Il rimessaggio del kayak gonfiabile

Sì, negli ultimi anni abbiamo visto tutti un moltiplicarsi delle canoe. E questo, nella maggior parte dei casi, è dovuto al grande diffondersi dei kayak gonfiabili, che hanno permesso a tante persone di poter avere una canoa tutta per sé, cosa che per molti sarebbe praticamente impossibile nel caso dei kayak rigidi. I problemi legati a questi ultimi li conosciamo infatti tutti: sono oggetti piuttosto ingombranti, richiedono dello spazio apposito in garage, in cantina o in giardino (e comunque al riparo), e richiedono poi come minimo dei portapacchi per essere trasportati in auto. Con i kayak gonfiabili non serve invece nulla di tutto questo, in quanto una volta sgonfi e riposti nell’apposita borsa possono essere messi comodamente nel bagagliaio dell’auto, nell’armadio e via dicendo. Attenzione, però: a differenza delle canoe rigide in polietilene, i kayak gonfiabili richiedono qualche attenzione in più a livello di manutenzione, anche e soprattutto per quanto riguarda il rimessaggio invernale o comunque sul lungo periodo. Oggi vedremo quindi quali sono le attività di manutenzione da effettuare prima e dopo il rimessaggio invernale del kayak gonfiabile, in modo da far durare il più possibile queste comode canoe, e da navigare sempre in tutta sicurezza.

La manutenzione regolare del kayak gonfiabile

Il momento della manutenzione del kayak gonfiabile arriva immediatamente dopo l’utilizzo, nell’istante in cui si esce dall’acqua, fin dalla prima volta. E questo vale sia per chi lo utilizza in mare, sia per chi lo utilizza in acqua dolce, su laghi o su fiumi. Cosa bisogna fare quando la canoa viene tolta dall’acqua? In primo luogo, è necessario pulirla, in modo particolare quando si è navigato in mare: in tal caso infatti il kayak, e in particolar modo la sua parte inferiore, sarà venuto a contatto con la salsedine, la quale a lungo andare può rovinare il PVC. Molto meglio quindi risciacquare sempre la canoa gonfiabile con dell’acqua dolce. Nel caso di laghi e fiumi, invece, basterà dare una pulita veloce per togliere eventuali fili d’erba, foglie o sassolini.
E poi? Poi tutto dipende da dove si vuole mettere il kayak. Se questo verrà messo in giardino in attesa della prossima uscita, si opterà semplicemente per togliere un po’ di pressione dai tubolari (per non stressarli troppo) e per coprire la canoa, per non esporla né al sole né agli agenti atmosferici. Chi invece deve mettere il kayak in auto, portarlo a casa e riporlo, dovrà invece mettere il kayak ad asciugare. Niente di più facile: basta sgonfiare leggermente i tubolari ed esporlo all’aria, smontando magari i sedili ed aprendo l’eventuale tappo di spurgo che si trova tipicamente a poppa, aiutandosi all’inizio  con un vecchio asciugamano per togliere la maggior parte dell’umidità. Solo una volta completamente asciutto il kayak potrà essere sgonfiato completamente, piegato – seguendo le istruzioni del costruttore – e messo nell’apposito zaino.

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Il rimessaggio del kayak gonfiabile

Bene, vediamo ora a cosa è necessario stare attenti al momento del rimessaggio invernale del kayak gonfiabile: in linea di massima, è necessario fare tutto quello che abbiamo visto sopra, ma possibilmente con maggiore attenzione. Quel kayak resterà piegato e chiuso nel suo contenitore per mesi, ed è quindi bene essere sicuri che non sia rimasta nemmeno un po’ di umidità intrappolata tra le pieghe: il rischio è infatti quello di ritrovarsi con delle colture di muffa all’interno del sacco, a rovinare in modo drammatico il tessuto. Ogni agente estraneo, dall’acqua allo sporco, deve quindi essere eliminato. Il nostro consiglio, per sicurezza, è quello di lasciare all’aria il kayak qualche ora in più del solito, per avere la certezza di riporlo completamente asciutto. Le pieghe dovranno poi essere eseguite alla perfezione: l’errore è infatti quelli di farle in modo “quasi” corretto, andando quindi a far tirare e flettere il PVC nei pressi delle parti rigide (come per esempio nei pressi degli attacchi delle derive) andando quindi incontro a crepe che sul lungo andare potrebbero compromettere la tenuta complessiva del kayak. La canoa piegata e messa nell’apposito contenitore (per proteggere da polvere ma anche dai roditori) dovrebbe poi essere riposta in un luogo fresco e asciutto, lontano da eventuali gatti con il vizio di farsi le unghie su qualsiasi tessuto presente in casa o in garage.

Cosa fare in primavera prima di metterlo in acqua

In linea di massima, il consiglio è quello di non lasciare mai per troppo tempo i kayak sgonfio e piegato nella custodia senza gonfiarlo: se un anno, per un motivo o per l’altro, decidiamo di non usarlo, sarà comunque meglio gonfiarlo almeno una volta nei 12 mesi, lasciandolo gonfio per almeno mezza giornata. In questo modo si darà un po’ di aria ai tessuti, e soprattutto si preverrà la deformazione dei tubolari. Prima di metterlo in acqua, in ogni caso, è bene controllare la tenuta di tubolari e pagliolo, verificando anche la salute delle cinghie dei sedili (per non ritrovarsi a pagaiare sdraiati!).

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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