie

    • Salve Francesco, non c’è una regola valida per tutti.
      Occorre sapere il peso dell’imbarcazioni e dipende anche molto in quali fondali getta l’ancora di solito.
      Una buona regola generale comunque è quella di attenersi alle tabelle che trova on Line.
      Speriamo di essere stati d’aiuto team HiNelson

  6. Salve dovrei sostituire 100 Mt di catena del 12,la barca pesa 55tons ..con ancora Hall da 105kg….volevo mettere un 14 me lo consigliereste..voi in caso avreste disponibilità.

    • Ciao Diego,
      Ti consigliamo di installare a bordo un diametro catena di almeno 16mm.
      Per quanto riguarda la nostra disponibilità, dovremmo avere maggiori info per quanto riguarda le specifiche tecniche.
      Puoi scrivere tranquillamente a help@hinelson.com per ricevere ulteriori info.
      Speriamo di esserti stato d’aiuto Team HiNelson.

  7. Salve Nicola,
    Grazie per l’articolo, davvero molto interessante.
    Volevo chiederle un approfondimento sulle catene definite “ultraleggere” che a parità di peso consentirebbero di avere maggior calumo a bordo.
    Grazie

    • Buongiorno Rino, grazie per averci scritto. Il discorso relativo alle ultraleggere può variare di produttore in produttore, pur sapendo che si tratta un prodotto poco o per nulla presente sul mercato. In linea di massima, il consiglio che mi sento di dare è sempre quello di controllare le specifiche della singola catena, paragonandole con le caratteristiche della propria imbarcazione. In questi casi è sempre meglio, eventualmente, abbondare in sicurezza.

  8. Articolo molto utile. Devo cambiare la catena zincata da 8mm con una in acciaiò inox: posso mantenere l’ancora zincata da 10Kg o devo necessariamente cambiare anche l’ancora e metterla in acciaio?
    Grazie per la risposta

    • Buongiorno Giulia, grazie per averci scritto. No, non risulta obbligatorio cambiare anche l’ancora dopo la sostituzione della catena. A essere pignoli, però, sarebbe meglio avere catena e ancora dello stesso materiale, per ridurre al minimo le correnti galvaniche. Il livello di attenzione da dedicare a questo aspetto dipende però dall’utilizzo: se la linea di ancoraggio viene usata effettivamente poco, la differenza di materiali non rappresenta un problema.

  9. buongiorno devo sostituire la catena di un cabinato a vela 8 mt, peso 1400 kg, ho acquistato da voi la 8 mm, ma forse è esagerata ? non ho il salpa ancora

    • Buongiorno Andrea, in media il carico di rottura di una buona catena in acciaio inox da 8 millimetri è di 4.600 chilogrammi, mentre se si parla di una buona catena zincata da 8 millimetri si è solitamente sui 3.200 chilogrammi. Per una barca come la tua è in ogni caso sempre raccomandato un diametro di 8 millimetri. Contatta il nostro servizio clienti se vuoi avere delle informazioni sul verricello per salpare l’ancora: saranno felici di aiutarti!

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