Come posizionare i parabordi?

Qualche settimana fa abbiamo dedicato un intero post alla scelta dei parabordi per la tua barca: abbiamo dunque visto quali sono le differenze tra i parabordi cilindrici e quelli a pera, abbiamo introdotto i nuovi parabordi piatti e abbiamo parlato anche dei parabordi ‘anomali’, e quindi quelli appositamente realizzati per proteggere la prua, la poppa, i tubolari dei gommoni e le banchine stesse. Oggi, invece, vogliamo dedicarci non più alla scelta, quanto al posizionamento dei parabordi. Non basta, infatti, avere a bordo i paraurti giusti: bisogna anche saperli fissare nel osto giusto! Non è affatto raro vedere ormeggiate delle barche con dei parabordi fissati in modo distratto e rischioso, lasciando esposte le murate alle minacce della banchina e delle altre barche.

In questo post, facendo riferimento ai famosi parabordi Polyform, vedremo dunque insieme quanti parabordi servono per la tua barca, come vanno posizionati al meglio, a quale altezza e in quale modo. Arrivato in fondo a questo post, quindi, saprai tutto il necessario per proteggere al massimo la tua barca a vela e a motore in vista del tuo prossimo ormeggio!

Quando usare i parabordi?

Quando devi usare i parabordi sulla tua barca? O, ancora più nello specifico, quanto devi attaccare questi grossi paraurti all’esterno della tua barca? La risposta è semplice, è banale, eppure ci sono tante persone che, pur conoscendo piuttosto bene il comportamento giusto da seguire, fanno tutt’altro.

I parabordi sono i nostri più grandi alleati al momento dell’ormeggio, il quale, non a caso, rappresenta una delle manovre più delicate che una barca è chiamata ad affrontare insieme al suo equipaggio. Nessuno vorrebbe essere nei panni di uno skipper che si avvicina a una banchina o a un’altra imbarcazione senza poter contare su un numero sufficiente di parabordi: i piccoli urti, gli ‘appoggi’ fanno infatti parte del gioco. Non possono essere eliminati, no, devono essere previsti e ridotti a essere innocui. Ed è questo per l’appunto il compito dei parabordi, i quali vanno messi per tempo prima di accostare.

usare i parabordi
Crediti foto: Polyform

Il buon senso ci dice dunque di attaccare i parabordi alla nostra barca ancora prima di entrare in porto, quando si è dunque lontani dai rischi o dagli spazi ristretti. Se invece le condizioni delle acque non lo permettono, è ovviamente possibile approfittare delle acque più tranquille dell’approdo, avendo comunque l’accortezza di non essere impazienti, e di assegnare il tempo giusto a questa operazione. La posizione dei parabordi e la loro altezza, poi, andranno eventualmente perfezionate una volta arrivati nei pressi del posto barca, così da essere ideali e sicure.

Vogliamo quindi precisare due cose: un ormeggio diverso richiede un posizionamento differente dei parabordi. Questo significa che i parabordi non dovrebbero essere attaccati a inizio stagione per restarsene lì, nella medesima posizione, a sballottolare sui fianchi, per tutto il tempo successivo. E, inoltre, una volta attaccati possono – devono – essere regolati al meglio, per offrire la più alta delle protezioni. Una vola lasciato l’ormeggio i parabordi vanno tolti e posizionati lì dove non disturbano nessuno, preferibilmente in un gavone, e quindi lontani da luoghi di passaggio, come per esempio il passavanti.

Come si fissano i parabordi

Di parabordi che galleggiano solitari in mezzo al mare ce ne sono già troppi. Talvolta il nodo è proprio sbagliato – e in quanto tale mette in pericolo anche la barca. Altre volte, invece, il nodo è magari quello giusto, ma viene fatto in fretta, tenendo il parabordi a penzoloni, tanto da farlo finire inavvertitamente in acqua. Altre volte, invece, i parabordi cadono in acqua non nel momento del fissaggio, quanto invece quando la barca esce dal porto e questi accessori nautici vengono tirati a bordo per essere riposti nei gavoni. Non conta, insomma, solamente ‘dove’ vengono posizionati i parabordi: conta anche il ‘come’. Parliamo brevemente, dunque, di nodi.

E di certo, quando parliamo di parabordi Polyform Majoni e via dicendo – non possiamo che fare riferimento al nodo parlato, il quale non a caso viene anche chiamato ‘nodo del parabordo’, tanto è caratteristico questo approccio nel fissare i paraurti. Come sanno tutti i diportisti, il nodo parlato è estremamente semplice, e viene usato anche, per esempio, per l’ormeggio provvisorio con delle cime sottili. Sono tanti i vantaggi del nodo parlato: è semplice e veloce da fare, ha un’ottima tenuta nel momento in cui è in tensione – e quindi è perfetto per i parabordi, che lo tengono in tensione costante – ed è veloce da sciogliere.

Come si fa quindi a fissare un parabordo con un nodo parlato? Prima di tutto, ti consigliamo di prendere la misura giusta, calcolando il tratto della cima che userai per fare il nodo. Fatto questo, per lavorare con comodità e per non rischiare di perdere il parabordo tra i flutti, ti consigliamo di appoggiare il paraurti gonfiabile in coperta. Fatto questo, farai passare il corrente sopra la draglia e quindi sotto di essa, facendolo quindi tornare verso di te, per poi passarlo dietro al dormiente e quindi nuovamente sotto la draglia. Fatto questo, farai il nodo vero e proprio, facendo passare il corrente tra la draglia e il corrente. É necessario poi serrare il nodo, avendo comunque cura di lasciar un buon anello di cima al suo esterno. Va poi sottolineato che il nodo parlato può anche essere reso più resistente, optando magari con un parlato ganciato o con un mezzo collo.

Disfare questo nodo sarà semplice e veloce. Anche in questo caso, in uscita dal porto, consigliamo di issare sulla bordo il parabordi prima di scogliere il nodo.

È però possibile posizionare i parabordi anche senza usare dei nodi. Sul nostro negozio di accessori per la nautica online si possono infatti trovare dei ganci portaparabordi in plastica universali, che possono dunque essere utilizzati su gran parte delle battagliole. Questi ganci offrono diversi tipi di vantaggi. Prima di tutto, offrono la possibilità di approntare i parabordi anche a eventuali passeggeri che non hanno alcuna esperienza marinaresca, non necessitando di nodi. In secondo luogo, permettono di fissare i paraurti in modo molto veloce, e si prestano dunque anche all’utilizzo su barche con equipaggio ridotto.

Dove posizionare i parabordi?

Ecco la domanda che più spesso viene fatta quando si parla di parabordi: dove devono essere posizionati? Sia per i parabordi cilindrici (come per esempio i parabordi Serie F di Polyform) che per quelli a pera (come per esempio i parabordi Serie A di Polyform) valgono le stesse regole. Ma ancora prima di capire dove posizionare questi accessori paraurti, è necessario capire quanti bisogna averne a bordo.

Da non perdere:   Quali sono le dotazioni di bordo obbligatorie e sanzioni 2021 per unità di diporto

Il numero minimo, per qualunque tipo di barca, di qualsiasi dimensione, è sei parabordi, ovvero tre per fiancata. Va però detto che a questo numero minimo va aggiunto un settimo parabordo, da tenere nel gavone in caso di emergenza: un paraurti potrebbe infatti rompersi o cadere in mare. A ciò va aggiunto il fatto che le imbarcazioni più lunghe abbisognano di un numero più alto di parabordi: per calcolare il numero esatto si dovrebbe pensare che è necessario un parabordo ogni due metri e mezzo. Ai parabordi ‘classici’, poi, andrebbero sommati quelli speciali, come per esempio quello da posizionare a prua.

posizionamento parabordi Polyform

Immaginiamoci dunque di essere nella prossimità del nostro porto di destinazione. Estraiamo dunque i parabordi dai gavoni, e iniziamo a posizionarli lungo le fiancate. Ma dove, esattamente, dovrebbero essere messi? Di certo la parte che più delle altre deve essere protetta è quella in cui lo scafo risulta più largo, perché è proprio lì che i contatti saranno più probabili. La prima coppia di parabordi, dunque, dovrà essere assolutamente posizionata a livello del baglio massimo. Qualcuno, avendo tutti i parabordi cilindrici tranne uno o due, commette l’errore di posizionare a livello del baglio massimo i parabordi a pera, che presentano in diametro importante, per poi usare dei parabordi cilindrici verso prua e verso poppa. Così facendo, però, si concentra tutta la pressione sul solo paraurti sferico centrale, esponendolo a uno stress eccessivo e quindi a una probabile esplosione, la quale non potrebbe che lasciare indifesa la fiancata nel punto più esposto ai rischi.

Gli altri parabordi dovranno essere fissati a debita distanza verso prua o verso poppa. Chi conosce in anticipo le caratteristiche dell’ormeggio, del resto, saprà ancora prima di entrare in porto dove e come fissare i paraurti.

Un parabordo o due dovranno essere tenuti di riserva, per essere posizionati eventualmente una volta vicini alla banchina. Non bisogna dimenticare che i nostri parabordi devono essere esposti in modo alternato rispetto a quello delle barche adiacenti, così da proteggere al meglio entrambe le fiancate.

A che altezza collocare i paraurti?

La difficoltà reale, di fatto, non sta tanto nell’individuare la posizione giusta per ogni parabordo. No, gli errori più frequenti sono fatti in termini di altezza, con dei dispositivi di protezione troppo alti o troppo bassi.

Per prima cosa, va ricordato che, per avere il massimo della stabilità dei parabordi, questi non vanno annodati alla draglia alta della battagliola, quanto invece a quella bassa. Certo, la procedura risulta un po’ più scomoda, ma così facendo si accorcerà automaticamente la cima, in modo da ridurre cospicuamente la possibile oscillazione del parabordo. E si sa, meno questo potrà rotolare sulla fiancata formando un arco, minori saranno le possibilità di ritrovarselo a bordo, lontano dalla murata che dovrebbe proteggere. Un’altra buona abitudine, per quanto possibile, è quella di fissare i parabordi – con nodo o con apposito gancio – non troppo lontano dai candelieri, così da non andare a stressare, e potenzialmente a deformare, le draglie della nostra barca.

altezza parabordi

In linea generale, in condizioni standard, l’altezza giusta in cui posizionare i parabordi è quella che vede la testa del parabordo in linea con la base della falchetta: è qui, infatti, che i normali contatti si verificheranno. Un parabordo più alto rischierebbe di scivolare verso l’alto in caso di compressione violenta e/o continua, mentre uno più basso sarebbe del tutto inutile, con lo scafo a toccare la banchina o le altre imbarcazioni. Va però detto che l’altezza va regolata di caso in caso, sia in base all’altezza della banchina, che guardando il tipo di barca alla quale intendiamo avvicinarci. Lo diciamo di nuovo: il fissaggio dei parabordi non è per sempre.

Usare la calza copriparabordi

I parabordi proteggono le fiancate. Potrebbe sembrare strano, ma va aggiunto che le fiancate vanno protette anche dai parabordi, e che questi ultimi, a loro volta, dovrebbero essere protetti dalle murate delle nostre barche. Il concetto è semplice: rotolandosi e muovendosi sulla fiancata della barca, il parabordo può andare a rovinare la vernice per barca stessa, lasciando dei segni non indifferenti. C’è poi il rischio che, a elevate temperature, il parabordo finisca per rilasciare della colla, andando così a sporcare lo scafo.

Ecco perché i produttori come Polyform hanno deciso di produrre delle calze, o meglio, dei copriparabordi, con i quali rivestire questi articoli al momento dell’utilizzo. Prima di acquistare il giusto copriparabordi è necessario controllare le dimensioni e la tipologia del prodotto da coprire. I copriparabordi Polyform della linea F, realizzati in poliestere elasticizzato e lavabili in lavatrice, sono realizzati per coprire tutti i parabordi Polyform della linea F, dal più piccolo al più grande.

Conclusione

Ora sai quando, come e dove posizionare i parabordi per proteggere al meglio la tua barca. Nella disposizione di questi prodotti è sempre necessario pensare anche alle altre barche, i quali equipaggi potrebbero essere meno attenti alla protezione dello scafo: pensare solo e unicamente alla banchina come minaccia è quindi da ingenui. Ricordiamoci dunque sempre di portare a bordo un numero sufficiente di parabordi, ai quali aggiungerne uno o due di riserva.

Ogni parabordo deve essere gonfiato nel rispetto delle indicazioni di pressione specificate per ciascun prodotto. Durante le settimane più calde, per evitare di danneggiare i parabordi, è consigliabile sgonfiarli leggermente: con l’aumento delle temperature, infatti, cresce anche la pressione interna ai gonfiabili.

Stai cercando dei nuovi parabordi per la tua barca? Nel nostro negozio di accessori nautica troverai i prodotti di Polyform, ma anche di Majoni e di Plastimo!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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