Come diventare skipper in barca a vela: guida e consigli

Come diventare uno skipper professionista su una barca a vela? Non ci sono dubbi: negli ultimi anni le vacanze in barca sono sempre più apprezzate, ricercate e desiderate. È infatti in crescita il numero di persone che in estate, anziché affittare una camera d’hotel in una località balneare, preferiscono noleggiare una barca a vela. Condurre un’imbarcazione non è però un’impresa che tutti possono affrontare, e per questo insieme alla ricerca di una barca c’è anche quella di uno skipper, ovvero di un professionista con tutte le competenze, le conoscenze e le esperienze necessarie. Da una parte, quindi, c’è un’alta richiesta di skipper professionisti, già di per sé un ottimo elemento per voler intraprendere questa carriera; dall’altra c’è il fatto che diventare skipper vuol dire lavorare ogni giorno in barca, svegliarsi in posti incredibili, conoscere tantissime persone e via dicendo. Certo, ci sono anche degli svantaggi, ma questo vale per ogni tipo di lavoro, no? Oggi vedremo quindi come diventare skipper professionista in Italia, affrontando ogni questione che un aspirante “capitano di barca a vela” possa avere. Cosa dice la legge italiana a questo proposito? Quali sono i requisiti per essere pagati come skipper professionista, quali sono i compiti e le responsabilità, quali sono i guadagni, e quali sono i corsi per skipper in barca a vela? Vediamolo in questa guida completa.

Come diventare skipper professionista in Italia: cosa dice la normativa

Dunque, vediamo in che modo la legge italiana norma la figura dello skipper professionista. Per prima cosa, chiariamo un concetto: nei vari decreti legge non si parla propriamente di skipper (parola che ci arriva dall’olandese “schipper”) quando invece di “ufficiale di navigazione del diporto”. Con questa etichetta non si indica semplicemente il diportista che conduce la propria barca, quanto invece il professionista abilitato a svolgere a livello professionale questa stessa attività, la quale di conseguenza diventa il lavoro quotidiano. Lo skipper professionista inteso come ufficiale di navigazione del diporto su una barca a noleggio, insomma, non coincide con lo skipper che conduce una barca da regata durante una competizione, né con il semplice diportista “esperto”. Come vedremo più sotto, peraltro, le competenze dello skipper di professione non si esauriscono con la mera conduzione dell’imbarcazione a vela.

come diventare skipper professionista: i corsi

Abbiamo quindi detto che la normativa indica lo skipper con il termine “ufficiale di navigazione del diporto”: questo riferimento si trova nella legge 121/2005, la quale è andata modificare quanto riportato precedentemente nella legge 647/1996, in cui si parlava di “conduttore di imbarcazioni da diporto adibite al noleggio per le acque marittime”. Ci sarebbe da fare tutto un discorso sulle figure istituite per i “Titoli professionali del diporto”, all’articolo 2 della legge 121/2025, dove nella sezione “Coperta” si trovano l’ufficiale di navigazione del diporto, il capitano del diporto e il comandante del diporto. Facendola più breve, però, all’articolo 5 si può leggere che “l’ufficiale di navigazione del diporto può imbarcare in qualità di ufficiale di coperta di grado inferiore al primo su navi da diporto anche adibite al noleggio ovvero può essere imbarcato come comandante su tutte le imbarcazioni da diporto adibite al noleggio”. Subito sotto si trovano i prerequisiti per diventare skipper professionista in Italia, ovvero, in breve:

  • Essere maggiorenni
  • Essere in possesso di un diploma di scuola secondaria di secondo grado
  • Aver completato un periodo di addestramento a bordo di durata di 36 mesi di navigazione, dei quali almeno 24 su navi e imbarcazioni da diporto adibite al noleggio
  • In alternativa, avere un diploma “marittimo”
  • Aver frequentato una serie di corsi relativi alla sicurezza
  • Essere iscritti alle matricole Gente di Mare
  • Aver superato un esame teorico pratico

Vediamo ora più nel dettaglio come diventare skipper professionista in Italia, approfondendo ognuno di questi step.

Una sintesi degli step per iniziare questo mestiere

Sui primi due requisiti per diventare skipper in Italia non ci dovrebbero essere dubbi: è necessario aver compiuto 18 anni e aver conseguito il diploma di scuola secondaria di secondo grado (ovvero il diploma di maturità delle “scuole superiori”). C’è ovviamente la questione della patente nautica, i cui campi di obbligatorietà sono noti. E poi c’è la questione dell’addestramento, che pone sempre alcuni dubbi.

Di cosa si tratta? Si parla di un periodo a bordo di navigazione pari ad almeno 36 mesi, di cui come detto almeno 24 mesi su navi e imbarcazioni da diporto adibite al noleggio con la qualifica di mozzo o di allievo ufficiale di navigazione del diporto (qualifica per la quale, va aggiunto, è necessario aver compiuto i 16 anni di età e aver assolto l’obbligo scolastico); tale periodo deve essere effettuato sotto la supervisione di un comandante o di un ufficiale di coperta. Ma questa non è l’unica strada: nell’articolo 5 si trova anche un “ovvero”, a indicare un’alternativa. Chi non affronta il periodo di addestramento può comunque diventare skipper professionista, a patto di avere conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado con indirizzo di aspirante al comando di navi mercantili, di perito per il trasporto marittimo e di tecnico del mare, nonché di aver effettuato un periodo di addestramento a bordo di almeno 12 mesi (sempre con la qualifica di mozzo o allievo ufficiale di navigazione del diporto).

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E poi? Poi ci sono altri requisiti, a partire da quelli relativi ai corsi di sicurezza, che non sono pochi. Si parla nello specifico di corsi su questi temi:

  • Antincendio di base
  • Sopravvivenza e salvataggio
  • Sicurezza personale e responsabilità sociali (PSSR)
  • Marittimo abilitato ai mezzi di salvataggio (MAMS)
  • Global Maritime Distress Safety System (GMDSS) e radar
  • Primo soccorso elementare

Questi corsi devono essere frequentati presso istituti, enti o società riconosciuti; il corso di primo soccorso deve essere svolto secondo un programma stabilito dal Ministero della Salute. È necessario inoltre iscriversi alle matricole Gente di Mare, presentando semplicemente la propria domanda presso una Capitaneria di Porto abilitata: si dovranno presentare documenti quali la patente nautica, il documento di identità (per comprovare cittadinanza italiana o di uno Stato UE), un certificato medico di idoneità alla navigazione e un secondo certificato di idoneità psicofisica.

Infine, a completare l’iter per diventare uno skipper professionista in Italia, c’è l’esame teorico e pratico, per comprovare il possesso di tutte le conoscenze necessarie. Detto esame si svolge presso una Capitaneria di porto. Dopo aver affrontato tutti questi step, si potrà effettivamente offrire la propria figura di skipper professionista.

Compiti e responsabilità dello skipper in barca a vela

Vale la pena ricordare a questo punto che diventare uno skipper in barca a vela non significa unicamente condurre una barca: non solo il timone, non solo le vele aspettano questo professionista. Lo skipper è infatti chiamato, oltre che ad avere una profonda e completa dimestichezza con la navigazione, anche ad affrontare in sicurezza le più diverse condizioni meterologiche, nonché a conoscere a menadito – e a rispettare – tutte le normative nautiche, peraltro non solo italiane (in caso di crociere in acque estere). E ancora, un buono skipper, per offrire un servizio di qualità, deve avere delle ottime basi di manutenzione della barca, per presentare ai clienti un mezzo confortevole e sicuro. Ma non è tutto qui: questo professionista, oltre ad avere uno stretto rapporto con la barca, deve rapportarsi anche con le persone imbarcate, a partire dalla pianificazione dell’itinerario per arrivare alla programmazione delle attività, alla gestione degli spazi a bordo e perfino alla gestione della cambusa; in caso di equipaggio, lo skipper è chiamato alla sua gestione. Non si può inoltre dimenticare il fatto che lo skipper deve fare il necessario per garantire ai clienti una vacanza in barca di qualità, serena: questo non significa certo diventare degli animatori, ma di certo essere burberi non è una buona base di partenza per diventare degli skipper professionisti! Soft skills come leadership, capacità comunicative, resistenza allo stress e problem solving sono requisiti pressoché obbligatori.

I corsi per diventare skipper professionista in barca a vela

Vedere per la prima volta la lista di step da affrontare per diventare skipper professionista in barca a vela in Italia potrebbe spaventare. Va però sottolineato il fatto che esistono tante scuole ed enti che offrono dei corsi ad hoc, ovvero dei piani formativi che vanno a coprire talvolta tutti i corsi obbligatori visti sopra, nonché a offrire le conoscenze fondamentali per diventare skipper. Le durate e le modalità di questi corsi per diventare capitani di barche a vela per il noleggio, va detto, variano di volta in volta. In alcuni casi si parla per esempio di corsi di 3 settimane full immersion, che si vivono quindi nella loro completezza a bordo di un’imbarcazione, con lezioni dedicate alla manutenzione, all’ormeggio, alla sicurezza, al pronto soccorso e via dicendo.

Va detto inoltre che alcune Capitanerie offrono dei programmi formativi per skipper che, andando a riunire tutti i diversi corsi obbligatori visti sopra, facilitano la strada di chi vuole intraprendere questa stupenda professione.

Quanto guadagna uno skipper professionista in Italia?

Di certo non si decide di diventare skipper professionista in barca a vela guardando al mero dato economico. Si tratta di una scelta di vita particolare, che porta lontani dalla scrivania, dall’ufficio, dall’officina, dalla terraferma! Può però essere utile farsi un’idea di quello che può essere il guadagno di uno skipper. Ovviamente le “entrate” mutano tantissimo in base ai giorni effettivamente lavorati, al numero di clienti a bordo, al tipo di crociera offerta o alla tipologia di barca condotta. Uno skipper che lavora solamente 12 settimane d’estate, ovviamente, guadagnerà molto meno di quello che – magarsi spostandosi a livello geografico – riesce a offrire la propria professionalità in ogni stagione. Detto questo, uno skipper che conduce una barca a vela di dimensioni medio/piccole può guadagnare tra i 1.000 e i 1.500 euro alla settimana, mentre lo skipper che conduce una barca di dimensioni più importanti può aspirare a un guadagno settimanale che supera la soglia dei 2.000 euro.

Queste sono le informazioni base per diventare skipper professionista in Italia. Vuoi che la navigazione diventi il tuo mestiere, il tuo quotidiano? Questa è certamente un’ottima strada da seguire!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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