Pesca a casting: guida e consigli

Fare un’introduzione alla pesca a casting vuol dire inevitabilmente tirare in ballo anche la più comune pesca a spinning. Il motivo è semplice: l’eterna questione di tanti pescatori italiani è infatti quella relativa alla supremazia di queste due tecniche di pesca simili e allo stesso tempo differenti. Chi frequenta i forum dedicati alla pesca sa infatti quante volte questo tema torna nelle discussioni, con partigiani dell’una e dell’altra fazione. Il punto comune lo sappiamo: entrambe sono delle tecniche di pesca che si fondano sull’uso di esche artificiali. Ma ci sono anche parecchie differenze.

Per affrontare in modo chiaro e completo il tema Spinning vs Casting è in ogni caso bene digerire alcune nozioni preliminari. Per prima cosa, è assolutamente da evitare l’associazione tra pesca a casting e una moda passeggera: certo, è vero che la pesca a spinning è più comune e di più lungo corso, ma la pesca a casting ha tutte le carte in regola – e i motivi – per esserci e per restare. In secondo luogo, può essere utile sapere che siamo praticamente solo noi italiani a interrogarci su quale delle due tecniche sia migliori: in altri paesi in cui la pesca con artificiali conosce una storia più lunga, domande di questo tipo non si pongono, sapendo che ci sono casi in cui è meglio lo spinning e altri in cui risulta più efficace il casting. Per avvicinarsi a questa tecnica è quindi necessario chiarire prima di tutto le differenze tra casting e spinning.

Spinning vs Casting: le differenze

Ci sono diverse possibili prospettive dalle quali partire per individuare le differenze fondamentali tra pesca a casting e pesca a spinning. Potremmo per esempio partire dalle divergenze a livello di attrezzatura da pesca, in primis dalla canna da pesca. La canna da spinning, che di sicuro è più diffusa in Italia, presenta come è noto gli anelli posizionati nel lato interno del gresso, nonché un classico mulinello a bobina fissa, a sua volta posizionato nella parte interna.

Diversa è invece la canna da casting – come abbiamo visto nel post dedicato a come scegliere la canna da casting. Questa presenta tipicamente gli anelli sull’altro lato, e quindi nella parte esterna. Altro dettaglio da non sottovalutare è la differente forma del calcio, che per facilitare la presa tipica dello spinning presenta una protuberanza. La differenza fondamentale è però data dalla presenza del mulinello a bonbina rotante, posizionato esternamente. Va detto che non tutte le canne da casting sono uguali: esistono per esempio dei modelli che presentano una disposizione a spirale degli anelli; si tratta però di modelli peculiari. L’importante è sapere che la canna da casting è studiata in questo modo affinché vada a torcersi sul lato opposto rispetto al posizionamento degli anelli.

Già da qui si capisce perché tanti pescatori hanno un certo timore nei confronti della pesca a casting, proprio per la presenza di un mulinello a bobina rotante, che abbisognano di un approccio differente. In realtà, però, chi non ha già l’imprinting sui modelli fissi potrebbe trovare al contrario più intuitivo e automatico l’utilizzo dei mulinelli a bobina rotante, i quali presentano un meccanismo in fin dei conti più naturale. Il vantaggio di avere un mulinello di questo tipo è poi quello di poter usare dei fili più grossi, per raggiungere così delle distanze di lancio importanti anche con delle esche non pesanti (anche se va detto che usare esche particolarmente leggere nel casting aumenta di parecchio la difficoltà nel gestire la fuoriuscita del filo, come vedremo tra poco).

A questo punto possiamo rispondere anche a un’altra famosa domanda: è possibile usare una canna da pesca da casting per pescare a spinning? Se si è seguito il discorso fin qui, si capisce che la risposta è no: al di là delle disposizioni degli anelli, c’è anche l’aspetto del senso della torsione di una canna. “Capovolgere” una canna da casting per usarla come spinning vuol dire non solo avere una canna poco efficace, ma anche forzare pericolosamente le sue fibre.

pesca a casting mulinello

Quando scegliere la pesca a casting, e quando la pesca a spinning?

A partire dalle caratteristiche di canna da pesca e di mulinelli, possiamo iniziare a capire quando è meglio darsi allo spinning, e quando invece al casting, sapendo che in una stessa uscita si potrebbero avere vantaggi nel passare dall’una all’altra. I vantaggi della canna da pesca da spinning sono in generale quelli di lanciare più lontano, di avere dei recuperi veloci, e di avere meno probabilità di creare le temute parrucche. La canna da casting, da parte sua, permette precisione maggiore, lanci più lunghi con esche leggere (grazie ai fili più pesanti) nonché un ritmo di lanci decisamente più veloce.

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Ovviamente cambiando gli strumenti muta anche la tecnica: con la canna da casting ci si può infatti affidare al supporto del mulinello, senza quindi dare la tipica frustata dello spinning. Ma è anche vero che immediatamente dopo il lancio chi pesca a spinning deve andare a gestire la fuoriuscita del filo, per fare in modo che questa non continui nel momento in cui la nostra esca artificiale arriva in acqua: dopo un po’ di lanci, però, si riesce solitamente a trovare una buona coordinazione per frenare e quindi bloccare il mulinello, con una lieve e poi decisa pressione del pollice.

Si capisce quindi che la pesca a casting è tendenzialmente più ritmata ma allo stesso tempo più silenziosa – non contemplando le frustate – e più precisa. E ancora, viene automatico pensare, giustamente, che la pesca a spinning sia più efficace e comoda nel caso di esche leggere, e quindi per prede non eccessive; al contrario la pesca a casting può essere l’ideale per esche più pesanti, grazie alla possibilità di usare fili più grossi.

In base alla preda, allo spot, alle nostre abitudini, alle esche a disposizione, è possibile scegliere tra l’una e l’altra tecnica. Pur sapendo che nessuno si deve sentire obbligato a pescare a spinning in luogo del casting, e viceversa: parliamo di due tecniche complementari la cui scelta resta fondamentalmente personale.

Cos’è il baitcasting?

Per chiarezza, va detto che nel mondo anglosassone ci si riferisce alla pesca a casting anche con il termine baitcasting, differenziando tra mulinelli baitcast, spincast e da spinning. Ma qui si aprirebbe un altro mondo, che affronteremo magari in futuro in un articolo dedicato.

Iniziare con la pesca a casting: alcuni consigli

Attratti dalla novità, dalla possibilità di pescare in modo meno chiassoso, più delicato e più scenico, per avere qualche chance in più con delle prede particolari: ci sono tanti motivi per sperimentare la pesca a casting. Per iniziare è necessario avere un po’ di pazienza, e sapere che qualche parrucca ai primi lanci sarà quasi inevitabile. Il consiglio principale è quello di iniziare con dei pesi importanti, dirigendosi quindi verso il peso più alto (senza per forza raggiungerlo) indicato per il lancio massimo della propria canna. Con questa impostazione si possono effettuare i primi test, per capire quanto lasciar correre, quando bloccare, come facilitare la discesa lenta, e via dicendo.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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