Catena ancora: pulizia e manutenzione

Le giornate sono sempre più corte, uscire di casa senza una giacca è ormai praticamente impossibile, venti freddi arrivano praticamente da ogni dove: i pochi che non hanno già fatto il rimessaggio invernale della barca si accingono a farlo in questi giorni, prima che arrivi il vero freddo. E le attività da fare per la manutenzione della barca prima dell’inverno, si sa, sono molte, moltissime: pulire lo scafo, controllare il motore, togliere le vele e lavarle, pulire la coperta, controllare la timoneria, occuparsi delle batterie e in generale dell’impianto elettrico, dare un’occhiata all’impianto idraulico e, infine, posizionare il tutto sotto un bel telo di copertura per barche. Insomma, anche chi ha una barca piccola, nella maggior parte dei casi, deve organizzarsi con anticipo, acquistare i giusti prodotti e liberarsi il tempo necessario per mettere a riposo la propria imbarcazione come si deve. Tutto deve essere ovviamente fatto seguendo una checklist per il rimessaggio della barca stilata ad hoc, aggiungendo ai passaggi standard anche tutti gli interventi speciali caso per caso, frutto dell’osservazione durante le ultime settimane di navigazione. Prima di mettere a dormire la barca bisogna per esempio controllare anche la catena dell’ancora, per verificarne le condizioni: forse basta una pulita veloce, o forse, invece, è necessaria la sostituzione in vista del nuovo anno. Oggi, quindi, vedremo insieme come si pulisce la catena dell’ancora, e come controllare il suo stato di salute.

La catena dell’ancora: due materiali

Le linee d’ancoraggio non sono tutte uguali: i fattori in gioco sono moltissimi. Prima di vedere come si pulisce la catena dell’ancora, quindi, è meglio soffermarsi un attimo sui materiali solitamente utilizzati per realizzare le catene. Le opzioni, nel concreto, sono due. Da una parte ci sono infatti le maglie della catena realizzate in acciaio zincato a caldo e dall’altra, invece, ci sono le catene in acciaio inossidabile.
Partiamo dalle prime: le catene in acciaio zincato a caldo, detto anche HDG, sono senza ombra di dubbio le più diffuse sulle nostre barche. Il motivo? Semplice: l’acciaio zincato costa molto, molto meno rispetto a quello inossidabile. Non si parla della metà, bensì di un costo che, talvolta, può essere inferiore di ben 10 volte rispetto a quello relativo a una catena in acciaio inox. Rispetto a un costo così altamente differente, le catene in acciaio zincato si difendono comunque molto bene: sono caratterizzate da una buona resistenza meccanica e da una resistenza alla corrosione generalmente molto buona, due aspetti che di certo, insieme al prezzo, hanno conquistato e continueranno a conquistare gran parte dei diportisti. Ma come funziona l’acciaio galvanizzato (la sigla HDG sta per Hot Dip Galvanized)? Anche, qui semplice: la galvanizzazione consiste nel rivestimento del metallo con dello zinco. Quest’ultimo, situandosi all’esterno delle maglie della catena, si comporterà come un lungo anodo sacrificale protettivo, il quale proteggerà l’acciaio sottostante sacrificandosi all’ossidazione. Va ovviamente sottolineato che non tutte le galvanizzazioni hanno lo stesso livello di efficienza: nel momento in cui si acquista una catena per barca di acciaio zincato, quindi, è importante assicurarsi che il processo di galvanizzazione sia stato fatto appositamente per un utilizzo marino.

Dall’altra parte ci sono le catene in acciaio inossidabile, le quali, come abbiamo anticipato, sono molto più costose, oltre che esteticamente più belle e, per loro natura, maggiormente resistenti alla ruggine. L’acciaio inossidabile utilizzato può essere di due tipologie, o ISO 304 o AISI 316. Il primo, quando si parla di linee di ancoraggio, è sicuramente inferiore al secondo: l’AISI 316 è infatti perfetto per l’ambiente marino, essendo resistente sia al sale che agli agenti atmosferici. Bisogna sottolineare che, se dal punto di vista estetico una catena in acciaio inox resta imbattibile, non è detto che le sue prestazioni dal punto di vista meccanico siano per forza migliori rispetto a quelle di una catena zincata di buon livello.

A determinare il livello di una catena, quindi, ancor prima del materiale utilizzato, è di fatto la qualità costruttiva delle maglie, a partire ovviamente dai fari punti di saldatura. In tutti i casi, affinché una catena rimanga bella e resistente nel tempo – a maggior ragione nel caso delle più comuni catene in acciaio zincato – è necessario pulire le sue maglie periodicamente.

E torniamo, quindi, alla domanda iniziale: come si deve fare per pulire la catena dell’ancora in modo efficace e veloce?

pulire catena ancora

Come si pulisce la catena dell’ancora

Ci sono tanti ottimi motivi per pulire regolarmente la catena dell’ancora. Prima di tutto, perché una catena pulita dura molto di più. Ci sono invece persone che, lasciando per mesi e mesi l’ancora in acque calde senza fare alcunché per pulire la linea d’ancoraggio, si trovano ad acquistare tutti gli anni delle catene nuove – acquistando magari delle catene di bassa qualità – in un ciclo infinito. Non bisogna poi trascurare l’estetica della catena: a nessun piace avere una catena sporca in bella vista. Per chi possiede una barca piccola e dunque si arrangia senza verricello salpa ancora, la necessità di avere una catena pulita è doppia, per non insozzarsi ogni volta che si deve movimentare la linea d’ancoraggio. E ancora: vogliamo davvero pensare a come una catena sporca può ridurre il gavone che deve accoglierla?

Insomma, pulire la catena dell’ancora è un vero e proprio must che deve essere fatto tutte le volte che si rende possibile. In linea di massima, per una pulizia regolare, è sufficiente usare dell’acqua dolce, e null’altro: tutte le volte che si torna in banchina e si mettono le mani sulla manichetta dell’acqua, insomma, è il caso di dare una sciacquata.

Come procedere nel concreto con la pulizia della catena? Il modo più facile e veloce è quello, quando possibile, di ormeggiare di prua, facendo dunque filare comodamente tutta la catena all’interno di un contenitore abbastanza grande posizionato sulla banchina. La nostra catena sarà così facilmente maneggiabile, e sarà possibile lavarla con dell’acqua dolce senza perdere troppo tempo e senza sprecare troppa acqua dolce. Molte persone, quando si domandano come si pulisce la catena dell’ancora, si interrogano sul prodotto da utilizzare, e in rete non si contano i diportisti che si interrogano sull’opportunità di usare aceto, ammoniaca e persino acido. Ebbene, per una pulizia regolare e frequente, non serve in realtà alcun prodotto particolare: dell’acqua dolce ed eventualmente un po’ di olio di gomito con una paglietta saranno sufficienti per avere una catena perfettamente pulita. Va peraltro sottolineato il fatto che certi diportisti, non potendo filare la catena in banchina per la pulizia, lo fanno direttamente sul ponte della barca: in tal caso è ovviamente necessario evitare qualsiasi prodotto per la pulizia dell’acciaio che possa andare a rovinare il ponte in teak o in vetroresina.

Se invece la pulizia della catena viene fatta più raramente – soprattutto nel caso la catena è stata in acqua per lungo tempo – potrebbe essere necessario usare un prodotto detergente per facilitare la pulizia: in questo caso si può usare della Terribilina, la quale fa detto può essere utilizzata anche su tanti altri materiali, dal vetroresina in poi.

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Una volta pulita, la catena va controllata scrupolosamente maglia dopo maglia: l’obiettivo è quello di individuare eventuali punti messi male, e quindi particolarmente usurati. I punti più deboli, come è noto, sono quelli relativi alla congiunzione tra l’ancora e la catena e le false maglie usate per collegare eventuali spezzoni diversi di catena. Altro punto su cui soffermarsi con attenzione è quello costituito dal collegamento tra linea di ancoraggio e barca: sarebbe infatti del tutto inutile avere una catena in perfette condizioni che però risulta collegata alla barca in modo tutt’altro che solido. Ecco quindi che si dovrà prestare particolare attenzione al collegamento tra grillo e golfare, sostituendo in caso di dubbi la parte tessile (fondamentale per liberarsi velocemente della linea di ancoraggio in caso di emergenza).

Catena dell’ancora arrugginita

Come anticipato e come del resto noto, l’acciaio inossidabile teme molto di meno la ruggine rispetto all’acciaio zincato; oltre a questo, come detto, le catene in acciaio inox sono molto più rare rispetto a quelle in acciaio zincato. Possiamo dunque concentrarci su queste ultime quando si parla di ruggine: cosa si deve fare se, al momento della pulizia della catena della barca, ci si accorge che questa è ben più arrugginita di quanto accettabile? Prima di tutto, va detto che un trucco per rallentare la corrosione della catena è quello di rialzare leggermente il fondo del gavone in cui si raccoglie la catena, così da evitare che quest’ultima resti appoggiata proprio lì dove si raccoglie la classica pozzetta d’acqua. Ma cosa fare quando la ruggine è ormai presente in modo importante?

Ebbene, esiste la possibilità di ri-zincare la catena. Alcuni si affidano a delle zincature a freddo, usando dunque bombolette spray o pennello, ma il risultato, nella maggior parte dei casi, non è all’altezza della zincatura a caldo originale. Ecco dunque che si dovrebbe togliere la catena, avvolgerla in modo ordinato aiutandosi con dei fili di ferro e portarla da dei professionisti, i quali potranno procedere con una zincatura a caldo. Il problema, però, è che non tutti gli impianti di zincatura hanno una capacità tale da accogliere una catena intera, da qui la necessità, molto spesso, di presentarla in tronconi. E ancora: non sono molti gli impianti di zincatura dotati di centrifuga – chiamata ‘lavatrice’ dagli addetti ai lavori – ovvero del meccanismo che permette di andare a zincare ogni punto delle maglie. Ecco quindi che, negli impianti più semplici, si avrà una zincatura non completa, con dei punti scoperti tra una maglia e l’altra. Ipotizziamo, però, di trovare un impianto di zincatura abbastanza grande e provvisto di una centrifuga: in quel caso il costo potrebbe essere superiore alla metà del costo d’acquisto di una catena nuova.

Insomma, spesso, di fronte a una catena arrugginita, l’ipotesi migliore è acquistarne una nuova! Se anche tu sei in questa situazione, dai un’occhiata alla nostra sezione dedicata alla vendita online di catene per ancore.

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Bene, ora abbiamo visto come pulire l’ancora della barca. Prima di ritirarla dalla banchina, però, è bene approfittare fino in fondo della situazione: il gavone dell’ancora, infatti, è completamente vuoto: non è una cosa che capita molto spesso, e dunque è bene sfruttare l’attimo per pulirlo in modo soddisfacente.

Pulire il gavone dell’ancora

Tutta la catena dell’ancora è filata, e il gavone si mostra in tutto il suo splendore. Peccato che, molto spesso – soprattutto quando la pulizia della catena non viene fatta in modo regolare – quella parte della barca è tutto fuorché splendente. Anzi: lì si accumulano acqua salmastra, pezzi di alghe, fango, sabbia, pe non parlare dei segni di ruggine lasciati sul vetroresina. Insomma, non è un bel vedere, e non ci può rincuorare il fatto che di solito tutto questo è ‘nascosto’. Un gavone sporco è infatti un gavone che sporcherà immediatamente la nostra ancora, nonché una parte della nostra barca a rischio usura accelerata, e ancora, una fonte di odori non esattamente gradevoli. Ecco quindi che si rende necessaria una bella pulizia.
Una volta aperti gli ombrinali, usando un detergente per barche, si procederà alla pulizia attenta di ogni angolo del gavone, aiutandosi eventualmente con la già nominata Terribilina per eliminare le macchie di ruggine più ostinate.

Una volta pulito, il gavone dell’ancora non avrà più segreti a nostri occhi: sarà quindi l’occasione giusta per controllare il suo fondo e le sue pareti, in modo da trovare eventuali fessure o piccole spaccature. Non ci sarebbe certo da stupirsi: si tratta infatti di un luogo che ha a che fare con la ‘caduta’ di un materiale pesante e niente affatto soffice. Una volta pulito e asciugato perfettamente, il gavone potrà quindi essere riparato in modo veloce ed efficace con dello stucco epossidico per barche, per poi rifinire il tutto con un po’ di gelcoat.

Prima di riportare la catena perfettamente pulita nel gavone, a voler essere efficienti al punto giusto, si potrà poi approfittare della comodità di questo spazio vuoto per dare un’occhiata al verricello salpa ancora. Nella maggior parte dei casi tutto è in ordine: basterà controllare l’usura dei denti del barbotin, nonché eventualmente dare una lubrificata dalla parte superiore.

pulire catena ancora

Sostituire la catena dell’ancora

Abbiamo visto che la pulizia della catena dell’ancora è un’attività importante anche perché permette di controllare con una certa attenzione la salute della catena stessa, soffermandoci su ogni singola maglia. Punti danneggiati, ruggine eccessiva e altri problemi possono portare inevitabilmente, come abbiamo visto, alla sostituzione obbligatoria dell’intera catena. Abbiamo già realizzato una guida per la scelta della catena dell’ancora, e quindi qui ci limiteremo a ripetere i punti salienti, nel caso in cui, durante la pulizia della suddetta, ci si renda conto che la sostituzione è improrogabile – e di certo non è bene rischiare di avere a che fare con una catena che ci abbandoni al momento più sbagliato! Ecco allora che bisogna guardare al diametro e al passo della vecchia catena, ossia allo spesso del filo di metallo che compone le maglie e alla lunghezza interna di ciascuna maglia. Sbagliare il passo, e quindi acquistare una catena per ancora con una lunghezza delle maglie errata, vuol dire rendere inservibile il salpa ancora, il quale presenta un barbotin che funziona solo per un certo passo. Va sottolineato per altro che, in genere, le catene per ancora sono a passo corto e calibrato, per avere la certezza di non causare nessun problema alla ruota dentata del verricello.

 

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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