Power cat, il catamarano a motore

Acquistare una barca a motore significa affrontare un lungo processo, che parte dall’individuazione del tipo di barca più adatto a soddisfare le proprie esigenze. E di certo di fattori da prendere in considerazione ce ne sono tanti, tantissimi: il budget a disposizione, la metratura, la rigidità dello scafo, la presenza della cabina, la potenza del motore e via dicendo. C’è poi da dire che, negli ultimi anni, soprattutto nel campo delle imbarcazioni medio-grandi ma anche, almeno in parte, in quello dei natanti, è subentrata una novità che affascina sempre di più i diportisti: parliamo del power cat, ovvero del catamarano a motore, che offre un sacco di vantaggi a chi cerca comfort, velocità e bassi consumi.

Brevissima storia del catamarano

Quando si pensa a una barca, a motore o a vela, si pensa a un’imbarcazione a uno scafo. Il motivo è semplice: in Occidente le barche sono sempre state così. È diverso il discorso per l’Oriente: non a caso la parola catamarano deriva da “kattu maram”, che in indiano significa “legni legati l’uno all’altro”. Tra le popolazioni che da sempre utilizzano delle barche in legno a due scafi c’è n’è infatti una, dedita alla pesca, stanziata nel sud-est dell’India. I primi contatti degli occidentali con delle barche multiscafo sono però legati ai primi incontri con le popolazioni del Pacifico: si pensa infatti che le prime imbarcazioni di questo tipo furono avvistate nel 1521, nei pressi delle isole Marianne, durante l’epica circumnavigazione del globo intrapresa da Magellano. Qui la flotta occidentale avvistò l’imbarcazione che in Malesia viene chiamata “proa”, una piccola barca a remi provvista di una vela nonché di uno scafo più piccolo laterale, con il solo e unico scopo di bilanciere. Queste imbarcazioni, leggere ed estremamente stabili, permettevano a queste popolazioni di spostarsi con sicurezza e rapidamente lungo delle rotte oceaniche, senza la necessità di costruire barche di dimensioni più grandi (ipotesi praticamente impossibile vista la cronica penuria di legname di questi arcipelaghi). Nessuno, in Occidente, ebbe la volontà di imitare queste curiose imbarcazioni orientali. Fece quindi scalpore, nel 1876, la scelta del famoso architetto navale Nathael Herreshoff di costruire un catamarano a scopi sportivi. Ebbene, quel famoso Amaryllis doppiò gli avversari già alla sua prima regata: il vantaggio fu tale che, in seguito alle proteste degli altri partecipanti, la barca venne esclusa. Da quel momento crebbe l’interesse dell’Occidente intorno ai catamarani – ovviamente a vela – fino ad arrivare ai primi catamarani da crociera tra gli anni Cinquanta e Sessanta, con cantieri via via specializzati come Sunreef, Lagoon e Fountaine Pajot. Ma se fino a poco tempo fa i catamarani sono stati eminentemente a vela, ora sta crescendo sempre più la domanda dei catamarani a motore, ovvero degli apprezzatissimi power cat.

Il power cat

Di power cat, negli ultimi anni, ne sono stati progettati e costruiti di tutti i tipi. Parliamo di imbarcazioni grandi, al di sopra dei 20 metri, ma anche di power cat piccoli, che rientrano persino nel mondo dei natanti. Tra i power cat più divertenti, per esempio, troviamo il 40 Open Sunreef Power Diamond Edition, che pur non essendo propriamente un natante si ferma a 40 piedi: presentato a Dubai nel 2018, si presenta come un day cruiser estremamente confortevole, stabile e veloce, con delle spaziose terrazze laterali apribili che incrementano ulteriormente lo spazio a disposizione. O ancora, spostandosi verso i natanti veri e propri, si può pensare al power cat Aquila 32, altro interessante day cruiser spinto da due motori fuoribordo. Ma quali sono i motivi che spingono sempre più persone verso il catamarano a motore?

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I vantaggi del catamarano a motore

La febbre del catamarano a motore che ha contagiato così tanti diportisti negli ultimi anni non è irrazionale. Anzi: i vantaggi del power cat sono tanti, e per di più cristallini. Partiamo dagli spazi: il catamarano può offrire gli stessi volumi di barche classiche estremamente più lunghe, e quindi più costose, sotto tutti i punti di vista. E da questo punto di vista è persino strano che la fortuna del power cat sia tardata così tanto a crescere, rubando punti non solo alle barche a motore monoscafo, ma anche al cugino – finora prediletto – a vela. Quindi sì, il primo vantaggio del power cat rispetto agli scafi classici è quello di avere grandi volumi. A questo si somma ovviamente la stabilità tipica di questa imbarcazione, nonché il comfort che deriva dalla somma dei due fattori precedenti.
Non è però tutto qui. Il power cat infatti offre di più a un costo minore a parità di spazio. Pensiamo per esempio alla velocità di navigazione, comparata a volumi e superfici. Per poter avere lo stesso comfort di un power cat da 44 piedi, per esempi, ci si dovrebbe rivolgere a degli yacht di minimo 60 piedi. Ma laddove quest’ultimo per raggiungere i 23 nodi di velocità dovrebbe poter contare su due motori da 800 hp, il catamarano potrebbe raggiungere il medesimo risultato con due motori da 400 hp. Si capisce quindi che i consumi di un catamarano, a parità di volume e di comfort, possono essere 4 volte inferiori: impossibile non tenere in considerazione questo aspetto. E se i consumi si riducono – così come in generale le spese di gestione e di manutenzione – aumenta la velocità di crociera, cosa che non smetterà mai di attrarre i diportisti alla ricerca di imbarcazioni rapide per vacanze all’insegna della scoperta.

 

(in copertina: foto SunreYachts)

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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