Navigare in solitario come momento di riscoperta personale, ma anche come progetto umanitario.
Questo è l’obiettivo di Marcello Michelotti, sammarinese, con la passione per la vela.
Il 6 luglio Marcello mollerà gli ormeggi da Rimini a bordo di Strolaga, un Beneteau 27.7, e farà rotta verso Cagliari, navigando in solitario, no stop e per 1000 miglia.
Il progetto si chiama Sail4africa WE support Emergency ed unisce la voglia di vivere l’esperienza in solitario ad una raccolta fondi per il completamento di un ospedale Pediatrico ad Entebbe in Uganda di Emergency.
Marcello, insieme alla sua compagna Loredana Bonato, stanno quindi lavorando per promuovere il progetto tra gli amici, nei circoli ed ovunque si abbia voglia di ascoltare una storia di un uomo che ama il mare, ama la navigazione e ha voglia di fare qualcosa per gli altri.
Ho incontrato Marcello e Loredana al Marina di Rimini, dove davanti ad un aperitivo, con il tramonto e il mare alle nostre spalle, abbiamo fatto una chiacchierata su Sail4africa.
Come è nato questo progetto?
Era da tempo che pensavo ad una navigazione in solitario e come obiettivo mi ero posto le 1000 miglia, no stop. Studiando le possibili rotte ho poi scelto Rimini-Cagliari. Successivamente ho scoperto che Emergency ha una sede proprio nel porto sardo e quindi ho deciso di associare la mia navigazione ad una raccolta fondi per un ospedale Pediatrico ad Entebbe in Uganda. Il progetto è stato sviluppato da Renzo Piano e dal suo Studio RPBW in collaborazione con lo Studio TAMassociati e l’Ufficio tecnico di EMERGENCY. Così, da dicembre io e Loredana stiamo lavorando per preparare la barca e per divulgare questa raccolta fondi. La partenza è prevista per il 6 luglio davanti al Club Nautico Rimini, dove ormeggerò la barca e dove verrà allestito un piccolo stand di Emergency, con la possibilità di acquistare qualche gadget e contribuire al progetto. Mollerò gli ormeggi intorno all’ora del tramonto. Meteo permettendo, ovviamente.
Quale sarà la rotta?
Scenderò lungo la costa adriatica e passerò lo stretto di Messina, lasciando poi le Eolie a destra ed Ustica sulla sinistra. Questo perché lo ritengo più sicuro navigando da solo. Ovviamente sarà una navigazione no stop che mi porterà fino a Cagliari.
Perché percorrere 1000 miglia in solitario?
Non saprei dare una vera e propria motivazione, era un’esperienza che volevo fare da tempo. Ho iniziato ad andare in barca a vela da adulto e ho sempre apprezzato la navigazione in equipaggio ridotto, che si avvicina molto a quella solitaria, perché quando uno dorme, altro è fuori da solo. Mi incuriosisce scoprire cosa si prova nelle lunghe notti, in mare, soli con la propria barca. No, scherzo, non è solo per questo.
Perché proprio il progetto dell’Ospedale Pediatrico in Entebbe?
Ammiro il lavoro di Emergency e quando ho pensato di unire la mia navigazione ad un progetto sociale ho semplicemente cercato tra le varie attività che svolgono. Ho una profonda stima per Gino Strada e quindi mi è sembrato naturale poter fare qualcosa per Emergency.
Durante la navigazione sarà possibile seguire la tua rotta?
Si, attraverso il sistema AIS si potrà avere la mia posizione in tempo reale.
Cosa significa per te navigare?
E’ una delle cose più belle che mi sia capitata nella vita. Perché in quei momenti, quando sei in mare, tutto il resto del mondo, quello di tutti i giorni, viene escluso. In regata sei concentrato su quello che devi fare per far “correre” la barca, mentre in vacanza c’è una sorta di “svuotamento” della mente, che io non ho mai trovato nelle altre cose che ho fatto.
Perché, cosa hai fatto?
Cose estreme e strane. Da giovane ho fatto paracadutismo sportivo e ho corso in moto a buoni livelli, quindi attività dove la velocità era dominante. Poi sono passato alla barca a vela, uno sport più lento rispetto a quello a cui ero abituato e dove ci vuole pazienza.
Sei più navigatore e regatante?
Le regate mi piacciono molto. Dopo questa esperienza in solitario vedremo se cambia qualcosa, visto che questa non è una regata e ho tutto il tempo che voglio. Però apprezzo la competizione .
Cosa ti ha dato allora la vela e il navigare?
Tantissimo, anche la semplice uscita può cambiare il tuo modo di vedere le cose e di pensare. Ne parlo spesso anche con Loredana, quello che sei in mare rispecchia veramente chi sei. Perché in mare c’è il vero te stesso e vengono a galla tutti i lati della tua personalità, cosa che difficilmente succede a terra. La barca a vela porta molta verità. Dal punto di vista sportivo, invece, è interessante perché è uno sport che richiede estrema tecnica. Per non farti raggiungere dal tuo avversario, o per superarlo, molto spesso è uno stillicidio. Ci possono volere anche ore ed ore, e la navigazione in regata è ricchissima di variabili.
Come hai preparato la tua barca?
In realtà è già pronta per il tipo di navigazione che affronterò, perché comunque è un’imbarcazione relativamente piccola (circa 8.30 metri n.d.r.). Diciamo che è poco più grande di un Mini 6.50, ma con tutti i comfort. Ho lavorato per ottimizzare l’impianto elettrico, cercando principalmente di migliorare i consumi. Questo perché sia a me che a Loredana il motore in barca piace poco.
Porterai dei libri?
Qualcosa sicuramente, ma di solito in barca mi piace vivere ogni momento, quindi leggo poco. Poi ho deciso di dormire di giorno per essere più attivo la notte, quindi credo avrò poco tempo.
Cosa ti aspetti da questa tua esperienza in solitario?
E’ un periodo dove sono abbastanza critico con me stesso e quindi spero di trovare quella verità di cui parlavamo prima.
C’è il rischio che tu possa fare come Moitessier, che per salvarsi l’anima decise di proseguire a Sud e di non tornare a casa?
Sarebbe un’opportunità proseguire per Gibilterra!
Interviene Loredana: “Lo vado a prendere con l’elicottero.”
Ad oggi (19 giugno) il progetto di Marcello Sail4africa ha raccolto già oltre 4910 € e per chi volesse contribuire può farlo attraverso la pagina Facebook Sail4Africa, dove ci sono tutti i riferimenti.