Carte nautiche per principianti (e non solo): ecco come leggerle

Trovarsi per la prima volta a tu per tu con la cartografia nautica può essere traumatico, e anzi, per molti è stato proprio così. Tutti i diportisti hanno già affrontato questo primo difficile incontro in occasione dei corsi per la patente nautica, se non prima, al tempo delle navigazioni insieme ai genitori, ai parenti e agli amici. Chi non utilizza con una certe regolarità le carte nautiche, però, finisce spesso per dimenticare il significato di taluni simboli e di certe diciture, nonché i motivi d’essere di determinate convenzioni grafiche.

Questa piccola guida sulla cartografia nautica, quindi, si rivolge sia ai neofiti, prossimi magari alla patente nautica, sia ai diportisti più esperti che, negli anni, hanno finito per scordare qualche piccolo dettaglio fondamentale per leggere le carte nautiche. E un aggiornamento, si sa, non fa male davvero a nessuno. Intorno alla cartografia nautica, va detto, c’è tantissimo da scrivere: questi documenti grafici che portiamo a bordo delle nostre barche sono infatti il risultato di secoli e secoli di tentativi, di modifiche, di esplorazioni e di studi, da parte di eccelsi intellettuali e di navigatori coraggiosi. Qui, oggi, faremo un riassunto pragmatico, una guida veloce per la lettura delle carte nautiche, senza però disdegnare una visione d’insieme su questo interessante universo. Partiamo dunque col vedere quali sono le tipologie di carte nautiche, in base alla loro scala di riduzione.

Tipi di carte nautiche

Il primo passo per realizzare una carta nautica – o una qualsiasi mappa – è ovviamente quello di ridurre il tutto in scala, così da poter rappresentare distanze notevoli su spazi piuttosto ridotti, quali sono per l’appunto i limiti angusti dei supporti cartacei ed elettronici. Da questo punto di vista, esistono diverse tipologie di carte nautiche, ognuna delle quali ha uno scopo ben definito. Ecco, dunque, la classificazione della cartografia nautica in base alla scala:

Piani nautici. Con una scala da 1:2.500 a 1:50.000, queste carte nautiche sono estremamente ricche di dettagli ed estremamente precise. Solitamente, in questi formati vengono rappresentati i porti e poco più, e vengono quindi utilizzati per effettuare degli approdi sicuri, potendo contare su tutte le indicazioni relative a ormeggi, a norme e a pericoli. Per avere ancora più informazioni è utile rivolgersi al portolano.

  • Carte dei litorali. Con una scala da 1:50.000 a 1:100.000 , come suggerisce il nome, queste carte nautiche si dedicano alle coste, e sono quindi perfette per la navigazione costiera, grazie al buon livello di dettagli.
  • Carte costiere. Con una scala da 1:100.000 a 1:300.000, sono le carte nautiche nautiche situate a metà strada tra le litorali e le carte di atterraggio. Vengono anche chiamate ‘carte di atterraggio finale’.
  • Carte di atterraggio. Con una scala 1:1.000.000 o eventualmente inferiore, le carte nautiche di atterraggio sono utilizzate nella navigazione d’altura ( fino al momento in cui non sono disponibili carte più dettagliate, come per appunto le carte costiere).
  • Carte generali. con una scala che varia da 1:500.000 a 1:3.000.000, qui abbiamo la massima riduzione della cartografia nautica. Qui non vengono riportati dettagli, né informazioni precise sulla costa. Devono essere utilizzate, quindi, per pianificare e per tracciare itinerari a lungo raggio, per pianificare navigazioni oceaniche, ma non per condurre la navigazione.

carta nautica

Come sono fatte le carte nautiche

Prima di imparare a leggere le carte nautiche è importante capire come sono realizzate. Va dunque detto che, nella maggior parte dei casi – nelle carte usate per la navigazione a corto o medio raggio – la cartografia nautica è effettuata seguendo la proiezione di Mercatore, la quale presenta i paralleli perfettamente orizzontali e disposti in modo perpendicolare rispetto ai meridiani. Come noi tutti sappiamo, però, i meridiani, nella realtà, non possono che convergere verso i poli, andando quindi a ‘stringersi’ con l’aumentare della latitudine, parallelo dopo parallelo. Nelle cartografia nautica realizzata sulla base della proiezione di Mercatore, quindi, la superficie risulta via via dilatata.

La proiezione di Mercatore è stata messa a punto da Gerardo Mercatore (italianizzazione di Gerhard Kremer) nel 1569, e a partire da allora è stata abbracciata come il più semplice e immediato sistema per rappresentare la superficie terrestre. Questo sistema proiettivo permette una rappresentazione delle distanze abbastanza fedele per quanto riguarda territori poco estesi, mentre presenta dilatazioni evidenti nel caso di carte che rappresentano porzioni importanti di superficie o che, più nello specifico, oltrepassano le latitudini dei circoli polari. Se infatti andassimo a guardare un atlante disegnato seguendo la proiezione di Mercatore, potremmo scoprire che lì la Groenlandia appare come più grande dell’Africa (pur avendo in realtà una superficie di 15 volte inferiore) così come l’Europa sembra grande quanto l’America Latina (la quale invece è estesa quasi il doppio).

Perché abbiamo sottolineato questa peculiare proiezione usata dalla cartografia nautica? Semplice. Per interpretare correttamente le normali carte nautiche è importante tenere presente che, per evitare misurazioni errate, le distanze degli itinerari vanno misurate con il compasso nautico, a partire dalle rispettive latitudini, senza mai scordare questa ‘semplificazione’ rappresentativa.

La cartografia nautica e gli obblighi per i diportisti

L’uso della cartografia nautica non è facoltativo, o meglio, non lo è in tutti i casi. Per la navigazione oltre le 12 miglia, infatti, il Codice di navigazione obbliga i diportisti ad avere a bordo – e auspicabilmente a usare – le necessarie carte nautiche. Va peraltro detto che nelle Dotazioni di sicurezza non viene differenziata la cartografia nautica elettronica da quella cartacea, ma va anche ricordato, per evitare sanzioni o problemi in alto mare, che in caso di utilizzo di un dispositivo cartografico come un GPS, è necessario avere a bordo anche una cartografia di rispetto di riserva, in caso di guasto.

come leggere cartografia nautica

Come leggere le carte nautiche

Capire come si legge una carta nautica non è difficile quanto può sembrare all’inizio. É però fondamentale capire che non si tratta di un compito che si può tralasciare, né di una conoscenza che può essere dimenticata dopo aver dato un esame: pianificare, seguire e controllare una rotta senza poter contare sulla cartografia nautica è fuori discussione.

Fortunatamente, nel corso dei secoli si è giunti a una certa standardizzazione della cartografia nautica. Questo significa che le varie carte prodotte da aziende e da Paesi diversi finiscono per essere leggibili da qualsiasi diportista, pur magari con qualche difficoltà iniziare. A garantire una convergenza dei simboli utilizzati sulle carte nautiche è l‘International Hydrografic Organization. Per andare sul sicuro, in ogni caso, è meglio rivolgersi alle carte INT, le quali risultano a tutti gli effetti riconosciute e comprensibili a livello internazionale.

Partiamo con l’analisi dei vari aspetti di queste peculiari pubblicazioni geografiche. Tra i primi elementi che si incontrano osservando una carta nautica vi è senz’altro la rosa graduata, la quale ci mostra la declinazione magnetica locale riferita a un preciso anno, accompagnata per comodità dalla variazione annuale, così da poter calcolare la declinazione prevalente nel momento in cui si utilizza effettivamente la cartografia nautica. Utilizzando latitudine, longitudine e declinazione esatta, infatti, è possibile arrivare al punto nave.

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Una particolare attenzione dovrebbe poi essere dedicata alle informazioni riportate nel box del titolo della carta nautica, le quali sono molto preziose per i naviganti. Qui vengono infatti indicati, oltre ai dati relativi al produttore, le zone rappresentate, il tipo di proiezione usata (tipicamente la proiezione di Mercatore), la scala, la latitudine di riferimento, le unità di misura, il riferimento geodetico ed eventuali correzioni.

A saltare agli occhi, nel momento in cui si osservano le cartografie nautiche, sono poi i diversi colori utilizzati per il mare, la terra, le scritte e via dicendo. Qui di seguito, quindi, descriveremo i principali colori utilizzati nella cartografia nautica INT.

  • Tinta mare. A prevalere, nella carte nautiche, è solitamente il mare, il quale prende il sopravvento sulle terre emerse. Il mare, però, non è raffigurato sempre con il medesimo colore chiaro/bianco. In certe zone, infatti, viene utilizzata la più scura tinta mare, a sottolineare la presenza di fondali più bassi, e quindi potenzialmente più minacciosi. Questa tinta più scura, quindi, avvisa il diportista di navigare con una maggiore attenzione.
  • Tinta terra. Le terre emerse, e quindi le coste e le isole, vengono rappresentate in modo uniforme, per essere immediatamente distinguibili dalle acque.
  • Bistro. Oltre al mare e alle coste, anche le scritte e i simboli vengono realizzati con particolari colori. Tra questi vi è il bistro, un colore bruno scuro un tempo molto usato in pittura, che nella cartografia nautica viene utilizzato per le indicazioni relative alla topografia terrestre. Con questo colore, dunque, si possono riconoscere l’orografia del suolo, nonché eventualmente la presenza di edifici.
  • Viola. Spostandosi dalle terre emerse al mare è possibile incontrare delle scritte o dei simboli vergati in viola. Con questo colore vengono infatti realizzate le rose graduate, vengono delimitate le zone di navigazione regolamentate e vengono evidenziate le avvertenze e i simboli per i diportisti.
  • Nero. Tendenzialmente, le informazioni più importanti, che non vengono riportate in viola, sono riportate in nero. Con questo colore ad alto contrasto e quindi altamente leggibile vengono infatti tracciati i simboli di eventuali pericoli, come la presenza di scogli o di relitti, i toponimi del portolano (laddove quelli non presenti nel portolano sono riportati in bistro), i dati sui fondali, le linee di costa, le linee batometriche e, infine, le informazioni geodetiche relative alla carta.

Al di là dei colori, a spaventare chi prova a leggere per la prima volta la cartografia nautica ci sono i simboli. Come si può immaginare, la simbologia delle carte nautiche è pensata per essere il più possibile intuitiva, ma nella maggior parte dei casi uno studio attento dei significati dei vari simboli è determinante. Si potrà così imparare a distinguere una boa conica da una boa a fuso, gli scogli sommersi dagli scogli a fior d’acqua, e la presenza di eventuali relitti pericolosamente vicini alla superficie dell’acqua. E ancora, interpretando correttamente una carta nautica è possibile non solo evitare dei pericolosi ostacoli, ma anche non andare incontro a sanzioni più o meno salate: su queste carte, infatti, sono indicati chiaramente gli ancoraggi vietati, le rotte consigliate, i divieti di pesca e di ancoraggio, le rotte a senso unico e via dicendo.

Tra le peculiarità della cartografia nautica, che distinguono dunque queste pubblicazioni dalle mappe terrestri, vi sono le informazioni riportate sulla riga di fondo. Chi non ne conosce la natura sarebbe portato essenzialmente a non prestare attenzione a questa area marginale della carta, non pensando di trovare niente di utile. Ma qui, nella riga di fondo della carta nautica, nella cornice che avvolge il tutto, ci possono essere delle informazioni molto utili per i naviganti. Oltre all’anno di edizione e alle eventuali ristampe, in questa sezione vengono infatti riportati gli aggiornamenti. Questo, è vero, è un concetto che appare piuttosto stravagante per chi, magari, è abituato ad avere a che fare con le classiche mappe escursionistiche o da trekking, le quali, una volta ‘vecchie’, vengono semplicemente eliminate e sostituite. Le mappe nautiche, invece, vengono continuamente curate e aggiornate, a partire fondamentalmente dagli avvisi degli stessi diportisti. Uno scoglio emerso segnalato come sommerso, o viceversa, il cambiamento di una boa, la presenza di un relitto non segnalato… queste e altre informazioni andrebbero riportate non appena possibile, così da consentire un aggiornamento tempestivo del documento.

GPS cartografici e degli ecoscandagli

Ognuno può scegliere di leggere le carte nautiche come meglio crede. Di certo, al giorno d’oggi, è davvero difficile resistere all’attrattiva dei dispositivi GPS cartografico nautico e dell’ecoscandaglio, che permettono di avere una visione completa e immediata (anche su un supporto elettronico, però, le carte vanno sapute leggere). Di più: date le comodità dei dispositivi GPS, privarsene durante la navigazione costale o d’altura è ormai sconsigliato. L’affiancamento della carta nautica cartacea e degli appositi strumenti di carteggio, oltre a essere obbligatorio per legge oltre le 12 miglia, è però anche molto utile: vogliamo davvero pensare a quanto possa essere prezioso tracciare a mano la propria rotta, scarabocchiando la mappa nautica per ricordare meglio i vari passaggi e i vari ostacoli?

cartografia nautica

Come abbiamo ricordato nel nostro post dedicato agli articoli nautici obbligatori, del resto, è obbligatorio avere a bordo delle carte nautiche per la navigazione oltre le 12 miglia. Più nello specifico, è possibile avere a bordo le ormai classiche carte nautiche in formato elettronico, le quali però devono essere accompagnate da un sistema ausiliario in caso di guasto di quello principale.

Vale la pena quindi, in chiusura, riassumere brevemente cosa si intende quando si parla di cartografia nautica elettronica. Si tratta di quelle carte che possono essere visualizzate sugli schermi di dispositivi come GPS cartografico nautico ed ecoscandaglio. Ognuno può, ovviamente, acquistare le diverse cartografie nautiche in base alle proprie esigenze. Prima di tutto è necessario controllare la compatibilità con il proprio dispositivo (esistono infatti carte nautiche per dispositivi Garmin, mappe per dispositivi Simrad e via dicendo); poi è bene pensare a quella che sarà la zona in cui si navigherà concretamente. Per quanto riguarda le nostre coste, per esempio, esistono delle mappe che si concentrano esclusivamente sul Mar Adriatico Settentrionale, altre che rappresentano tutto il mar Tirreno, altre ancora che ritagliano il Mar Ligure e il mare che bagna Corsica e Sardegna, e via dicendo.

Conclusione

Come si può capire, per leggere una carta nautica non basta osservarla, non basta ‘leggerla’. La cartografia nautica, almeno all’inizio, va studiata attentamente, tenendosi ben stretti la famosa carta 1111 INT 001, la quale in realtà non è una ‘mappa’, quanto invece un opuscolo indispensabile per ogni navigante. Qui sono infatti riportati tutti i simboli che si possono trovare sulle mappe nautiche, anche in quelle non internazionali.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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