L’installazione dell’autopilota in barca a motore

Una grande e indiscussa comodità. Che, va detto, non richiede nella maggior parte dei casi un esborso proibitivo per l’acquisto, discorso che vale soprattutto per chi ha a che fare con una timoneria idraulica. Ma per chi può essere comodo l’autopilota? Ebbene praticamente per tutti. Lo è per chi vuole fare delle uscite domenicali e godersi un po’ di sole al mare come al lago, e che quindi desidera delegare ad altri il controllo dello sterzo e del timone: certe volte si può delegare all’amico, alla fidanzata, al fidanzato oppure ai figli. Altra volte, invece, è possibile affidarlo direttamente all’autopilota. Lo stesso vale anche per le crociere, per non parlare degli autopilota che vengono usti in regata, decisamente complessi e all’avanguardia come pochi altri. Di certo poi l’autopilota in barca è prezioso per chi pesca, e in particolar modo per chi pesca in solitaria: grazie a questo dispositivo elettronico è possibile dedicare più attenzione alla pesca, all’attrezzatura da pesca e via dicendo, rendendo questa attività più rilassante e incrementando di parecchio le possibilità di cattura. Insomma, vale davvero la pena prendere in considerazione questo acquisto, anche perché l’installazione dell’autopilota non è particolarmente complessa. Certo, è necessario avere un po’ di manualità: vediamo come procedere!

Vari tipi di autopilota

Basta guardare la categoria dedicata all’interno del nostro e-commerce di accessori nautica per capire che esiste un universo molto vasto di autopilota per barca. Ci sono i sistemi più semplici, pensati per le barche con timone a barra, e quelli più complessi, per la timoneria a ruota, non di rado integrati. Ma non è tutto qui, in quanto i maggiori produttori hanno creato degli anni delle linee apposite e ben distinte, mettendo da una parte tutti gli autopilota per barche a vela, e dall’altra quelle per le barche a motore.
Nello scegliere quale autopilota acquistare non bisogna peraltro pensare solo al tipo di navigazione e al tipo di timoneria. È bene pensare anche a quello che è il dislocamento della barca, partendo dal presupposto che al crescere di questo valore cambia il livello dell’autopilota, che non dovrebbe mai lavorare al massimo delle sue possibilità.

Installazione dell’autopilota in barca a motore: un esempio

Come abbiamo visto, esistono diverse tipologie di pilota automatico per barca, e in base alla tipologia scelta cambia anche l’installazione dell’autopilota. Oggi, qui, vedremo il caso più tipico, ovvero quello dell’autopilota per timoneria a ruota, e più nello specifico per una barca monomotore di dimensione medio piccole.

Da cosa sarà composto il nostro autopilota? Ebbene, le parti principali, lasciando da parte cavi e cavetti, sono 4. Ci sarà la bussola nautica elettronica, che permette all’autopilota di fare quello che deve fare; ci sarà l’unità di controllo; ci sarà l’unità di potenza; e infine ci sarà la Drive Unit, ovvero l’attuatore, l’elemento che effettua il lavoro vero e proprio al posto nostro. Oltre a questi elementi ci sono infine i cavi, per creare la dorsale della linea e per connettere i vari componenti alla dorsale stessa.

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Come si procede per l’installazione dell’autopilota di questo tipo (come potrebbe essere per esempio un Raymarine Evolution)? Per l’installazione dello schermo sul cruscotto non ci dovrebbero essere ovviamente problemi. Una volta posizionato, si procede con il posizionamento della dorsale, la via di trasmissione che renderà possibile il funzionamento dell’autopilota proprio a partire dallo schermo. Si installa poi sulla paratia l’unità di controllo, che abbisogna di un foro circolare, collegando il relativo cavo alla dorsale (usando per esempio un morsetto a T, fornito solitamente dal produttore, per connettere allo stesso punto sia schermo che unità di controllo). Si passa poi all’istallazione dell‘unità di potenza, che va solitamente posizionata in posizione verticale, tipicamente sottocoperta. Questa deve essere collegata all’alimentazione, all’angolo di barra, all’attuatore e alla rete, aiutandosi con le apposite ciabattine. Infine, l’ultimo elemento preliminare è quello di installare la bussola, lontano da eventuali campi elettromagnetici, nella posizione corretta (tendenzialmente in orizzontale). Per completare l’installazione è ovviamente necessario dedicarsi all’attuatore, ovvero alla pompa, che deve essere raccordata al timone attraverso gli appositi raccordi di collegamento. Qui ovviamente tutto cambia in base al tipo di timone (idroguida? Monopistone? Con serbatoio per l’olio? E via dicendo). In caso di idroguida, al termine dell’installazione è fondamentale, ovviamente, ricordarsi di rabboccare l’olio.

autopilota installazione

Il settaggio dell’autopilota

Una volta terminata l’installazione dell’autopilota è necessario passare al settaggio, ovvero mettere a punto la parte software. Non si tratta di un passaggio difficile: una volta attivato l’autopilota, attraverso la visualizzazione a display, si modificheranno tutte le impostazioni del caso (immettendo il tipo di barca e di navigazione) e si calibrerà la bussola. Infine, per ultimare il tutto, sarà necessario uscire in mare e, una volta al largo, calibrare l’autopilota, per allineare la bussola al GPS: si tratta di un’azione automatica, che l’autopilota compie in autonomia – attraverso l’apposito comando – in pochi secondi.

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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