A ogni attività il suo: il migliore giubbotto salvagente

Uscire in mare senza giubbotto salvagente equivale ad andare in moto senza casco o guidare un’automobile senza cintura di sicurezza. Non si tratta solamente di una trasgressione delle regole che comporta una sanzione: si tratta di un atto estremamente pericoloso, che mette a repentaglio la vita di chi si trova a bordo di un’imbarcazione, di un natante o persino di un kite surf. Insomma, affrontare il mare – o il lago – senza un giubbotto di salvataggio è come fare il trapezista senza rete, affrontando il rischio più assoluto. Non basta, però, avere un giubbotto di salvataggio: è necessario avere quello giusto, ed è ancora meglio avere il migliore giubbotto salvagente per l’attività che si intende svolgere.

Per la scelta di queste dotazioni di sicurezza obbligatorie per la navigazione è necessario prendere in considerazione principalmente due cose. Prima di tutto bisogna guardare al regolamento, e quindi a cosa distinguono le normative, le quali, come vedremo, dividono i giubbotto salvagente in diverse classi. Dopodiché è necessario pensare al tipo di attività che si intenderà svolgere con quel giubbotto di salvataggio, partendo dal presupposto che, per esempio, per una tranquilla crociera su una barca a motore si dovrà optare per un giubbotto diverso rispetto a quello pensato per il kayak. A questo bisogna poi sommare l’attenzione per la vestibilità: esistono infatti modelli di diverse taglie, per non parlare dei giubbotti salvagente per bambini e perfino per neonati. Non bisogna dimenticare, inoltre, che negli ultimi anni sono fiorite nuove tecnologie di giubbotti salvagente.

Vediamo, quindi, quali sono i migliori giubbotti di salvataggio in commercio in base al regolamento, all’attività e alla tipologia.

Scegliere il giubbotto salvagente: cosa dicono le regole

Tipologie di giubbotto per il salvataggio: in schiuma o gonfiabile

I migliori giubbotti salvagente per ogni sport

Scegliere il miglior giubbotto salvagente: cosa dicono le regole

Esistono delle regole precise circa i giubbotti di salvataggio da portare in mare. Come abbiamo ricordato nella nostra lista delle dotazioni obbligatorie sicurezza per barche, il giubbotto salvagente è obbligatorio in tutti i casi in cui si si oltrepassano i 300 metri dalla costa. A essere più precisi, il giubbotto di salvataggio è sempre obbligatorio anche per la navigazione in fiumi, torrenti e corsi d’acqua.

Ma non è tutto qui: non è sufficiente avere ‘un’ giubbotto salvagente. Prima di tutto, è necessario avere un giubbotto di salvataggio regolamentare, e quindi realizzato seguendo le prassi stabilite dall’Unione Europea in quanto a materiali, a realizzazione e a performance. Tutto questo, quindi, si traduce nell’obbligo di acquistare solo e unicamente giubbotti salvagente con marcatura CE. La prima cosa da fare quando si acquista un giubbotto di salvataggio, dunque, è assicurarsi della presenza del marchio CE sull’etichetta: di fatto, nessuno negozio di qualità si sognerebbe mai di mettere in vendita del giubbotti salvagente non regolamentari, ma si sa, quando per necessità ci si trova ad acquistare dei prodotti in punti di vendita di basso livello, bisogna fare doppiamente attenzione. Va peraltro sottolineato che la marcatura CE è obbligatoria per tutti i dispositivi di sicurezza obbligatori per le barche, dai razzi fino alla zattera di salvataggio.

E ancora, non è tutto qui: è necessario verificare anche che il giubbotto di salvataggio che si desidera acquistare vanti una sufficiente capacità di sollevamento. Esistono, infatti, dei giubbotti meno “potenti” e dei giubbotti più “potenti”, i quali quindi si distinguono per una maggiore o minore galleggiabilità. In base alla spinta verso l’alto che questi dispositivi possono garantire a una persona caduta in mare, si parla quindi di giubbotti di salvataggio veri e propri, pensati per far galleggiare una persona in qualunque situazione, e giubbotti per l’aiuto al galleggiamento, i quali invece sono pensati, per l’appunto, per aiutare il galleggiamento, ma non per garantirlo a prescindere dalla situazione.

Non ti spaventare: le normative non sono vaghe come potrebbe sembrare fino a qui. Al contrari:  la normativa ISO 12402 distingue tra quattro tipologie differenti di giubbotti di salvataggio, in base per l’appunto alla loro spinta verso l’alto, misurata in newton. Si parte, per l’appunto, dagli aiuti al galleggiamento, e quindi dai giubbotti salvagente meno potenti, i quali vengono raggruppati nella classe 50 N. Si tratta dunque di dispositivi che, di per sé, non possono garantire la piena galleggiabilità di una persona in mezzo al mare mosso, tanto meno se la persona in questione non sa nuotare o se è senza sensi. Al di sopra di questa categoria ci sono i giubbotti di salvataggio veri e propri, a partire dai giubbotti 100 N: qui la galleggiabilità è garantita, anche se non si può certo parlare di un galleggiamento del tutto tranquillo e confortevole. Sono abbastanza ‘forti’ da mantenere a galla anche una persona che non sa nuotare, ma non possono garantire la piena sicurezza di una persona agitata e magari appesantita da diversi strati di vestiti rivestiti d’acqua. I giubbotti di questa classe, inoltre, non riescono a garantire il raddrizzamento automatico della persona (portandola quindi con il viso verso l’alto, per permettere la respirazione). Ne consegue quindi che i giubbotti 100 N possono essere usati solo su imbarcazioni che si muovono entro 6 miglia dalla costa.

Da lì in poi è obbligatorio dotarsi come di giubbotti di salvataggio 150 N, pensati per l’appunto per la navigazione oltre le 6 miglia. Si tratta di giubbotti che, oltre a garantire un galleggiamento assolutamente stabile anche in mezzo alle onde, sono progettati per raddrizzare un’eventuale persona incosciente. Infine, ci sono i potentissimi giubbotti 275 N, i quali (avendo una spinta di galleggiamento quasi doppia ai precedenti) sono pensati per chi naviga senza limiti, anche in condizioni estreme.

Si sbaglierebbe, però, a pensare che per dotarsi del miglior giubbotto di salvataggio sia sufficiente controllare i suoi newton. Per avere il giubbotto più efficiente è infatti necessari pensare anche alla sua tipologia, nonché alla propria attività nautica.

Tipologie di giubbotto per il salvataggio: in schiuma o gonfiabile

Nel magazzino del nostro e-commerce di accessori e ricambi per la nautica ci sono scaffali pieni di giubbotti di salvataggio, costruiti dei modi più differenti. È però possibile dividere questi dispositivi di sicurezza in due grandi famiglie: da una parte, i giubbotti salvagente in schiuma, e quindi rigidi, sempre uguali; dall’altra, i giubbotti salvagente gonfiabili, che quindi devono essere gonfiati al momento del bisogno.

Cominciamo con i primi, ovvero con i modelli in schiuma. Si tratta ovviamente di giubbotto più semplici e, tendenzialmente meno costosi. Va sottolineato fin da subito che, pur nella loro semplicità, i migliori giubbotti in schiuma possono comunque offrire delle spinte al galleggiamento più che sufficienti, con modelli che raggiungono i 150 newton e oltre. Tutto questo, ovviamente, a scapito della loro vestibilità: per offrire una buona galleggiabilità, infatti, i giubbotti in schiuma espansa devono essere abbastanza ‘grossi’, e quindi ovviamente un filino ingombranti. L’ingombro è tale sia nello stivaggio bordo, sia nel momento in cui si decide di indossare questi giubbotti, anche se va detto che i migliori giubbotti di salvataggio in schiuma permettono una buona mobilità. Possiamo in ogni caso suddividere questo grande gruppo in ulteriori due sottogruppi: da una parte ci sono infatti i giubbotti di salvataggio a stola, dall’altra quelli a corpetto. I primi permettono di essere indossati molto velocemente: basta infilarli intorno al capo e il gioco è fatto, non essendo ‘avvolgenti’. Ma non si può certo dire che siano efficaci, tanto da renderli del tutto inadatti per bambini, per adulti che non sanno nuotare o in caso di mare mosso. Sono certamente più performanti i giubbotti a corpetto, i quali assomigliano a dei gilet invernali particolarmente ‘bombati’. I modelli più completi prevedono anche una prolunga circolare che circonda il collo, che garantisce quindi il sollevamento della testa al di sopra dell’acqua.

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L’altro grande gruppo di giubbotti di salvataggio è costituito dai modelli gonfiabili. Il vantaggio è evidente, ed è legato al minore ingombro a bordo nonché alla vestibilità. Essendo gonfiabili, e quindi poco ingombranti, i giubbotti salvagente di questo tipo possono essere indossati sempre senza disturbo, dall’inizio alla fine della navigazione, senza intralciarci e senza farci perdere tempo in caso di emergenza per individuare e infilare i giubbotti. Certo, c’è lo svantaggio per cui, prima dell’utilizzo, questi giubbotti devono essere gonfiati. Ma non si deve pensare che si tratti di un lento gonfiaggio a bocca, come succede per esempio per i salvagenti giocattolo dei più piccoli: questi dispositivi sono infatti dotati di meccanismi che ne permettono il gonfiamento istantaneo. I modelli più semplici prevedono una cordicella che, se tirata, avvia il gonfiamento veloce; altri modelli, più complessi e moderni, sono invece autogonfiabili, e sono pensati per gonfiarsi nel momento in cui l’individuo che li indossa cade in acqua. Anche qui, esistono due tipologie differenti di giubbotto autogonfiabile: ci sono quelli in cui il gonfiamento scatta nel momento in cui la pastiglia di sale incorporata, bagnandosi, si scioglie, liberando un percussore che, a sua volta, apre la bomboletta di anidride carbonica; altri modelli, invece, hanno un attivatore idrostatico, che avvia quindi il gonfiamento nel momento in cui il giubbotto è sottoposto a una precisa pressione, pari a un’immersione in 20-30 centimetri d’acqua.

I migliori giubbotti salvagente per ogni sport

Ora sai tutto quello che devi sapere circa le diverse tipologie di giubbotto salvagente: non ti resta che capire quale modello deve essere usato nelle diverse attività sportive in mare!

Giubbotto salvagente per crociera

In barca, durante una crociera tranquilla lungo la costa, con mare tranquillo, è sufficiente avere a portata di mano un giubbotto regolamentare da indossare in caso di bisogno. Ecco quindi che è possibile optare per i classici giubbotti a schiuma da 100 o da 150 newton. L’importante è scegliere la taglia corretta, così da garantire una perfetta vestibilità.

Giubbotto per navigazione d’altura

Chi si spinge lontano dalla costa, magari anche per esigenze professionali o industriali, ha bisogno di giubbotti da indossare sempre, e dunque assolutamente non ingombranti. Ecco quindi che entrano in gioco i giubbotti gonfiabili che abbiamo visto sopra, con o senza il meccanismo di gonfiaggio automatico.

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Giubbotto per sci nautico

Per praticare questo stupendo sport, oltre a tutti gli accessori barca obbligatori per fare sci nautico, è necessario avere anche un giubbotto salvagente pensato per questa attività. Solitamente in questi casi si parla di aiuti per il galleggiamento, e quindi di giubbotti poco ingombranti, comodi, che lasciano la massima libertà di movimento e che, allo stesso tempo, offrono una buona protezione dorsale allo sciatore, con delle imbottiture mirate.

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Il giubbotto di salvataggio per la canoa e per il kayak

Certo, quando noleggiano i kayak e le canoe nei centri balneari forniscono nella maggior parte dei casi un semplice giubbotto salvagente a stola, il quale però, indubbiamente, non rappresenta il più comodo degli accessori da indossare visto il movimento richiesto dalla pagaiata. Ecco quindi che, per rendere più comodo e più sicuro questo sport, sono stati pensati e realizzati dei giubbotti di salvataggio speciali per le canoe, pensati per un utilizzo continuativo e confortevole.

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Il giubbotto salvagente per derive

Gli appassionati di derive abbisognano di giubbotti in grado di assecondare i loro movimenti senza ingombrare, e di dare sicurezza in caso di incidenti: sul nostro e-commerce potete trovare dei giubbotti pensati appositamente per le regate con derive.

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Il giubbotto di salvataggio per kitesurf

Cosa distingue il giubbotto da kitesurf dagli altri? Si tratta di un giubbotto con gancio appositamente pensato per il trapezio, aderente ed elasticizzato, con tasche e zip, per fare kite in modo comodo e divertente.

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Giubbotto di salvataggio per bambini e neonati

Bisogna sempre acquistare i giubbotti salvagente per la barca in base ai passeggeri che si avranno a bordo. Ecco quindi che quando si hanno a bordo dei bambini è necessario munirsi di appositi giubbotti di salvataggio: i modelli per i bambini più piccoli sono solitamente completi di maniglia di recupero.

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Giubbotti salvagente per cani e gatti

Animali a bordo? Meglio metterli al sicuro con un cintura di salvataggio pensata appositamente per gli amici a quattro zampe, muniti di pratica maniglia per il sollevamento.

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La manutenzione del giubbotto salvagente

Chi acquista una barca, che sia a vela o che sia a motore, sa già fin dall’inizio che dovrà dedicare un po’ di tempo, un po’ di soldi e un po’ di passione alle attività di manutenzione. Alcune sono più gravose, pensiamo per esempio alla manutenzione dello scafo; altre sono invece decisamente meno impegnative. In quest’ultimo gruppo inseriamo anche la manutenzione dei giubbotto di salvataggio per la barca, il quale, per avere la certezza di essere sempre perfettamente funzionanti – per non ritrovarsi ad avere a che fare con un sistema di aiuto al galleggiamento inutile al momento dell’emergenza – dee essere di tanto in tanto controllato. Nel caso dei giubbotto di salvataggio a stola è di fatto sufficiente un veloce controllo visivo, per controllare che tutte le cinghie siano in ordine. Nel caso dei modelli gonfiabili è invece bene dedicare qualche attenzione in più, per controllare eventuali difetti e danni causati da spostamenti, salsedine o raggi ultravioletti.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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