Come scegliere i parabordi? Tutte le possibilità firmate Majoni

Ce ne sono di grandi e di piccoli, di cilindrici, di tondi e di piatti, di costosi e di economici, di stabili e di instabili, di ingombranti, di versatili e di pesanti. Forse fino a ieri non ti sei mai posto il problema di come scegliere i parabordi per la tua barca: grazie a questo articolo, invece, inizierai a farti spesso questa domanda. Ma non temere, con questo post non vogliamo darti solamente un interrogativo assillante: insieme a esso, infatti, ti daremo anche tutte le risposte che cerchi, per poter acquistare i migliori parabordi per la tua barca, qualsiasi siano le sue dimensioni.

Dietro alla scelta dei parabordi giusti per un’imbarcazione c’è un vero e proprio mondo: ogni opzione presenta degli svantaggi e dei vantaggi, e sta a ogni diportista scegliere i parabordi più adatti, in base al tipo di barca, al tipo di banchina, ai vicini di posto, al tipo di escursione e via dicendo. In questa sede descriveremo quindi tutti i tipi di parabordi per barche, i relativi pro e contro, il numero di parabordi da tenere sempre a bordo e le accortezze da prendere di volta in volta. Infine, poi, ti proporremo alcuni esempi pratici, mostrandoti i differenti modelli di parabordo sviluppati dal famoso marchio Majoni, il quale, insieme a Polyform, è tra i principali e più conosciuti marchi per la produzione di parabordi di qualità.

Partiamo dall’inizio: prima di scegliere i parabordi per la tua barca, infatti, dovresti capire quanti te ne servono per tenerla al sicuro.

Quanti parabordi servono alla tua barca?

I danni allo scafo sono tra gli incubi ricorrenti del diportista: il fatto di pensare alla propria barca ormeggiata e non di saperla al sicuro non può certo garantire sonni tranquilli, anzi. E ancora, quanti sarebbero disposti a entrare in un porto e a ormeggiare senza avere qualcosa che si frapponga in modo sicuro tra la barca e la banchina?

Dei parabordi, insomma, non se ne può fare davvero a meno, e nessuno skipper può affermare il contrario. Gli urti – piccoli e grandi – in fase di attracco e durante l’ormeggio sono parte del gioco, o meglio, sono inevitabili. Da qui, quindi, l’ottima abitudine di preparare tutti i parabordi necessari prima di avvicinarsi a qualsiasi possibile elemento solido e potenzialmente pericoloso, come può essere una banchina oppure, ovviamente, un’altra barca. La disposizione dei parabordi, del resto, non si improvvisa all’ultimo momento: è fondamentale avere a bordo tutto il necessario e approntare questi dispositivi per l’ormeggio per tempo, prima di entrare in porto oppure, con più calma, appena arrivati all’approdo.

Tutto questo è possibile, però, solamente a patto di avere a bordo un numero sufficiente di parabordi. E questa è la prima fondamentale domanda: qual è il numero esatto? Ebbene, ci sono tanti fattori da tenere in considerazione, e quindi tante risposte da dare. La risposta più veloce consiste nell’affermare che mai e poi mai dovrebbero esserci a bordo meno di 6 parabordi, ovvero 3 parabordi per fiancata. A essere più pignoli, però, bisognerebbe sempre aggiungere almeno un settimo accessorio, nello sventurato caso in cui uno dei parabordi si guastasse. Tre parabordi per fiancata, peraltro, costituiscono il numero minimo, adatto alle sole barche di dimensioni ridotte. Le unità più lunghe necessitano invece degli accessori protettivi aggiuntivi, così da avere all’incirca un parabordo ogni 2,5 metri. In linea di massima, dunque, si consiglia di avere a bordo almeno 8 parabordi (più uno di riserva) per barche di 10 metri, 12 parabordi (più uno di riserva) per le barche di 15 metri e così via. Va peraltro precisato che, in base alle dimensioni della barca, dovrebbe variare anche il diametro dei parabordi stessi – aumentando in modo proporzionale.

Non bisogna poi dimenticare che, in aggiunta ai classici parabordi per la fiancata, possono tornare estremamente utili dei parabordi aggiuntivi, da aggiungere per esempio a prua, per facilitare le manovre di ormeggio. Il nostro consiglio, come si può capire, è quello di tenere a bordo un numero sufficiente di parabordi in base alla lunghezza della barca, più qualche esemplare di riserva: il prezzo dei parabordi è tutto sommato contenuto, così come il loro ingombro, soprattutto se volessimo paragonare questi due ‘svantaggi’ al beneficio di avere sempre una barca protetta (per non parlare dei costi che possono comportare dei guasti allo scafo conseguenti a un ormeggio poco attento).

quanti parabordi in barca

Bene, ora che hai capito – e che sai calcolare – quanti parabordi servono per mettere in sicurezza la tua barca, vediamo quali dovresti acquistare in base alle tue esigenze.

Parabordi barca: ecco come scegliere nel modo corretto?

Può essere voluminoso o piatto. Può essere pieno o gonfio d’aria. In tutti i casi, lo scopo è il medesimo: impedire il contatto tra la tua barca e la banchina o altre imbarcazioni vicine. Sembrerebbe semplice, ma non lo è affatto. Sono da tenere in considerazione la mole della barca, l’inevitabile dondolio, il punto di attacco, il posizionamento, il tipo di rivestimento…

Non esiste, quindi, un solo tipo di parabordo. E no, i produttori non si divertono a svilupparne di differenti per rendere più difficile la tua scelta. Brand come Majoni propongono un’ampia gamma di parabordi perché ogni singolo modello presenta un vantaggio rispetto a un altro, così da permetterti di utilizzare in ogni situazione l’accessorio perfetto per l’ormeggio della tua barca. Essenzialmente, i parabordi possono essere di tre tipologie: ne esistono di cilindrici, di tondi e di piatti. Oltre a questi, vanno ricordati i parabordi di prua i parabordi per tender (e, a essere esaustivi, quelli da pontile). Vediamo le caratteristiche di ognuno di essi!

Parabordo cilindrico: ecco il più classico degli alleati per l’ormeggio. Lo puoi trovare in qualsiasi negozio di nautica, trattandosi del parabordo per antonomasia. Come tutti gli altri modelli, anche questo presenta dei pro e dei contro. Partiamo dai primi: prima di tutto, va detto che il prezzo di questo modello è generalmente contenuto rispetto alle altre tipologie, anche se va detto che, tendenzialmente, i parabordi con teste stampate separatamente sono leggermente più costosi (ma anche più duraturi nel tempo). Solitamente sono realizzati in PVC, e presentano invariabilmente due occhielli, posti alle due estremità. In prossimità di uno dei due occhielli è possibile individuare anche la valvola di gonfiaggio, la quale permette per l’appunto di portare a volume questo oggetto.

Avendo una sezione tonda, il parabordo cilindrico presenta la peculiare caratteristica di poter rotolare lungo la fiancata. Questo, in fase di ormeggio, è sicuramente un vantaggio, perché permette alla barca di accostarsi lungo una banchina – o lungo un’altra imbarcazione – senza alcun timore. Questa abilità si può però trasformare anche in un difetto: assecondati dal movimento ondulatorio del mare, infatti, i parabordi cilindrici potrebbero finire per rotolare eccessivamente, finendo per lasciare scoperta la barca. Tale eventualità, va detto, è realmente possibile solo nel momento in cui il posizionamento dei parabordi non viene fatto a regola d’arte. Il continuo movimento dei modelli cilindrici, inoltre, può finire per rovinare lo scafo, a seguito dell’ininterrotto struscio (soprattutto negli scafi che non sono protetti con gealcoat). A questo problema è però facile porre rimedio, rivestendo i parabordi con delle comode calze copriparabordo, appositamente sviluppate. Altro svantaggio del parabordo cilindrico è dato dal suo ingombro, nonché dal suo peso, caratteristiche che non lo rendono la migliore delle opzioni nel momento dello stivaggio.

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Riassumendo, quindi, giocano a favore del parabordo cilindrico la possibilità di acquistarlo in qualsiasi negozio di vendita di articoli nautici, nonché il prezzo ridotto, che si accoppia a una buona durata dell’accessorio. A suo sfavore, invece, si pongono l’ingombro e l’instabilità (ma con un posizionamento esatto e con dei copriparabordo, quest’ultimo svantaggio viene cancellato).

Parabordi tondi

I parabordi sferici sono molto simili, per concetto e per fattura, ai modelli cilindrici. A loro differenza presentano un solo occhiello, che diminuisce quindi le possibilità di posizionamento, e un diametro più importante, che consente quindi di mantenere una distanza maggiore e più rassicurante tra la nostra barca e l’eventuale altro scafo o banchina. I parabordi tondi rappresentano la soluzione ottimale in caso di emergenza o per affiancare altre imbarcazioni, e per questo averne a bordo almeno uno da aggiungere ai modelli cilindrici è sempre una buona idea. Anche in questo caso, il costo è molto contenuto. Si ripresentano però i medesimi svantaggi: la reperibilità, l’economicità e la facilità di utilizzo si scontrano infatti nuovamente con l’ingombro e con la potenziale instabilità.

I parabordi piatti

Ecco gli ultimi arrivati. In quanto tali, i parabordi a parallelepipedo sono ancora poco diffusi. Non si tratta più di accessori gonfiabili, quanto invece di prodotti ‘pieni’. Siamo di fronte, per così dire, all’esatto opposto rispetto ai modelli cilindrici e sferici: questi sono infatti costosi e non facilmente reperibili – non si trovano, infatti, in qualsiasi negozio di accessori nautici – ma risultano più stabili. A una superficie di contatto e quindi di lavoro elevata oppongono un volume ridotto, così da diminuire concretamente l’ingombro a bordo. Va peraltro detto che, nelle situazioni diverse dall’ormeggio, questi parabordi possono essere utilizzati come cuscini o come schienali (o possono invece essere riposti normalmente in un gavone, occupando poco spazio). Essendo piatto, questo parabordo non corre il rischio di rotolare avanti e indietro, così da non spostarsi dal luogo deputato e da non rovinare lo scafo. Si tratta, dunque, di un accessorio costruito per eliminare le pecche dei colleghi ‘classici’. Non va scordato, però, che questi modelli arrivano a costare circa 10 volte di più dei normali parabordi cilindrici, rendendo così l’acquisto di 6, 8, 10 o più prodotti piuttosto dispendioso.

I parabordi di prua

Come suggerisce il nome, questi particolari parabordi arcuati vengono posizionati a prua, per proteggerla durante qualsiasi tipo di ormeggio o di manovra.

I parabordi per tender

Anche i gommoni e i tender devono essere protetti. A questo scopo sono stati progettati dei particolari parabordi da gommone, del tutto distinti dai modelli normali, curvati in modo da proteggere in modo efficiente i tubolari.

para urti per barca

Alcuni esempi pratici: i parabordi barca Majoni

Passiamo dalla teoria alla pratica, facendoci aiutare dai parabordi Majoni. Quest’azienda olandese, insediata non lontano da Utrecht, è attiva fin dagli anni Cinquanta. È interessante notare che tutto iniziò nel 1952, quando il fondatore inventò il primo pallone da calcio in materiali plastici. Da quel momento in poi lo sviluppo di nuovi prodotti fu continuo, con una concentrazione sempre più intensa di articoli per la nautica. A oggi, quella proposta da Majoni è la più ampia gamma di parabordi e boe a livello mondiale.

Come scegliere, quindi, il parabordo perfetto per la propria barca tra quelli proposti da Majoni? Ipotizziamo che la tua barca misuri 14 metri, e che tu voglia proteggerla al meglio senza spendere un patrimonio. Ti consiglieremmo, in questo caso, di optare per i classici parabordi cilindrici. In base alla lunghezza della tua barca, te ne servirebbero come minimo 11, ovvero 5 per lato più uno di riserva. Abbiamo già anticipato, però, che la mole della barca influisce anche sul diametro del parabordo da acquistare. In questo caso ipotetico, per una barca di queste dimensioni, sarebbero consigliati dei parabordi abbastanza corposi, come per esempio i Parabordi Heavy Duty rinforzati – Majoni HDM1, con un diametro da 350 millimetri. Una barca più contenuta, come per esempio una 7 metri, potrebbe accontentarsi invece di 7 parabordi Majoni Star (3 per lato più uno di emergenza) della serie Majoni Star, con un diametro di 15 centimetri. Per proteggere sia lo scafo che il parabordo, quest’ultimo potrebbe essere riparato con gli appositi copriparabordi Majoni, disponibili nelle differenti misure.

Oltre ai classici parabordi cilindrici, la gamma Majoni comprende ovviamente anche i modelli tondi, i parabordi gonfiabili da prua in materiale morbido, i para urti profilati in PVC per poppe e plancette e altri parabordi speciali.

Un’alternativa: i parabordi Polyform

parabordi Polyform

Come anticipato, quando si parla di un parabordo per barca, oltre al marchio Majoni sovviene subito anche un altro brand, ovvero il famoso Polyform, altro vero protagonista per la produzione di questi specifici accessori per barca. Anche in questo caso la storia dell’azienda inizia negli anni Cinquanta, più nello specifico nel 1955, con la messa sul mercato dei primi parabordi per barca e delle prime boe gonfiabili. I parabordi Polyform sono conosciuti a livello internazionale per il loro design bello e pulito, nonché per la loro resistenza. Impossibile, di fatto, camminare per un porto senza incappare in file dei classici parabordi Polyform F, nelle varie misure Polyform F1, Polyform F2, Polyform F3 e via dicendo: i numeri più piccoli sono pensati per gli scafi più piccoli, mentre via via che ci si alza si incontrano dei parabordi per scafi importanti.

Parabordo barca: conclusione

In base a queste informazioni, dovresti ormai essere certamente in grado di scegliere i parabordi per barca perfetti per la tua barca. Su questi prodotti, del resto, ci sarebbe ancora parecchio da dire, a partire dal più corretto posizionamento lungo la fiancata. Di questo, però, parleremo in un altro articolo, nelle prossime settimane.

A presto!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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