Come usare trim e flap

Come usare trim e flap? A qualcuno potrebbe sembrare una domanda banale. Ma non è affatto così: questi dispositivi, apparentemente piuttosto intuitivi, vengono spesso utilizzati in modo scorretto. E le conseguenze non sono poche. Pensiamo, per esempio, alla magra figura che si può fare di fronte a degli esperti lupi di mare nell’usare trim e flap in modo del tutto sbagliato, pensiamo ai consumi, pensiamo alla minore guidabilità, e pensiamo anche allo spreco: che senso ha pagare qualcosina in più per avere dei flap per poi non utilizzarli a dovere, rovinando l’assetto della barca? Insomma, vale davvero la pena andare più in profondità, per scoprire a cosa servono e come si usano questi due dispositivi. Buona lettura!

Il trim: che cosa è?

Partiamo con lui, con il trim. Partiamo con una velocissima e semplicissima definizione, per cancellare ogni dubbio: il trim è quel pistone idraulico che va a modificare la posizione del motore fuoribordo, o dei piedi poppieri in caso di motorizzazione entrofuoribordo. Più nello specifico, possiamo pensare a questi elementi come a dei dispositivi connesso alla nostra barca in due punti diversi: un punto statico, fermo, che funziona come perno; e un punto dinamico, che è possibile variare, che è il trim. Si capisce quindi che allungando o accorciando il trim è possibile andare a modificare l’angolo che si crea tra l’asse del motore fuoribordo e lo specchio di poppa (e lo lo stesso vale anche per i piede poppiero). Questo, ovviamente, ha delle conseguenze importanti sull’assetto di navigazione, ed è proprio per questo che esiste il trim. Ma come si utilizza questo pistone idraulico?

Come usare il trim in barca

Cerchiamo di capire cosa modifichiamo effettivamente quando azioniamo il trim: parlare di “assetto ottimale di navigazione” infatti vuol dire tutto e niente. Andando a modificare l’angolo tra motore fuoribordo (o del piede poppiero) e specchio di poppa andiamo a modificare la posizione dello scafo rispetto all’acqua, e dunque, ad aumentare o a ridurre l’attrito che la superficie dell’acqua esercita sullo scafo. Cosa accade quando si porta la l’opera viva ad uscire il più possibile dell’acqua si riduce? L’attrito con l’acqua diminuisce, si acquisisce velocità e, allo stesso tempo si consuma di meno.
Per semplificare le cose, partiamo da un piede in posizione neutra, e quindi con asse parallelo allo specchio di poppa. A questo punto, azioniamo il trim: nel momento in cui si aziona positivamente il trim, e quindi quando si aziona il comando verso Up, si ha un motore “trimmed up”, con l’elica rialzata. Muovendo positivamente il trim, quindi, si va ad aumentare l’ampiezza dell’angolo tra specchio di poppa e piede, con l’elica che si allontana dalla barca. Nel momento in cui il trim si aziona negativamente, con comando in posizione down, succede esattamente il contrario, con l’elica che si avvicina allo specchio di poppa, e con l’angolo tra specchio e motore che va riducendosi.
Quando si aziona positivamente il trim, con l’elica che si alza, l’effetto geometrico ha il risultato è l’alzarsi della prua, con la carena che tende ad uscire il più possibile sfruttando al massimo la geometria planante della stessa. Con trim azionato negativamente, la pra dell’imbarcazione è spinta verso il basso, portando una maggiore area dello scafo ad essere immersa. Ma come si fa a capire quando il trim è nella posizione sbagliata? Nel momento in cui lo sterzo si presenta particolarmente duro, probabilmente il trim è eccessivamente negativo, e va quindi alzato; altro segnale che indica la medesima situazione è la presenza di una scia marcata, a indicare che la barca è troppo immersa. Al contrario, si può avere la certezza di trim troppo alto quando l’elica entra in cavitazione, andando quindi a girare “a vuoto” con tendenza ad uscire dall’acqua e rallentando l’avanzata della barca: anche l’aumento del rumore può essere considerato un segnale importante. Ci sono poi altri aspetti da tenere in considerazione, come il numero dei passeggeri a bordo o la presenza di particolari carichi (come per esempio il serbatoio pieno). E ancora, per regolare il trim è sempre bene pensare anche al mare: se particolarmente mosso, si opterà infatti per un trim leggermente più negativo rispetto a quello impostato per un mare calmo, in modo da far lavorare a pieno la carena e fendere morbidamente le onde.

Da non perdere:   Come diventare skipper in barca a vela: guida e consigli

I flap: che cosa sono?

Passiamo ai flap: a creare un po’ di confusione con il trim è il fatto che in inglese questi componenti vengono chiamati anche “trim tab”. I flap sono, in ogni caso, delle piccole appendici, delle pinne che vengono montate sotto lo specchio di poppa, per essere azionate con dei pistoncini idraulici o motorini elettrici. Come si usano i flap?

 

Come usare i flap?

Portiamo l’esempio dei classici flap a piattello, ad azionamento idraulico tramite pistoncini. In una prossima occasione presenteremo le varianti moderne di questi elementi, che sfruttano delle micro turbolenze grazie a ghigliottine mosse da motorini elettrici. Dunque dicevamo, abbiamo dei pistoncini idraulici, che possono alzare o abbassare – o meglio, inclinare più o meno – i flap della barca. Ma perché per un diportista potrebbe essere vantaggioso attivare i flap, abbassandoli? Semplice: andando a incrementare l’angolo di incidenza tra queste pinnette e la superficie dell’acqua è possibile incentivare una spinta verso l’alto dello scafo, andando quindi ad alzare la poppa. Senza flap si potrebbe avere una barca che tende ad affondare a poppa, creando una navigazione scomposta e non efficiente. Oppure non sarebbe possibile ottenere un assetto corretto in presenza  di carichi non perfettamente distribuiti.

I flap automatici per barca

Va detto che a partire dal 2010, anno su anno giù, sono stati portati sul mercato i primi sistemi di flap automatici. Si parla di sistemi dotati di appositi sensori giroscopici che, riconoscendo la posizione della barca e le sue esigenze durante la navigazione, va a modulare in modo del tutto autonomo i trim tab. Parliamo quindi di una soluzione comoda e pratica, soprattutto in quelle situazioni in cui si ha la necessità di correggere la posizione della barca senza però distogliere l’attenzione dalla guida, come potrebbe accadere durante la navigazione con mare formato.

 

Flaps e trim vanno dunque usati in sincronia per trovare l’assetto migliore: non solo per non avere la barca sbandata, ma per avere una navigazione di crociera efficiente o per far lavorare, in caso di mare formato, in maniera ottimale la carena, che penetrando le onde morbidamente eviterà quella sensazione fastidiose dello “sbattere” che spesso si sente vociferare tra le banchine. I lupi di mare paragonano la cura dell’utilizzo di trim e flap a quella che si dovrebbe avere per le gomme di una macchina: tenuta e consumi, senza una buona attenzione allo stato degli pneumatici, non sono assicurati!

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Scritto da
Nicola Andreatta
Nicola Andreatta
Copywriter dal 2014, trentino dal 1987. La passione per la nautica è nata sulla prua di una piccola barca a vela sfrecciante nel lago di Caldonazzo: da allora è continuata a crescere, insieme alla sempre presente voglia di imparare - e condividere - qualcosa di nuovo su questo affascinante mondo.

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